Carmen Consoli, un tour da rockstar a cuore aperto

Musica

Fabrizio Basso

Oltre due ore di concerto suddiviso in tre atti per l'artista siciliana che ha aperto al Teatro Regio di Parma il suo “Volevo fare la Rockstar Tour”. LA RECENSIONE

Tre atti, un solo comune denominatore: la poetica rock. Carmen Consoli apre il Volevo fare la Rockstar Tour al Teatro Regio di Parma, nell'ambito del Barezzi Festival che stasera, 5 ottobre, ospita Iosonouncane e il 6 i Fontaines D.C.), con un live vibrante, suddiviso in tre atti: il sogno (tutto dedicato al recente album) gli anni mediamente isterici e l'amicizia. Due ore abbondanti sul palco, condivise con Marina Rei, batterista straordinaria, e dal chitarrista (e non solo) Massimo Roccaforte, che hanno entusiasmato anche i loggionisti. Pochissime parole per Carmen dal palco, qualche grazie e uno scambio di battute con i suoi compagni di viaggio, in una serata che si apre con Volevo Fare la Rockstar proposto nello stesso ordine del disco. Assisto a una narrazione intima, impreziosita dalle installazioni video curate da Donatella Finocchiaro che ritraggono una Sicilia inedita, mentre l’impianto scenico disegnato da Imaginarium ricama un’unica tela di immagini e note. La prima missione è lasciarsi andare e perdere il controllo. E per riuscirci occorre l'oscurità, elemento scenico caratterizzante della prima ora di live. I brani di Volevo Fare la Rockstar sono accompagnati da video suggestivi e suggestionanti a partire da L'Aquilone che alle nuvole ritmate da un orologio futurista succedono immagini e video di Carmen in varie fasi della sua vita. Ogni canzone ti inghiotte nella sua storia e l'elemento straordinario e che mai le immagini hanno il sopravvento sulla musica, l'equilibrio è perfetto. Penso ai super eroi bambini di Mago Magone, alle sfumature alla Mary Poppins di Le Cose di Sempre fino al clima da Soap Opera anni Cinquanta di Qualcosa di me che non ti Aspetti. Quel giusto equilibrio tra istinto e ingegno presente ne L'Uomo Nero, con protagonista un Joker che ricorda Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin, avvolge tutta la serata.

Il secondo atto si colora di verde e la musica sale di tono. Marina Rei alla batteria spinge il Rock. Mi racconta Francesco Barbaro, che produce il tour per OTR live, che questa coppia nasce oltre dieci anni fa in Messico, in occasione di un festival a Guadalajara, e che è stata tenuta in incubazione finché non è giunta la giusta occasione. Si parte con Per Niente Stanca e Besame Giuda con un eco finale di besame mucho. Marina Rei, che Carmen, ha affettuosamente definito una selvaggia, è voce principale in Donna che Parla in FrettaCarmen Consoli gioca con la sua voce, la trattiene e la libera (in Contessa Miseria sembra una soprano lirica), il pubblico lentamente perde compostezza ma resta al suo posto, nessuna ribellione alle regole. Solo dai palchi c'è qualche accenno di ballo. In questa area rock ci sono anche Confusa e Felice e Venere, che la chiude.

Il terzo atto si apre con l'omaggio a Franco Battiato, il brano scelto è Stranizza d'Amuri: alle spalle di Carmen e dei suoi musici scorrono frasi del maestro siciliano e alla fine compare una sua immagine. Il viaggio “consoliano” riparte con L’ultimo Bacio e poi seguono Blunotte, Fiori d'Arancio, che profumano a ritmo di tarant(ell)a, Orfeo, Parole di Burro e 'A Finestra. Le luci si accendono, gli applausi volano, c'è il rito antico e sacrale del bis, con l'artista che sparisce nel ventre del teatro per poi riapparire armata di chitarra e salutare Parma con Quello che Sento e Amore di Plastica. Si lascia il Regio e si torna a casa, anche perché intorno al tempio laico della musica tutti i locali sono chiusi e dunque la serata non può continuare.

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