Adele fa rimuovere a Spotify la riproduzione casuale di default

Musica

Camilla Sernagiotto

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La popstar ha richiesto alla piattaforma di disattivare la funzione “riproduzione shuffle” di default per il suo nuovo disco appena uscito. Spotify ha accettato, disattivando la funzione di default per qualsiasi album sulla piattaforma. Le reazioni sono varie: c’è chi la critica e chi invece la ringrazia. La nuova impostazione che rende il tasto play sequenziale come predefinito riguarda solo gli abbonati Premium, non quelli free. Questi ultimi continueranno a vedere solo il tasto play casuale per qualsiasi disco

Adele ha chiesto a Spotify di disattivare la funzione “riproduzione casuale” di default per il suo nuovo disco appena uscito, 30. Spotify ha accettato.

“Era la mia unica richiesta. Non scriviamo album con cura e non compiliamo la tracklist con attenzione senza motivo. Raccontiamo storie con la nostra arte e i dischi andrebbero ascoltati come desideriamo. Grazie Spotify per aver ascoltato”, ha scritto la cantante su Twitter.

Ciò che ha chiesto - e ottenuto - la popstar è stata la rimozione della cosiddetta riproduzione shuffle come opzione di default per coloro che - dotati di account Premium - ascolteranno sulla piattaforma di streaming musicale il suo album 30. Il che non significa che la riproduzione casuale è stata totalmente rimossa: purtroppo questo punto non è statao compreso da tutti e proprio per questo sta generando il caos più totale in rete.

“Qualsiasi cosa per te”, ha risposto Spotify sul proprio account di Twitter, diffondendo poi un comunicato stampa in cui viene annunciata una nuova feature Premium.


“Come anticipato da Adele, siamo entusiasti di annunciare una nuova funzione Premium, a lungo richiesta sia dagli utenti che dagli artisti che rende il play il pulsante predefinito su tutti gli album. Gli utenti che desiderano riprodurre casualmente i brani di un album, possono andare nella sezione Now Playing e selezionare la funzione shuffle. Come sempre, continueremo a perfezionare i nostri prodotti e caratteristiche per creare le migliori esperienze sia per gli artisti che per gli utenti”, queste le parole diffuse dai portavoce della piattaforma streaming.

Parole che dovrebbero fugare qualsiasi dubbio relativo alla rimozione totale della riproduzione shuffle: non è così, la riproduzione casuale è ancora possibile su Spotify.
In pratica adesso il tasto play sequenziale sarà la prima scelta quando si ascolta un disco, a differenza di prima. Secondo la cantautrice britannica la narrazione musicale di un album - e soprattutto del suo - sarebbe compromessa dall'ascolto casuale.
Da non sottovalutare però è che questa nuova impostazione, quella che rende il tasto play sequenziale il predefinito, riguarda soltanto gli abbonati Premium di Spotify, non quelli free. Questi ultimi continueranno a vedere come unica scelta il tasto play casuale per qualsiasi disco disponibile sulla piattaforma.

L’ultimo album di Adele, “30”, è uscito il 19 novembre ed è stato il primo a essere disponibile direttamente sulle piattaforme di streaming. Il disco precedente, anch’esso con titolo numerico (25) dato alle stampe nel 2015, al lancio poteva essere solamente comprato fisicamente oppure scaricato, sempre a pagamento.

Le reazioni

La notizia della disattivazione della modalità riproduzione casuale di default per la richiesta fatta da Adele ha scatenato svariate reazioni nel pubblico e tra i colleghi: gli artisti indipendenti, infatti, hanno voluto prendere parola sulla questione, chi perché teme che questa disattivazione possa incidere sulla remunerazione (nei casi in cui il nome del musicista non sia altisonante come quello di Adele) e chi invece per ringraziare la popstar inglese.  


Alcuni fan lamentano il fatto che sia ingiusto l'imposizione dall'alto di ascoltare un album come l'artista vuole che venga recepito.
C’è chi ricorda una simile richiesta fatta su Twitter da Lady Gaga, che il 29 maggio 2020 scrisse sul social network: “Per favore, ascoltate dall'inizio alla fine. Non c'è bisogno di mescolare, è la mia vera storia”, riferendosi al suo album Chromatica (a questo link trovate il suo tweet). In quel caso però la richiesta era volta ai suoi ascoltatori, non alle piattaforme.

Non è però passato inosservato l'enorme potere che detiene la cantautrice britannica, dato che sembra sia ascoltata (in modalità non shuffle, per fare la battuta...) addirittura più di Lady Gaga quando fa una richiesta.

C'è anche chi critica Adele poiché non ha capito una cosa fondamentale, che sta alla base di tutto: la funzione shuffle non è stata eliminata del tutto ma semplicemente non è più quella di default.
Dopo così tanti anni in cui tutti noi ascoltiamo playlist varie e multiformi, il sentimento comune è quello di non concepire che le canzoni possano essere ascoltate in un dato ordine imposto da chi le ha create.

Ci sono poi i complottisti, quelli che vedono del marcio in qualsiasi cosa, pure in questo caso: accusano Adele di voler controllare le abitudini di ascolto dei suoi fan, calando il tutto in un’atmosfera à la 1984 (per rimanere in tema numeri, come è il titolo dello stesso disco di cui stiamo parlando).

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Gli artisti che chiedono una maggior remunerazione

Sono tante le star della musica indipendente - come ad esempio la regina del nuovo country Margo Price - e anche gli addetti ai lavori che dicono grazie ad Adele per questa sua richiesta.

Oltre a ringraziare lei, però, ne approfittano per chiedere a Spotify e alle altre piattaforme di streaming musicale una remunerazione maggiore per gli artisti, citando anche l’iniziativa Justice at Spotify.

“Adele, ora potresti chiedere che Spotify ci paghi il giusto?”, scrive Damon Krukowski, il musicista, poeta e scrittore statunitense che fa parte del duo Damon and Naomi.

Ricordiamo che nel 2014 Taylor Swift ha rimosso la propria musica da Spotify, chiedendo di ricevere una remunerazione a suo avviso più equa. Oltre a lei, il coro degli artisti che chiedono a gran voce un trattamento economico più favorevole per coloro che creano e producono i brani è un coro polifonico.

Di seguito trovate il tweet di Adele relativo alla questione.

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