La band, che ha da poco pubblicato un album nel quale ci sono collaborazioni con Roberto Angelini e Carmelo Pipitone, sceglie per Sky TG24 dieci brani tra Roma e la Sardegna
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Invece di andare a pescare nel repertorio dei mostri sacri per noi affini, come Pearl Jam, Ryan Adams o Springsteen, abbiamo pensato di usare questo spazio per mettere in risalto una scena, quella underground, sempre più sepolta ma non per questo meno rumorosa o in crescita. Anzi, è proprio la distanza delle luci del mainstream e dei grandi palchi a fomentare e a richiedere uno stacco netto, un miglioramento e un progresso a quella che è la musica underground. Mai come negli ultimi due anni, ci siamo sentiti onorati di riconoscere e di riconoscerci nelle realtà che vivono il nostro ambiente musicale. Questa selezione viaggia tra Roma e la Sardegna, attraversando molti generi differenti, utilizzando come unico comune denominatore la qualità e l'attitudine, band conosciute nell'ambiente o andando a vedere i loro live. Soprattutto, sono brani che amiamo.
Il mio dolce Underground
Kreky & The Asteroids – “Moonless sky”
Abbiamo scelto questo brano perché è il sound che ci condurrà al prossimo album.
Inoltre, per la prima volta, ogni componente della band ha dato il suo contributo e il risultato risalta tutte le nostre influenze.
Panta – “Subliminale”
Abbiamo suonato con loro 4 o 5 anni fa, al Largo Venue di Roma. Testi mai scontati e con molti significati, melodie ricercate che si stampano in mente e non se ne vanno più, proprio come Subliminale. Sono appena tornati da Abbey Road, aspettiamo di sentire il nuovo album.
Gli Ultimi – “Pane e Rose”
Forse la migliore band punk che ci sia stata a Roma dal 2010 in poi. Canzoni sentite - spesso da far venire le lacrime agli occhi, almeno a noi e ai nostri amici sotto al palco - con testi di denuncia sociale e tanta sincerità. "Non ce ne andremo mai".
Malclango – “Nimbus”
Una vera e propria scoperta, ora uno di loro è il nostro produttore. Una batteria e due bassi, per una combinazione che si avvicina allo stile Tool, ma molto più radicale, scarno. Oltre ad essere dei super musicisti, in sede live si presentano con le maschere da scimmioni, rendendo ancor più chiaro il concetto di essenziale o meglio "primitivo", che si esprime già nella loro composizione.
Cigno – “Protestanti”
Al secolo Diego Cignitti, amico per percorsi di studio e collaborazioni con il nostro chitarrista nonché produttore Valentino Cervini. Con il nuovo album ha sorpreso tutti per la rielaborazione di vecchie influenze (dall'industrial ai CCCP/CSI) e il ripescaggio di contenuti culturali alti. Scegliamo questo brano perché al Monk ci ha fatto saltare tutti.
Domovoi – “Marinetti”
Uno dei primi gruppi con cui abbiamo condiviso il palco. In sperimentazione continua, un progetto atipico dove si mischia lo stoner con chitarra slide elettrica, cantato in italiano. E dal vivo, questa è un bel muro di suono.
Plakkaggio – “Provincia”
Chi li conosce da tempo, si ricorderà quando è uscito Approdo. Riescono a mischiare appartenenza, identità (Colleferro) e paganesimo con il metal-hardcore punk. Questa canzone è un pezzo di cuore.
WhiteFang - The Centenary Tree as the Oak above Us
Scoperto davvero per caso, nostra stessa attitudine cantautorale e stesse influenze "materne", tra gli Stati Uniti e la Sardegna. Quando lo abbiamo sentito per la prima volta, non ci credevamo. Riesce a dipingere immagini con la musica, non lo sanno fare tutti.
C4 - Biddas scarèscias
Un'ondata di freschezza e di novità, testi schietti e sentiti, un suono punk aggiornato. La descrizione della vita in Campidano è quella reale, la rabbia presente in questo brano è quella di chi "rimane sveglio" e vive quel territorio ogni giorno. Se ne sentiva il bisogno.
The Old Skull - Vecchio Teschio
Non solo punk e cantautorato, abbiamo bisogno di ascoltare tutto. Amici che fanno grandi collaborazioni e coronano sogni di una vita, come ad esempio "Vecchio Teschio", con Danno dei Colle der Fomento. In barba alla trap e alle mode.