Luca Longobardi trasforma la musica in arte immersiva

Musica

Fabrizio Basso

Il pianista e compositore calabrese ha curato il sound design e le composizioni originali degli spettacoli immersivi su Van Gogh e Klimt in Nord America. Ora sogna l'Italia L'INTERVISTA

La buona resa di questo tipo di spettacoli ruota intorno al giusto equilibrio tra immagini, suono e spazio. Sono le persone, il pubblico, a essere il quarto elemento dello spettacolo. Così Luca Longobardi ci porta nel cuore dell'arte immersiva. Per fare un esempio del valore di questo modo di interpretare l'arte, oggi Immersive Van Gogh è lo spettacolo di intrattenimento più popolare in Nord America con tre milioni e mezzo di biglietti venduti, superando di fatto le vendite del tour di Taylor Swift e Pink.

Quando il tuo amore per la musica ha svoltato verso l’immersivo?

E’ successo circa dieci anni fa quando Massimiliano Siccardi mi ha coinvolto in una prima opera che abbiamo lavorato nel 2012 in Provenza in una cava di bauxite: musica originale per uno spettacolo immersivo breve e da lì nato un rapporto di stima e ho cercato di capire cosa significasse gestire una situazione di spettacolo immersivo e anche capire chi è lo spettatore che sceglie di partecipare.
Credi che questi due anni che abbiamo vissuto abbiano sviluppato la sensibilità per entrare in un mondo artistico quale è il tuo?
Dico sì a pieni polmoni perché le persone hanno finalmente trovato il tempo per lo slow listening. Ho notato che all’inizio taggavano il nome e poi si geotaggavano per dire che erano fuori di casa, che esistono luoghi dove si può essere protagonisti di uno spettacolo.
Perché Van Gogh e Klimt?
E a febbraio arriva Frida. Una trilogia per rappresentare la contemporaneità dell’arte con artisti quasi contemporanei. Tutti hanno messo davanti la persona rispetto all’arte. Li conosci prima ancora di vedere l’opera. Alla mostra di Klimt, che ho visto recentemente, resti senza fiato e capisci che la sua vita è quel quadro, hanno corrispondenza tra la vita vera e il vissuto che va nell’opera.
Del pianista e compositore calabrese cosa resta?
Tutto. Devo tanto all’essere nato in un piccolo paese e alla lungimiranza di una famiglia che mi ha permesso di diventare pianista e artista. Il paese piccolo fa sviluppare la fantasia.
L’elemento più difficile credo sia l’equilibrio: come lo cerchi?
Una ricerca che non deve mai finire soprattutto se fai sperimentazione, devi ridosare ogni volta tutto. Ho sempre pensato alla musica in modo orchestrale, poi il linguaggio evolve e io sono passato dal classico a un noise contemporaneo.
Secondo te l’Italia è pronta per la musica visiva?
In un certo ambiente la musica va oltre l’immagine, la musica può fissare la sensazione dell’immagine nello stomaco. Il ricordo si riaccende a ogni ascolto.
Tra gli artisti che “coinvolgi” ci sono Edith Piaf e David Bowie: quali altri ispiratori hai?
Quello che può creare un ricordo collettivo è un pubblico vasto che partecipa a uno spettacolo immersivo. La musica originale è il collante ma servono poi pezzi noti e uso una lingua diversa per evidenziare l’aspetto musicale rispetto al testo. C’è un pensiero ragionato nella scelta.
Conosci la realtà della danza contemporanea?
Quando ero al San Carlo di Napoli sono entrato in contatto con i grandi della danza, per me è di grande ispirazione perché il coreografo contemporaneo pensa anche a light design, ai costumi, alle coreografie: è un artista multimediale.
Su quale progetto stai lavorando?
Chiuso Frida ci sono in programma un altro paio di programmi immersivi. Uno appartiene all’Italia, l’altro affronta un argomento poco consueto per le situazioni immersive. Poi ci sarà un disco che è uno studio compositivo sull’epoca barocca.
Appena la situazione si normalizza porterai i tuoi spettacoli immersivi in Italia? C’è un artista italiano che potrebbe diventare protagonista di un tuo spettacolo?
Ci sono stati esperimenti simili a quelli che trattiamo noi ma la sensazione è che il mercato sia stato un po’ bruciato. Per noi l’opera immersiva è un’opera nuova, non è una presentazione digitale delle opere di un artista. Se ci fosse la possibilità farei qualcosa su ragazzi giovani da Fabio Viale e Iginio De Luca.
Cosa ti aspetti per Natale e prevedi un regalo magari fuori dal coro per i tuoi fan?
Spero che sia una pausa serena per tutti dopo un anno complesso. Farò piccoli video con un brano natalizio, cover elettronica: potrebbe essere Astro del Ciel col pianoforte granulare e pedale.

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