Saltata Catania causa maltempo, quella del 29 ottobre a Bologna è diventata la prima data italiana del duo norvegese. Il 30 si replica nella città felsinea e poi doppio concerto a Milano l'1 novembre, alle ore 13 e 21 al Teatro degli Arcimboldi. LA RECENSIONE DEL DEBUTTO
Peace or Love è un disco ma non è la vita. E' una alternativa su carta ma nella quotidianità rappresenta una bella e invidiata coppia. E' quanto raccontanto nel loro concerto i King of Convenience, che Peace or Love hanno ribattezzato il loro nuovo album, undici canzoni lavorate in cinque anni e in cinque città diverse. Erlend Øye e Eirik Glambæk Bøe si sono conosciuti a scuola a Bergen, in Norvegia, e hanno suonato nella stessa band, gli Skog, prima di sciogliersi e formare il duo nel 1999. Sono considerati i padri del new acoustic movement, pionieri di una nuova ondata di musica intima e acustica. I Kings Of Convenience hanno conquistato e incantato il mondo intero con i loro album e raggiunto le vette delle classifiche con canzoni sofisticate e delicate come Misread, I’d Rather Dance with You e Mrs. Cold.
La prima domanda è, quando appaiono sul palco, poco dopo le 21.30, con i loro maglioni colorati a bande orizzontali e quel look da collegiali: ma se fossimo negli anni Settanta? Venderebbero milioni di dischi è la risposta che mi sono dato, quando, in piedi, hanno aperto la serata con Comb My Hair. Cercano subito, Erlend ed Eirik, il contatto con pubblico, chiedono di accompagnarli con lo schiocco delle dita e ringraziano "per l'assistenza ritimica. Volevamo essere qui da voi già rodati ma il concerto di Catania è stato annullato perché il teatro era allagato e quindi sarete voi a scaldarci per le prossime date". Nell'arco dell'ora e mezzo di presenza sul palco del Teatro Manzoni ascoltiamo, tra le altre, Rock Trail, Cayman Islands, Angels, Homesick, Toxic Girl e a la splendida Mrs Cold, al termine della quale Erlend ed Eirik si scambiano fraternamente le chitarre. Poi lo scenario cambia, sul palco, arrivano Tobias, che è in squadra da tre album, e Davide Bertolini da Reggio Emilia, che ha prodotto gli album del duo norvegese, e la formazione diventa un quartetto. Per i bis volano via i maglioni e c'è il ringraziamento al pubblico: "Grazie per avere sopportato la mascherina tutto questo tempo, senza non sarebbe possibile essere qui". Invitano quindi la gente ad alzarsi e poi, sulle ultime note, a posizionarsi sotto il palco e a ballare. E' un finale splendidamente swing!