Matteo Marchese, il balletto delle responsabilità è nel singolo Mai Stato: il video

Musica

Questo singolo anticipa il primo album che giunge dopo vent'anni di musica come produttore e batterista. Il video è introdotto da un testo esclusivo dell'artista

Il testo di Mai stato è nato da una questione su cui mi sono più volte trovato a riflettere. Il pensiero di come di solito reagiamo agli stimoli esterni e il fatto che spesso reagiamo attribuendo ogni responsabilità alle altre persone, al di fuori di noi. Come se non fossimo protagonisti della nostra vita. Aspettavo da tempo l'occasione giusta per indagare. Erano i giorni dell'assalto al parlamento americano da parte dei sostenitori di Trump: ho visto come la rabbia degli altri agisce sul nostro giudizio e si trasformi a sua volta in una reazione di rabbia. Autoinflitta. Siamo sempre “distratti dalla nostra pelle” e a causa di essa. Viviamo sempre in una zona della mente che è distante dagli avvenimenti e la nostra percezione di essi è sempre distorta da

chi siamo noi. Da qui il non sentirsi uguali agli altri. Il non voler essere come gli altri ma allo stesso tempo reagire alle cose gettando tutte le responsabilità sugli altri. Ho scoperto, guardando quell'evento, che la mia rabbia era simile se non uguale alla loro e la cosa mi ha spaventato. Li criticavo per la loro violenza ma dentro di me provavo emozioni analoghe. “Forse sono come te, odio esser come te” è stata la presa di consapevolezza di un automatismo che mi impediva di riconoscermi in loro mentre mi comportavo e sentivo esattamente come loro.

Ho pensato a un brano con influenze funk ed elettroniche perchè mi serviva una palette di colori quasi notturni, con spigoli dati dalle varie distorsioni. Giorgio Mastrocola con le sue chitarre mi ha dato quel bounce un po' retrò che mi serviva. Volevo un suono potente come il caldo che sentiamo quando ci arrabbiamo. Infine ho deciso di cantare perchè ero io quello che si nascondeva dentro la propria pelle e da lì guardava fuori e giudicava. Un esperimento azzardato per me che non ho mai cantato, ma era l'unico modo per dire davvero. Il video è un omaggio agli anni Ottanta e la piccola attrice Agnese è anche uno degli ospiti del disco in qualità di coautrice di uno dei brani insieme al fratello gemello Giosuè. La regista Ilaria Scattina

ha costruito un momento di crescita personale che avviane proprio a causa di un incontro con se stessi.
 

Questo singolo anticipa il mio primo album dopo venti anni di musica come produttore e batterista. In questi anni ho imparato a vedere gli artisti con i quali ho collaborato e mi serviva uno spazio dove poter vedere me stesso. In ongi brano ho coinvolto amici musicisti che sapevo mi avrebbero dato una visione di me che non avevo ancora. Ho cambiato genere musicale e tipo di suono a seconda della zona che volevo descrivere e l'ho associata a un genere o a un sapore musicale. Troverete funk, world music e pop. Credo che dove la nostra testa ci divide sia proprio la musica a poter gettare ponti sia fuori che dentro di noi.

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