L'album nasce da un incontro avvenuto a Roma dal quale è scaturito qualcosa che potremmo definire magico: le due band hanno superato i rispettivi ruoli stilistici e musicali creando un mondo artistico nuovo
Meme K Ultra è un disco di panorami musicali cinematografici, riflessioni sul presente, visioni su futuri probabili, vecchi robot, donne lottatrici, Groove funky, chitarre distorte e melodie indimenticabili. Dal loro incontro e da questa unione speciale Cor Veleno e Tre Allegri Ragazzi Morti danno vita a una musica senza precedenti. Il titolo del disco è un gioco di parole che sarà l'ascoltatore a interpretare.
Come è nata questa collaborazione? Visto che il titolo è a libera interpretazione… un indizio?
L’incontro è dovuto a quella città speciale che si chiama Roma, dove tutto succede prima che in altri luoghi. Ci siamo incontrati per caso durante una serata di cumbia in un centro sociale e abbiamo immaginato di provare a fare qualcosa insieme. Abbiamo trovato un sound nuovo, eccitazione e tanta stratificazione. È un album prismatico, sintesi dei nostri percorsi.
Nel marmo il tempo non esiste più: ma il marmo non è un testimone del tempo?
È vero ma è anche un materiale da tombe. Il tempo si ferma e non c’è più un prima e un dopo. La suggestione parte da Alex Ingram in arte Lupetto, un poeta pordenonese. Abbiamo attinto alla sua scrittura per cominciare la canzone: è nata mentre sistemava la tomba di suo nonno. Nelle statue il tempo è cristallizato.
L’uomo non si sta perdendo un po’ troppo per goderne l’effetto?
Ogni uomo è diverso. Ci voltiamo indietro e vediamo una storia dell’Italia degli ultimi trent'anni che potrebbe essere definita orribile, che scivola verso il degrado ma accoglie anche anni bellissimi. Abbiamo incontrato persone non di decadenza ma di resistenza. E viceversa.
Quanti sogni avete gettato nel cassetto?
È un verso biografico ma non auto-biografico. È una attitudine collettiva quella di procrastinare. È preferibile non giocare nei sogni, la vita va vissuta col coltello tra i denti, devi capire quello che vuoi.
E non lo so come ca**o va a finire per chi vive da un pezzo l’odio come legge: è l’umanità?
L’odio serve, serve incazzarsi ma è a doppio taglio se prende il timone. Ma farlo diventare una legge porta orrore.
Tutti boia sui social e la rabbia di due hacker: l’indifferenza è la reazione migliore?
Conta non vedere quel mondo come principale fonte di realtà. I social deformano, le cose non sono descritte in maniera oggettiva, anzi è l’opposto. La vita chiede altre prove.
Il treno per Bedlam. Significa manicomio. Che si fa su quel treno?
Lo prendiamo tuti i giorni il treno per il manicomio ma se sei furbo scendi prima.
Frequento solo chi mi dà coraggio, ma oggi cosa è il coraggio?
Non entrare in una condizione dove la verità degli altri è più forte di quella che realmente senti. È prendere decisioni proprie. È avere un senso critico che dia la distanza giusta, lo capiamo anche dalle persone che frequentiamo. Il logoramento che deriva dall'essere bersaglio della comunicazione non rende automatico trovare la distanza giusta. Lo Stato deve farsi carico del problema delle persone: è stata scritta prima di quello che stiamo attraversando ma ha un senso anche in questo periodo.
Più efficaci sopra al water che a fare dei dischi: è così brutto il panorama musicale italiano?
Sono frecciate rap, rivendichiamo la testadicazzaggine. Non parla a tutti quelli che fanno musica anche se a volte è più facile fare musica di me**a che un disco. Questo disco ha tutto, non è un baratto di algoritmi.
Come si può educare la gente al rispetto e alla ragione?
Col bello. Con la bellezza.
Lavorare è regalarsi al padrone? Anche nella musica?
Spesso sì. La musica è a consumo. Dopo una anarchia in rete ora pure lì tutto è in mano alle major e a chi può permettersi grossi investimenti. Dovresti sempre immaginare per chi lo fai e perché lo fai e la ragione di quello che fai. Questo disco non ha l'ostentazione che troviamo brutta dei soldi.
Guarda quello che è successo non si può dire sia stato un incidente di percorso: potrebbe essere la fotografia dell’Ucraina?
Sicuramente è quello che è successo a Genova. C'è la complicità di Mattia Cominotto dei Meganoidi. Però potrebbe essere una descrizione di quello che accade in Ucraina.
L’aria è finta e la realtà è vuota: che possiamo fare?
Tenere alto il livello della scrittura, così si può provare a reagire.
In questo momento sentite la vostra anima che balla?
Cerchiamo di sentirla ogni giorno. L'immagine di Mimosa Campironi è seducente. Dovremmo sentirla sempre, non è tangibile ma sta la ed è là tua coscienza. Speriamo in estate si possa ballare.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Abbiamo quattro date: Pordenone poi Milano, Bologna e infine Roma. Poi saremo a Napoli al Comicom dove celebreremo la liberazione, i fumetti e il disco...sarà la nostra festa.