Ascoltare gli AC/DC potrebbe aiutare i chirurghi a essere precisi e veloci

Musica

Camilla Sernagiotto

©Getty

Secondo uno studio, riportato dal "The Scottish Sun", l'ascolto di musica hard rock potrebbe migliorare e potenziare le prestazioni chirurgiche. Già nel 2017 una ricerca condotta da Spotify e Figure 1 aveva notato che questi specialisti ascoltano in sala operatoria soprattutto rock e metal

Un recente studio ha rivelato che ascoltare musica rock e hard rock potrebbe aiutare i chirurghi a migliorare le prestazioni in sala operatoria.
Lo riporta lo "Scottish Sun”, che spiega che la recente ricerca ha evidenziato come l'ascolto di questi generi musicali durante la chirurgia riesca ad avere un effetto calmante, favorendo l'abbassamento della pressione del sangue. Inoltre i brani caratterizzati da ritmi sincopati e frenetici sarebbero in grado di velocizzare il lavoro delle équipe chirurgiche.

“I risultati della nostra ricerca mostrano che sia il soft rock sia l'hard rock possono migliorare le prestazioni chirurgiche”, dichiara la ricercatrice a capo dello studio, Cui Yang dell'Università di Heidelberg, in Germania. “Con la musica hard rock, l'effetto positivo è stato particolarmente evidente quando i brani sono stati riprodotti ad alto volume. È possibile che la musica con un'elevata ritmicità possa fornire il ritmo per mantenere velocità durante l’esecuzione di un’operazione e quindi migliorare le prestazioni".


Le dichiarazioni della ricercatrice sono state pubblicate sulla rivista di medicina e chirurgia “Langenbeck’s Archives of Surgery”, che per prima ha presentato questo particolare studio.

“Gli esperti affermano che i brani rock popolari migliorano le prestazioni alleviando lo stress, rilassando i muscoli, combattendo l'ansia e persino abbassando la pressione sanguigna”, scrive Nick McDermott, giornalista del Sun.

I test condotti con “Highway to hell" e "T.N.T." degli AC/DC

Nel corso dei test effettuati, sono stati proposti alle “cavie” le canzoni "Highway to hell" e "T.N.T." degli AC/DC.
Il risultato è stato quello di una maggiore velocità nell'eseguire un'incisione di tipo chirurgico: grazie ad Angus Young e soci, i medici sono passati da 236 secondi a 139 secondi, con una precisione superiore del 5% rispetto a chi ha lavorato in sala operatoria senza la colonna sonora della mitica band australiana.

“È probabile che ci saranno molti AC/DC suonati nelle sale operatorie in seguito ai risultati di questo nuovo studio!”, scrivono in maniera entusiastica sul sito di Virgin Radio UK.

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Anche "Hey Jude" e "Let It be” dei Beatles ascoltate per i test

In contemporanea è stato sperimentato anche l'ascolto di due hit dei Beatles, "Hey Jude" e "Let It be”. I risultati di questi test fanno capire che anche il pop - quindi una musica meno dura rispetto all'hard rock - dà effetti positivi: i medici sono riusciti ad accelerare del 50% il processo di sutura di una ferita.

Da notare è anche che, quando i classici dei Beatles sono stati i prodotti ad alto volume, l'effetto positivo è venuto meno. Questo è l’esatto contrario di ciò che accade con l’hard rock, i cui pro sono stati praticamente evidenti "quando la musica è stata riprodotta ad alto volume”, come ha spiegato la ricercatrice Cui Yang.

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La ricerca di Spotify del 2017

Già nel 2017 una ricerca condotta da Spotify e Figure 1 aveva notato che i chirurghi apprezzano e ascoltano in sala operatoria soprattutto rock e metal.

Da quell'analisi era risultato che soltanto dopo questi due generi compariva il pop. E, ancora: per quanto riguarda rock e metal la predilezione sarebbe per gruppi “belli pesanti”, passateci il tecnicismo... Metallica, Doors, Queen, Led Zeppelin, AC/DC, Scorpions, Queen e Motörhead sono i nomi che più sono presenti in rotazione nelle playlist targate sala operatoria.


Ciò che aggiunge questo nuovo studio pubblicato sulla rivista specialistica “Langenbeck’s Archives of Surgery” è che a migliorare le prestazioni chirurgiche possa essere l'ascolto di musica “sia soft rock sia hard rock”. Per capire quanto la musica sia importante in questo campo, bisogna notare che viene riprodotta in circa due terzi delle operazioni, in tutto il mondo.

 

E allora ascoltiamo quella che sicuramente da oggi farà ancora più da soundtrack alle operazioni chirurgiche di tutto il mondo, dopo la diffusione dei risultati di questo studio. Una canzone che fa bene al cuore, oggi possiamo davvero dirlo.

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