La Maschera: "Sotto chi Tene Core è l'urlo di chi non ha voce"

Musica

Fabrizio Basso

Credit Marco Carotenuto

È un concept album di nove canzoni che parlano di riscatto sociale e sentimentale, un invito ad alzare lo sguardo e farsi avanti. Storie vere, dove l’urlo di chi non ha voce diventa grido di battaglia. L'INTERVISTA a Roberto Colella

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Sotto chi Tene Core, il nuovo lavoro dei La Maschera, racconta storie di resistenza, di sentimenti profondi, di gente normale e della loro poesia. Pensiamo all'amore tra Mirella e Felice Pignataro, da cui nascono il Gridas, il carnevale di Scampia, la controscuola; pensiamo alla vita straordinaria di Thomas Sankara, mai abbastanza ricordato. A grandi amori e grandi ripensamenti. A gesti eroici di uomini semplici. Agli invisibili di tutto il mondo. Pensiamo a chi vede in Sotto chi Tene Core un urlo di resistenza. Ne ho parlato con Roberto Colella, anima della band.

Roberto partiamo dalla storia dell’album e dalla constatazione che la parola che più lo racconta è resistenza: cosa significa oggi resistere?

Il focus sulla resistenza è giusto, da lì si articolano tutte le storie. Da tempo non scrivevo canzoni d’amore e ho riflettuto che anche nelle canzoni sociali c’è una base d’amore. Non nasce come concept, avevo sette brani e un riff di sassofono. Serviva una introduzione ed è nata come prologo la canzone che ha dato il titolo al disco e poi è arrivata Mirella è Felice, la storia di un amore che dalle mura di casa sconfina sul contesto sociale che la circonda.
Sei la canzone che non ho mai scritto: mi sembra un gesto di grande pudore intellettuale nella stagione dei leoni da tastiera.
Ognuno si fa il suo viaggio nelle canzoni. Contiene la storia di un ragazzo che avrebbe voluto scrivere canzoni ma non lo ha più fatto.
E a proposito di felicità in Mirella è Felice parli di noi figli di una rivoluzione: chi sono questi noi? E secondo te oggi sono più le Mirelle felici o quelle infelici?

Si gioca con le parole, c’è la F maiuscola. La storia che interssava è che Felice e Mirella Pignataro si trasferirono a Scampia per fare qualcosa per una situazione sociale devastata, dove vivevano 60mila persone senza servizi. È una rivoluzione dell’amore! Non so quali Mirelle prevalgano, ho conosciuto la vera e ha ascoltato il pezzo. È una persona straordinaria e consapevole di quello che rappresenta.
Chi è la speranza di domani?
Lo dice romanticamente una voce dall’alto a Mirella. Sono le persone che riescono ad avere una cultura un po’ più spiccata. Il problema culturale che vive l'Italia è la mancanza di voglia di approfondire le cose. La speranza sono gli investimenti sulla cultura e sul portare la scuola nelle fasce disagiate, dove non è concepita l’istituzione scuola e non arriva lo stato.
Perché avete richiamato la figura di Thomas Sankara, il presidente del Burkina Faso detto anche il Che Guevara africano? Disse "noi cerchiamo di non diventare così"… eppure l’umanità è alla deriva.
Lui dava fastidio a giganti perché siamo schiavi del capitalismo. La storia ha dimostrato come è possibile cancellare la memoria di un uomo che ha fatto grandi cose rinunciando anche ad aiuti umanitari. Non tutti hanno l’illuminazione, lui sì.
Cosa rappresenta il cuore di legno?
Una immagine che ho in mente e non so spiegare. Il modo giusto per descrivere il cuore di un senzatetto o di chi guarda il senzatetto, né pietra né burro.
Se io ti dico “la controra” “nero”, “oro”, “scuro”…cosa mi rispondi? Chi si ama ha costanza: difficile oggi averla nel tempo dell’amore social? Ed è difficile scrivere d’amore?
Difficilissimo. La scrissi in un momeno di profonda tristezza e mi sono sfogato scrivendo. La domanda è: come si rende un amore resistente nel tempo? Ammiro gli amori romantici e pieni di tarantelle ma che hanno una costanza di base, penso all’amore dei miei genitori, siamo cresciuto nelle case popolari ma non ci mancava nulla, oggi ci sono troppe distrazioni e vanità, è il periodo di massima esposizione storica e si punta sempre a primeggiare.
Il teatro di mille colori è un omaggio a Napule è di Pino Daniele?
Una citazione, assolutamente sì. Ma qui la frase si spezza tra vita e amore non è dedicata a Napoli.
Mi racconti la storia di 14 agosto?
È una canzone ermetica, un dialogo quasi teatrale tra due personaggi che sono due parti della stessa persona, mente e cuore o io e super io; c’è un ripensamento e uno decide che deve attenersi alle regole dell’altro. Rileggendola mi sembrava calzante con quello che è successo col ponte Morandi anche se è stata scritta prima. La tematica è il ripensamento.
Fare La Cosa Giusta è nascondersi tra i pensieri?
No. C’è da dire che in amore non esiste la cosa giusta. È sempre un dato soggettivo. C’è un velo di ironia.
Perché in Dorme cu mmè c’è una parte in italiano?
È stato un caso. Se ci riuscissisi con la stessa autenticità scriverei in italiano. Questo finale non avrei potuto dirlo in altro modo. Amarsi è liberta non è traducibile, non esiste amare in napoletano, da noi si dice ti voglio bene e il tono fa la differenza.
Ti ha messo tristezza dover tradurre i testi? Quanto perde di pathos?
Perde tanto inevitabilmente. Se penso a Stromae è un peccato tradurlo in italiano perché fa giochi di parole che fuori dal francese si perdono. Però è il solo mezzo per far fruire l’immagine a tutti.
Alla fine possiamo dire che sono in tanti quelli che si fanno avanti, si sporcano le mani e provano a essere felici?
Potrebbero essere di più. Sarebbe il caso. Oggi la felicità è effimera perché dura poco e siamo abituati ad avere tutto a portata di mano. E non ce ne accorgiamo. Simpatizziamo per il ricco e non per il povero. È la croce dei nostri giorni, di chi fa debiti per auto o telefono e per raggiungere uno status.
Raccontami del progetto editoriale Napoli 1943. Perché hai scelto proprio quell’anno? Come hai pensato al progetto?
Nel periodo Covid ho avuto una fase di iper creatività. È un mio racconto delle 4 Giornate di Napoli di Nanni Loy. C’è un personaggio che invita al coraggio usando le parole core e muore. È pubblicato dalla casa editrice di Scampia Coppola Editore e ha una forma davvero particolare: è una “cartolina letteraria”, un volume realmente spedibile con un semplice francobollolo, che leggi in 20 minuti. È una pillola di resistenza.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Il tour estivo è andato molto bene. A dicembre uscirà la versione in vinile e a breve annunceremo il tour che avrà una data finale speciale a Napoli.

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