Un brano che ruota intorno al colore verde, simbolo di speranza. Il video è introdotto da un testo esclusivo dell'artista
Molte Multe è il mio nuovo singolo, che sarà fuori dal 14 gennaio in radio e negli stores. Dopo una serie di brani legati a temi di attualità o del sociale (“La Crisi”, “La Terra della Pace” e “Generazione Covid”), questa volta mi sono voluto “immergere” nel girone infernale di multe e sanzioni da cui si esce sempre sconfitti, se non addirittura folli. Ho immaginato quindi un uomo solo e al verde, con la sua giacca verde, chiuso in una stanza fatiscente seduto ad una scrivania illuminata di verde che apre delle buste verdi piene di multe e sanzioni così tante e varie da essere percepite come vere e proprie vessazioni. Perché il verde ricorre così tanto? Si dice che esso sia il colore della speranza, il termine “green” oggi ha, nell’immaginario collettivo, una valenza positiva e sa di ecosostenibile, di politicamente corretto… Allora mi sono chiesto se ironicamente la “svolta green” tanto auspicata sia proprio questa e se abbia a che fare con l’economia circolare, o piuttosto con una sorta di “tassazione circolare a loop”, frutto di un sistema normativo e di controllo digitale talmente sovraccarico di regole (e ancora anacronisticamente succube della burocrazia) da rendere quasi impossibile l’adempimento stesso. Il risultato è quello di ritrovarsi a pagare delle somme smodate e irrazionalmente smisurate. Regole su regole, sanzioni su sanzioni, multe su multe…e sempre troppo alte.
La reazione non può che essere un impeto di ribellione, di rabbia (del resto anche la bile è verde), la manifestazione di una esasperazione che si mescola all’incredulità, tra le lacrime di disperazione e le folli risate di chi non può fare altro che prendersi gioco dell’assurda situazione, purtroppo comune a molti di noi, forse a troppi.
Mi sono così calato nei panni di questo protagonista, nel videoclip (regia di Paolo Meroni); un uomo come tanti, un “looser” sommerso da multe, sanzioni, ingiunzioni di pagamento, cartelle esattoriali; ne apro una dopo l’altra, ne leggo le motivazioni, entrando in una specie di trance e immaginando di trasformarmi in una sorta di Joker, fino ad impugnare una mazza da baseball per “fare giustizia”, ritrovandomi però, alla fine, da solo con la mia giacca verde, chiuso in una stanza fatiscente, seduto ad una piccola scrivania illuminata di verde con l’unica certezza che da ora e per sempre non pagherò più niente!
Il tutto è condito da un sound fresco, caratterizzato da riff di synth e tastiere, al fine di proporre proprio una visione ironica dei temi trattati; le quattro frecce all'inizio del brano fungono da percussione, mentre basso e batteria, incisivi e martellanti, sottolineano lo stupore, l’impotenza e la disperazione, fondendosi con la mia voce, a volte rabbiosa e a volte riflessiva. Se la musica non può cambiare il mondo, può forse riempirlo di contenuti che sappiano cogliere elementi di realtà e di denuncia, con energia e determinazione…e questo e ciò che vorrei fosse Molte Multe.