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Ligabue sul palco della RCF Arena: "Una notte per srotolare i ricordi e per la civiltà"

Musica

Fabrizio Basso

Tutto è pronto per la grande festa  che segna il ritorno del Liga alla sua dimensione preferita, quella del live. L'INTERVISTA

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E’ la serata di Ligabue. E il giorno atteso da oltre due anni. Ligabue finalmente può tagliare il nastro della RCF Arena col suo 30 Anni in un Giorno. Uno spazio rivoluzionario, con una pendenza del cinque per cento che permette da qualunque posizione una visuale ottimale. Ma non si tratta soltanto di uno spazio per la musica, si tratta di uno spazio nuovo per la città, che potrà così contare su un’area che può arrivare a una capienza di oltre 103mila spettatori.

Luciano finalmente sul palco.
Il covid ha creato su ognuno di noi gli effetti che sappiamo. Io all’improvviso ho capito che non era possibile vedere avanti. Di solito non lo indovini mai il futuro ma se non hai traccia per capire puoi solo guardare ai lati o dietro.
E così è nato il libro, Una Storia - Autobiografia.
Guardandomi indietro ho realizzato che pubblicato troppo, snetivo costantemente l'urgenza di raccontare. Per la prima volta mi sono fermato a vedere cosa avevo fatto. E’ stata una rigenerazione. Mi sono ritrovato a rivere gli stessi ricordi, ho srotolato il nastro, come se 62 anni scorressero passo passo. Pensoa anche a quello che mi ha raccontato mia madre. Ed è nato così il libro. C’è un sentimento di gratitudine per chi mi ha permesso di vivere questa vita. Non cambierei mai questa vita è una canzone successiva.
Come hai scelto i ricordi?
Ne accenno anche nel retro di copertina, nessun libro contiene la vita di nessuno ma i ricordo che contano, almeno per me, ci sono tutti.
Inauguri una Arena nella tua terra: ti piacerebbe essere coinvolto nel suo futuro?
Non è la mia Arena, ma quando Claudio Maioli è partito con questo desiderio, che ho condiviso, lo ho seguito. Ora sono felice di inaugurare questo spazio. Farò il direttore artistico? Ora ti dico di no ma mi sono spesso smentito. Ci tengo molto a questo spazio, pensando anche a Capovolo.
Farai Buonanotte all’Italia con Francesco De Gregori: con che spirito la eseguirai?
Mi sento sempre più sentimentale e provo sempre più rispetto per le cose che non funzionano in questo paese. Eppure mi sento legato più che mai all’Italia.
Il Mio nome è mai Più oggi resta attuale.
Quando la facemmo, e sono 23 anni, ci fu un totale coinvolgimento sentimentale. Nel libretto di quella canzone c’era la mappa di tutte le guerre in corso in quel momento. Quando vengo a sapere che la spesa mondiale per le armi lo scorso anno ha battuto tutti i record non posso che affliggermi. Dove è la civiltà? Siamo sempre più una bomba che si innesca.