Il brano, presentato da un testo originale dell'artista, è un incitamento a liberarsi da qualsiasi forma di condizionamento
“Black Cat” nasce dalla voglia di ribellione e denuncia tutte quelle situazioni d’ingiustizia nel fondo, come le disuguaglianze sociali, violenza domestica, bullismo, razzismo, discriminazioni di genere, etnia e di tutte le minoranze, la mancanza d’inclusione ed equità, la presunta superiorità intellettuale e qualsiasi altra forma di arroganza e imposizione culturale in cui gli oppressi sono soggetti al potere degli oppressori e non riescono a risvegliarsi, ancor meno a ribellarsi. Ai giorni d’oggi si parla tanto di equality ma in realtà le cose non sono cambiate molto, come è evidente in Ucraina, con migliaia di civili che stanno morendo o sono costretti a lasciare il loro paese, soggetti ad una guerra assurda che in realtà non li riguarda, come anche tanti civili e soldati russi che non si identificano con chi ha deciso di portare avanti questa atrocità.
“None But Ourselves Can Free Our Minds”, “solo noi possiamo liberare la nostre menti”, diceva Bob Marley, frase splendida con cui mi identifico. Tuttavia penso che spesso le minoranze abbiano bisogno di una figura carismatica, un “eroe” che abbia la forza di risvegliare le anime e guidarle verso la salvezza. Mi sono immaginato un
“supereroe/eroina” che ho chiamato Black Cat, che girovagando nella notte accompagnata da una Pantera Nera attrae e conduce gli oppressi in una marcia verso la liberazione. Una figura astratta che rappresenta la scintilla che fa scoppiare una “riot”, qui intesa in senso metaforico. La canzone non è un inno alla violenza cui sono contrario in ogni sua forma, ma piuttosto di un risveglio delle coscienze! Nel videoclip l’attrice Caterina Corsi interpreta il personaggio “Black Cat”, che guida la rivolta con l’aiuto del suo animale guida, una pantera nera volutamente digitale che a momenti si distorce e che rappresenta il suo superpotere. Essere accompagnato da lei sul set mi ha sicuramente spinto a dare di più e con la sua performance ha dato vita al personaggio che avevo in mente in modo impeccabile!
Per la musica, pur mantenendo la vena brit che scorre nell’album, questo è forse uno dei brani in cui più mi sono lasciato ispirare da altri generi musicali come l’hip hop anni 90 e il crossover, il grunge e il rock. La produzione è stata guidata dal testo, che esprime concetti come ribellione, ingiustizia, risveglio e non potevano che essere accompagnati da potenti chitarre distorte e momenti ritmici che scandiscono la voce che nelle strofe utilizza le rime per spronare all’azione. I generi citati sopra sono spesso stati portatori di denunce sociali e politiche. Ho voluto inoltre che il brano fosse ballabile, perché il corpo è un’espressione dei nostri sentimenti, e nel refrain l’intento è di provocare nell’ascoltatore movimenti liberatori e di sfogo, come nei mitici poghi degli anni 90.
Le strofe preparano quel momento con una ritmica meno aggressiva ma che crea tensione. Lo special rappresenta un momento di riflessione prima del ritornello finale. Ê stato molto bello indossare i capi firmati YEZAEL, perché rispecchiano in modo perfetto la vibe del videoclip, posizionandomi insieme a Black Cat nel mondo urban contemporaneo. Inoltre è stata la prima volta per me aver collaborato con dei ballerini, un’esperienza particolare. Mi hanno trasmesso molta energia e libertà durante i playback. Anche lavorare nuovamente con Erika Errante è stato molto gratificante. Ha curato la regia dei video di Me, Myselfie I e Talk No More e anche questa volta mi ha stupito tirando fuori un nuovo lato di se!