Don Said, nel Pain Party c'è la fuga dai vuoti dell'anima

Musica

Il rapper siciliano, nel suo album d'esordio, si toglie la corazza e ricorda a tutti che siamo umani

Disponibile su tutti gli store digitali a partire dal 13 maggio Pain Party è il primo album di Don Said. Curato dal producer Arden, si presenta come un lavoro complesso che fonde la duplice realtà dell’artista e la sua affezione alle radici della cultura hip-hop ad un’anima spiccatamente rap e trap. La narrativa di questo lavoro discografico, anche grazie a beat sapientemente costruiti, risulta immediata comprensione nonostante una lirica complessa. Al centro di tutto c’è la ricerca spasmodica del divertimento per colmare i propri vuoti. Una inadeguatezza alla vita di tutti i giorni, guidata dalla solitudine e che colpisce anche nei momenti di socialità, ma che allo stesso tempo comprende anche tanti compagni di viaggio con cui farsi forza, con cui festeggiare i traguardi e con cui condividere pensieri e soprattutto problemi. Dietro un’armatura fatta di risate, feste e sorrisi, c’è un Don Said consapevole di essere intrappolato in un vortice fatto di inquietudini e sofferenze. Questa corazza viene meno nelle riflessioni fatte in solitudine dal rapper siciliano, che lancia un monito morbido ma severo per ricordare che siamo tutti umani.

Pain Party è un lavoro discografico che coinvolge diverse personalità nazionali ed internazionali finalizzate a valorizzare al massimo i suoi brani: 2Rari in “Goodfellas” rappano su un boom-bap esplosivo, Don Pero in “Piccoli” appare in una chiave unica e inedita, il rapper americano  Lil Kapow è il compagno perfetto per “Black Rari”, Sethu regala una collaborazione delicata e struggente con “Aurora”Sgribaz regala a “Passa Da Qua” uno stile unico, Enzo Benz accompagna il beat di “Esagerati” con il suo timbro unico, Fely dona a “Top Model” uno stile esotico, Madbuddy, firma storica dell’hip hop italiano, colora “I Tuoi Occhi” con il suo inconfondibile tocco.
 

Riguardo Pain Party Don Said dice: Mi sono ritrovato davanti a un bivio: affrontare il dolore a mani nude o continuare a vivere come se fosse tutto un grande party. Ho capito solo dopo che ogni bicchiere bevuto era un ricordo che volevo eliminare. Alcuni di questi però mi hanno portato a conoscere tante persone, a vivere momenti in cui mi sentivo davvero vivo e felice. “Pain Party” è questa grande parentesi della mia vita spiegata in musica, con tutti i suoi momenti di dolore e con tutti quei momenti che ancora oggi, con i miei compagni di viaggio, ci fanno alzare i calici e ci fanno brindare. Benvenuti nella mia testa".

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