Cascate, la Fantasia di notte diventa intimità ed entra nell'anima

Musica

Fabrizio Basso

Caterina Magliozzi e Luca Frasca raccontano momenti di evasione e di sfogo in un tuffo lungo sei canzoni ai confini dell’immaginazione. L'INTERVISTA

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Monologo, coro polifonico, incedere a due voci...con Fantasia i Cascate, coppia romana di musica e di vita composta da Caterina Magliozzi e Luca Frasca, riescono a radunare, in sei canzoni che non smetteresti mai di ascoltare, le inquietudini e le ambizioni di anni di lavoro complicati in cui la musica ha assunto un valore privato, intimo, fondamentale. Le sensazioni arrivano potenti da immagini notturne, come se il buio accendesse tutte le ispirazioni del duo. Storie immerse nella nostalgia e nella fantasia trovano la massima espressione quando tutto tace e si spegne.

Quando ha preso forma Fantasia e come ci avete lavorato?
E' un Ep figlio di questi ultimi due anni. Dopo il primo Ep pensavamo a un album, cercavamo nuove canzoni poi con la pandemia ci siamo ritrovati anche noi a distanza e il percorso si è fatto più travagliato. Bisognava ragionare per singoli dunque ci siamo detti di raccogliere le idee più valide in forma unica anche se disomogenea perché le canzoni sono nate in epoche diverse. Abbiamo portato avanti una ricerca separata, cercavano riferimenti e stimoli nuovi…inseguivamo un movimento. Il processo cretivo lo viviamo come una ricerca. Per questo il titolo Fantasia.
Perché Cascate? E’ un participio passato e uno spettacolo della natura?
Caterina: Per me è lo spettacolo della natura, mi piace la fluidità, l’effetto spettacolare. Mi piace provare ad affascinare. Anche col suono.
Luca: la seconda parte della parola è cate...il diminutivo di Caterina dunque Cas...Cate.
Come vi siete conosciuti e l’idea di fare musica è nata subito o è maturata col tempo?
Ci siamo conosciuti in un laboratorio di musica, io suonavo il basso e lei cantava. Io venivo da una esperienza in gruppo rock tipo Verdena e Nirvana. Caterina era più sul versante della musica cantautorale. Il nostro progetto nasce come come una costola del laboratorio poi ci siamo uniti ed è stato molto bello come incontro.
Per altro sembra di leggere un epistolario: lo avete pensato anche come concept?
Più che un concept consapevole ci interessava trovare nella musica un rifugio da quello che accadeva. Fuori c'era la pandemia ma nella musica il mondo restava normale. Venivano fuori le varie fasi di una relazione, dall’inizio, all’incertezza, alla bellezza della routine: ecco perché nel canto sembra una narrazione.
Fantasia sembra una piece teatrale a due voci mentre Dimenticare è un monologo al femminile: come funziona il processo di scrittura?
Caterina: Scrivo i testi e poi lo condividiamo. Cantando io ho bisogno di ottenere il giusto incastro tra il trovare la parole e come portarle fuori, mi devono suonare in bocca. Cerco di essere libera nella scrittura, i testi li analizzo dopo. Resta comunque una ricerca mentre è una scelta se stare dentro o fuori dalla storia. Dovremmo metterci un po’ più la faccia ed essere diretti, basta essere timidini.
Tra la Fantasia di Walt Disney e la vostra cosa c’è in mezzo?
Luca: Ci mettiamo un mondo di cose. Fantasia è colori ma io ci vedo uno spazio bianco libero e senza limiti dove ognuno ci mette il suo. E' la personalità che fantastica.
Quando dite che qui non c’entra l’Università che significa?
Era un periodo in cui vivevamo la fase universitaria e il rapporto tra noi e con le storie di altri per poi renderci conto che eravamo fuori da quel contesto, eravamo in una fase di maggiore responsabilità. Ovvero scrivere per altri parlando di te senza accorgertene.
Il mare quanto è importante? in Routine vi tuffate e le onde sono calme, in Quando vai via tu mi ricordi il mare, in Noi Due ci andate a litigare.
Abbiamo un approccio diverso col mare. Però tre canzoni sono state scritte al mare, a Santa Mmarinella con tutto il nostro armamentario. Al mare si va anche a litigare. Scappavamo lì perché ci serviva un posto tranquillo, senza pensieri e a lasciarci suggestionare. Il rapporto con la natura è importante, cerchiamo spesso contesti naturali per lasciarci ispirare.
Quando vai via…cambio disco: avete gusti musicali diversi nel vostro tempo libero?
Nella fase iniziale c’è stata tanta condivisione, oggi ci sono percorsi figli di idee diverse, io sono orientato verso la musica elettronica, il rap, il r'n'b e la musica strumentale. Caterina è più jazz e cantautorale. Poi ci sono artisti che condividiamo e si crea l'intreccio.
Quello che non so è quello che non ho è una citazione di Fabrizio De André? E tu mi ricordi il mare sapore di sale di Gino Paoli?
Ci piace nascondere citazioni nei testi. Perché riflette i nostri ascolti.
Possiamo dire che siete un po’ più romantici, un po’ meno cretini ma sempre bambini?
Esattamente, restiamo infanti. Ce lo chiediamo ogni tanto se siamo normali. La musica aiuta a rimanere un po’ bambini, a vivere la dimensione del gioco.
Lo Stop che chiude Ritornerò significa che sono finite le parole e la fretta e dunque ci si può fermare?
Luca: E' un incastro dovuto al metodo di lavoro usato. Facciamo tutto in casa. Mentre Caterina registrava abbiamo stoppato e risentendo il tutto dopo gli abbiamo dato un valore perché con lo stop si raggiungeva il culmine.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Stiamo lavorando col booking per le date estive. Poi ci sono situazioni che vorremmo testare a Roma.

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