Biagio Antonacci, tra concerti e il singolo Seria: "Dire fidati di me è un impegno"

Musica

Fabrizio Basso

Credit Alessandro Treves

È il primo singolo dell'album in uscita dopo l'estate. E a novembre parte il tour: prima data il 5 novembre a Jesolo. L'INTERVISTA

Il cambiamento parte dalla consapevolezza. Da un nastro che si riannoda ed è più che un riassunto di una vita. È una finestra sulla storia filtrata dalla sensibilità umana. Col nuovo singolo Seria, Biagio Antonacci torna dopo due anni e annuncia un disco e un tour, con date già definite.

Biagio eccoti pronto a ripartire… come stai?
Abbiamo vissuto un periodo inquietante e lo dico parlando da fortunato. Ho potuto anche annoiarmi un po’, togliere le cose inutili. È stata una noia sana e costruttiva con poca parte artistica, ho solo suonato la chitarra, fatto il liutaio, sistemato le corde, insomma lavori un po’ artigianali di manovalanza. Più avanti, ho pensato a qualche melodia e il nuovo progetto ha iniziato a prendere forma.
Conoscendoti immagino che tu avessi parecchi pezzi pronti, anche perché si parla di album in arrivo: perché hai scelto Seria? E in cosa è il biglietto da visita di quello che arriverà?
Sarà un album pop e colorito, stile anni Ottanta e Novanta, con sonorità internazionali, penso a quando c'era il sassofono come intro. Mi sono sentito libero anche di collaborare con i giovani, con mio figlio Paolo, con Davide Simonetta… resto un curioso. Il brano racconta di una donna che deve decidere se cambiare vita.
Il testo è un ritratto perfetto della donna 2.0, libera e indipendente. Tu che hai sempre saputo leggere l’anima delle donne questa volta come ti sei approcciato alla scrittura?
Mai ho trattato il sentimento verso una donna in questo modo, l'ho buttata sulla responsabilità. Che è una dote rarissima. Dire fidati di me è un impegno e se non lo rispetti devi essere pronto a pagare pegno. Servono cura ed eguaglianza. Se due si piacciono non devono appartenersi necessariamente.
Se ci pensi fino a 20, massimo 30 anni fa un uomo che aspettava una risposta da una donna era considerato uno sfigato: cosa è cambiato? Siamo maturati parallelamente alla loro indipendenza o ce ne siamo fatti una ragione?
Non siamo pronti all’indipendenza della donna, fatichiamo, non siamo abituati. Se non otteniamo quello che vogliamo la convinciamo raccontando balle a cambiare vita. L’uomo non accetta i no. La dignità è alla base di tutti i rapporti, basta col dominio. Il femminicidio lo provocano uomini che non si danno pace. Con intelligenza e cultura ci si farebbe una ragione di una sconfitta in amore.
Cosa pensi del tema molestie? Anche tu negli anni hai subito palpeggiamenti.
Tutta la storia del rock è buttarsi sulle fan. Sono percezioni diverse. Vent’anni fa era un complimento. Non c’era malizia. Quello che accade oggi nasce dalle esagerazioni della violenza sulle donne di cu abbiamo parlato prima.
Quale è la tua prima canzone che hai cantato a Carlo? E poi, gli canti la ninna nanna tradizionale oppure ne hai una speciale?
La tradizionale. A Paolo avevo scritto la melodia di Sognami ma la ho poi registrata 15 anni dopo. Non ho ancora un inedito per lui ma noto che ha attenzione quando suono il piano o la chitarra. Quando piange lo tengo in braccio davanti al piano e lui tira i pugni sui tasti come pugile, capisce la potenza della musica.
Cosa puoi anticiparmi del tour? L’album uscirà prima?
Stiamo registrando, direi che lo ascolterete prima. Parto il 5 novembre da Jesolo.
A proposito di tour… ti sei tolto ogni soddisfazione: stadi, arene, palazzetti, acustici… c’è un tour che ricordi con particolare nostalgia?
Ricordo quello "Anima intima e Anima rock", una parte spinta con me alla voce e un trio formato da basso, batteria e chittara. Poi c'era la parte intima e sul palco restavamo solo io e Saverio Lanza. Il mio percorso si è sempre mosso tra queste due anime.
La svolta della tua carriera è stata Liberatemi del 1992: 30 anni fa esatti. Pensi a una riedizione? A dargli uno spazio suo in occasione dei live?
Mi dai un'idea, potrei prendere alcuni pezzi e fare con quelli il momento in acustica.
Con Convivendo 1 e 2 secondo me ha inaugurato la stagione degli Ep: ci hai mai pensato?
Fu il primo disco diviso ma con brani che avevano tutti la loro importanza e contenuti che si completavano. Sono tutti nati dalla stessa produzione. Sono nati insieme.
Come va la produzione di olio?
Le piante sono piene di fiori, le vedo bene, spero in una estate morbida. La natura ha insegnato all’uomo la vita, accettiamo quello che ci offrirà. Ho piantato 600 ulivi quando è nato Carlo... un giorno saprà che sono nati e cresciuti con lui.
Prendiamo Sapessi Dire no con quella bellissima cover di Milo Manara: oggi che sei vicino ai 60 anni hai imparato a dire no o resti l’idealista con un passato da geometra che non sa dire no alla vita?
Non sono capace e spero non accadrà mai. Dire no su altre cose ora mi resta naturale. Se sono a una cena e mi stanco vado via, prima non osavo. Ho una consapevolezza più matura.
Che accadrà in estate?
Sono sceso dal palco con Laura Pausini a Cagliari nel 2019 e non ci sono più salito. Questa estate completerò il disco e starò in famiglia. Ho una casa a impatto zero, fotovoltaica, sono stato uno dei primi in Romagna a utilizzare la geotermia e non il gas: pensa con quello che sta accadendo quanti problemi in meno oggi avremmo. Oggi la sfida è essere autonomi.

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