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Muriel è un giro d'amore quotidiano sulle Gios3 della vita

Musica

Fabrizio Basso

E' il primo e unico brano d'amore di questa cantautrice pop: racconta di una relazione a distanza, la pioggia e i tatuaggi di cui in fondo non ci pente mai abbastanza. Una voce fuori dal coro che parla dell'amore più quotidiano e atipico. L'INTERVISTA

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Una volta c'era il ladro gentiluomo, oggi c'è la ribelle gentil...donna. E' colei che sa sbattere i pugni contro il muro e poi sentire le farfalle nella pancia; è chi sa fuggire dalle relazioni tossiche e abbandonarsi a un amore unico e speciale. La sua vita si muove al ritmo delle Gios3, dell'anima e del cuore. Il simbolo di questa figura umanamente mitologica è Muriel Bassi, ventitreenne artista lodigiana

Quando è nato Gios3? Ed è nato di getto oppure è stata una scrittura tormentata?
E' stata una lavorazione particolare sia per la produzione, diversa dal mio passato, sia per la tematica e l’intenzione. Sono andata controcorrente per raccontare un amore semplice, una vicenda di inizio estate buttata fuori di getto.
Quanto è difficile raccontare l’amore al tempo dei social?
L’amore lo conosciamo solo così, non conosciamo quello delle lettere, il vedersi, la casa. Dell'altro sappiamo tutto prima di conoscersi, si è perso il valore del dialogo, oggi si sa già tutto senza il bisogno di chiederlo. Prima della cena sai già chi hai di fronte e per questo è difficile legararsi alle cose semplici ma non banali dell'amore. Che poi ne costituiscono le fondamenta.
Quando dici che questo amore ti ha fatto diventare donna che intendi?
Mi è battuto il cuore, ho pensato per due per la prima volta, mai mi sono preoccupata per due prima. Mi mancavano la piccole cose che poi sono grandi e ti fanno scoprire il bello dello stare insieme. E' una nuova scoperta di me stessa, finché non ci si innamora non si può capire chi si è.
La scrittura in italiano rappresenta il tuo futuro nella musica?
L’italiana di certo rimarrà, l’inglese è fondamentale per arrivare a più persone ed è anche uno strumento di confronto.
Quando, dal punto di vista artistico, le esperienze a Londra e Ibiza ti hanno formata?
Tantissimo perché i miei anni all’estero mi hanno fatto capire chi voglio al mio fianco e mi hanno fatto comprendere i miei errori. Pensa che troncai i rapporti con loro per circa cinque anni e quando tornai mi dissero che educare un figlio è dargli gli strumenti per rimediare agli errori.
Fai sempre a pugni col sonno?
Sì. Odio perdere il controllo, è rilassante dormire ma se non sono nelle giuste condizioni mentali diventa un incubo. Fosse per me non dormirei mai, ma poi ho l'ansia da stanchezza e non faccio bene le cose.
Ti sei riappacificata con l’orgoglio?
Ha dato spazio alla dignità che spesso viene confusa con l'orgoglio ma sono differenti. Dignità e non farti mettere i piedi in testa, l’orgoglio rischia di diventare arroganza. E una brutta bestia e bisogna liberarsene.
E la gelosia?
E' un sentimento naturale ma esternarla è peccato. Parte un meccanismo sbagliato e io non sono nessuno per limitare la libertà, è un male per entrambi. Certo deve esserci un limite. Se il mio fidanzato dice che va per un periodo a Ibiza a lavorare...ogni tanto lo vado a trovare!
Difficile fare musica?
Prima la musica era ricerca, superare i propri limiti, oggi basta il tasto di un pc. La domanda è: stiamo rincorrendo lo spettacolo o la musica? La performance è la forza dell’artista.
Come è stato costruito il video di Gios3? Tu e il tuo fidanzato siete i protagonisti.
Abbiamo detto proviamo a starci dentro. E' la cosa più bella. E' un vieo semplice e imperfetto.
Perché speri sia la prima e l’ultima canzone d’amore?
Intendo di questo tipo d’amore, di un amore così grande. Ne parlo d’amore in molti modi, anche come sofferenza ma questo voglio che non se ne vada dalla mia vita. Ho 23 anni ma una grande fortuna e spero di non scrivere più di questo amore perché significherebbe che esiste.
A questo punto la tua musica che direzione prende?
Porto avanti due progetti, uno col mio produttore e uno con mio padre. Poi li manderemo a chiunque, cercando una etichetta. Strategicamente preferirei per ora uscire con dei singoli. Ho una velocità di scrittura pazzesca, in dieci giorni a Lodi ho fatto dieci pezzi e due progetti. Amo l’idea di essere sotto pressione. Se non trovo chi supporterà il mio lavoro resterò ancora indipendente.
Progetti a breve termine?
Chi fa il mio lavoro svolge un servizio per il pubblico e dunque deve omaggiarlo e onorarlo con qualcosa di bello. La prossima estate avrò almeno cinque brani fuori e qualcosa inventerò!