In Evidenza
altre sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Claudia Ottavia, ironica e caustica nel suo "Odio Sanremo": il video

Musica

Il brano è in realtà un odi et amo, è tormento ed estasi ma soprattutto è porsi domande con risposte che possono cambiare ogni giorno. Un testo esclusivo dell'artista introduce il video

Condividi:

Ho scritto Odio Sanremo dopo aver visto l’ennesima edizione di Sanremo. Sentivo dentro di me più̀ sentimenti contrastanti come rabbia, euforia, tristezza. Stavo scoppiando e ho dovuto buttare giù parole che potessero esprimere tutto questo trambusto interiore. Non ho ancora ben compreso se la rabbia scaturisse solo dall’invidia di non essere sul quel palco, o dall’eccessiva importanza che viene data al festival in Italia, visto come vetta da raggiungere per ogni cantante italiano. Anche se in realtà̀ in molti sono stufi di Sanremo. Io lo vedo come uno specchio della nostra bella Italia, tutto luccicante, tutto per forza splendente, e una grande folla che lo acclama. Quindi per sentirmi appagata artisticamente devo passare per Sanremo? Oppure per un talent? Sono tutte domande che mi faccio e Odio Sanremo esprime tutte le contraddittorie risposte che mi do ogni giorno.

Credo, infatti, che un brano non finisca veramente nel momento in cui lo scrivi, ma continui a viaggiare e a maturare nel tempo. Con il produttore abbiamo successivamente analizzato e messo a punto ogni parola del testo perché́ il messaggio arrivasse più̀ chiaramente. Odio Sanremo è un “odi et amo”. Spesso odiamo e amiamo qualcosa allo stesso tempo, e forse la odiamo proprio perché́ la amiamo tanto, quindi le due cose camminano sullo stesso binario. Solo che da sempre ci insegnano che odiare è male e amare è bene, ma io non sono sicura che sia così. Credo che tutto ciò che fa parte dell’essere umano debba essere accettato, anche il brutto. Ecco perché́ non apprezzo le facciate televisive, tanto meno quelle di Sanremo, perché́ si tratta di ciò che io amo: cantare. Voler arrivare a tutti i costi a quella finzione non credo faccia bene a nessuno.

L’idea del videoclip è nata confrontandomi con delle persone care sul tema Sanremo. L’intento è quello di mettere in luce la dicotomia tra la vita reale e quello che accade a Sanremo. Una cosa curiosa è accaduta quando giravo il videoclip: mentre fingevo di essere a Sanremo, ne ho percepito tutta l’ansia e la rigidità. Credo di aver provato un po’ quello che sentono gli artisti sul quel palco. Partendo dai vestiti che ho deciso di indossare, un vestito elegante ma davvero scomodo che mi impediva qualsiasi movimento naturale. Abbiamo dovuto interrompere le riprese più volte perché ero rimasta con il seno di fuori! Mentre la parte in cui ho deciso di interpretare me stessa mi ha dato gioia e divertimento, avevo il corpo caldo e vibrante. Con il videomaker abbiamo deciso di rendere la parte in cui interpreto me stessa come una sorta di virus della tv, che interrompesse la performance di Sanremo. Si notano le reazioni diverse del pubblico standard di Sanremo: il cliché della moglie attenta e felice di vedere Sanremo e il marito annoiato e attratto solo dal “virus”. In più il ragazzo che guarda e critica Saremo mentre fa i suoi bisogni, visto che ormai non ci separiamo dal telefono neanche per andare in bagno!