Il singolo racconta che le stagioni passano e a volte, in qualche fantastico modo, tornano. Il video è introdotto da un testo originale dell'artista
Nel 1982 ero poco più che trentenne. Il mio successo cominciò con Intorno a Trentanni. Quell’album era il dettato di una generazione confusa e smarrita in una dimensione sghemba di edonismo e riflusso. Oggi il mondo è cambiato. Sono cambiati i modelli, i riferimenti, la percezione della vita e della storia e ci ritroviamo confusi nel vortice di mutamenti così tumultuosi da renderne ifficile la declinazione. E così, ho voluto rileggere quel tempo, con le lenti tarate nell’oggi. rivisitando e riconiugando quelle canzoni per confrontarle con le riverberazioni e le emozioni del passato. In questo percorso mi onora la presenza di artisti verso i quali manifesto un profondo senso di stima. Essi rispecchiano totalmente il mio intendere e vivere la musica. Eugenio Finardi, Brunori Sas, Stefano Di Battista e Setak hanno confezionato per me un dono bellissimo che saprò custodire tra le cose preziose della vita.
Per molti anni i cantautori sono stati considerati ben oltre la semplice valenza artistica. A loro venivano attribuiti valori e prerogative che ne identificavano l’appartenenza e gli intenti. C’erano la scuola genovese, la scuola bolognese e poi la scuola romana nella quale, impropriamente, venivano annoverati i cantautori che facevano capo alla RCA di Roma. Infine c’erano i cantautori che gravitavano su Milano, più politicizzati e vicini alle logiche dei vari movimenti. In questa ottica la presenza di Eugenio Finardi rappresenta un abbraccio tra due diversità, la chiusura di un cerchio il cui diametro si è esteso per più di quattro decenni.
Oggi i cantautori hanno perso appeal e carisma. La pletora di cantanti impropriamente inseriti in questa “categoria”, ne ha svilito significato e valore. Ma non mancano le eccezioni: Dario Brunori ne è l’emblema. Una scrittura potente e attuale che ha determinato un balzo in avanti del nostro genere. È bello averlo coinvolto ed è bella la sua naturalissima partecipazione. Di Stefano Di Battista ho detto tutto in ogni occasione in cui mi è stato vicino. Parliamo di uno dei massimi esponenti del jazz italiano e europeo. Infine Setak, nome nuovo per molti ma non per me. Lo conosco da sempre, abbiamo la fortuna di essere nati a Penne e di abbeverarci ancora alle sue fonti. Canta in dialetto abruzzese inserito, però, in una tessitura musicale moderna e internazionale. Un contrappunto necessario: Intorno a Trentanni Revisited non è solo un disco di canzoni rivisitate ma un mix di sensazioni e vibrazioni che ne fanno un lungo racconto del tempo che ho incontrato, raccontato e ritrovato.
Nell’album c’è una canzone nuova, Buonanotte dalla luna, il cui videoclip è stato scritto e diretto da Riccardo Rinetti. Con essa ho provato a tirare le somme della rilettura del mio e del nostro tempo. Non ho tratto una conclusione definitiva, ma mi conforta immaginare che tra le righe della canzone affiora la consapevolezza piena che le stagioni passano e a volte, in qualche fantastico modo, tornano. E finalmente, dopo due anni di attesa, tornano anche i concerti. Il 13 maggio sarò con Setak
all’Auditorium Parco della Musica di Roma!