Il compositore milanese e l'artista di Novi Ligure hanno infiammato la serata finale all'Ariston. Appuntamento al 2022 sperando in un set degli artisti più brevi e un'ulteriore apertura verso i giovani
Parte in rosa, nell’ultima serata del Premio Tenco, l’omaggio a Mogol e Lucio Battisti. Le protagoniste sono Simona Colonna e Ambra Pintore che annichiliscono con una versione ultra minimalista di Mary oh Mary, brano di certo non famosissimo ma che narra di un amore struggente e visionario. Con Pensieri e Parole è un ritrovarsi psichedelico poi il ritmo si fa lento, sincopato con rari, ma intensi, echi battistiani e un pre-finale talking. Per entrambe dieci con lode, una dissacrazione artistica degna del My Way di Syd Vicious. L’eco non si è ancora spento che appare, per ritirare il Premio Tenco, Mogol che lo dedica a sua moglie Daniela e ricorda di avere scritto con Luigi Tenco l’immensa Se Stasera sono Qui: “Mi sono battuto perché non andasse a Sanremo con Ciao Amore e gli dissi che per Sanremo poteva andare ma era troppo commerciale. E che era grande nel suo modo. Quell’anno avevo tre canzoni e non ci andai per cercare di convincerlo… è andata come è andata, lo abbiamo tutti nel cuore e siamo dispiaciuti perché non abbiamo capito cosa era successo. Un artista così è molto raro, era gentile e carino, era molto solo. Mio papà, che era il suo editore, e io con Gino Paoli e Bruno Lauzi e altri gli abbiamo fatto tanta compagnia”.
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Premio Tenco, l'intervista a Mogol
Tre giovani artisti del Grup Yorum si sono lasciati morire di fame per rispondere al regime autoritario di Erdogan e il loro sacrificio, con la collaborazione di Amnesty International, è stato istituito il Premio Yorum, che in questo 2021 va all’artista ungherese Aron Molnàr, attivista che risponde, attraverso l’arte, “all’imbarazzo che quotidianamente Orban crea all’Europa”. Rappa su tre brani: il primo rivendica la libertà di insegnamento, il secondo affronta i problemi climatici e il terzo sensibilizza sulle nuove generazione, “perché loro sono il futuro”, e lo fa con una ninna nanna.
Claudio Bisio accende l’Ariston con la sua ironia tra i Nomadi, Caterina Caselli e Nietsche; poi viene consegnato il secondo Premio Tenco della serata: il destinatario è Vittorio De Scalzi, premiato in rappresentanza dei giornalisti da Andrea Spinelli, sulle note di Quelle Navi. Ho scritto che questo è un Tenco catalizzatore di più idiomi: dopo l’ungherese di Molnàr arriva l’abruzzese Setak che ci accompagna nella saggezza della musica popolare in compagnia, per un tratto, di Mimmo Locasciulli. Arriva un altro Premio Tenco e va a Pere Camps come operatore culturale per “le canzoni che non si inginocchiano”.
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Premio Tenco, all'Ariston si parlano tutte le lingue del mondo
Quella gioventù del futuro incoraggiata dal grintoso Aron Molnàr ha, in questa ultima serata del Tenco 2021 il volto di Senza_Cri il cui disco in uscita è Salto nel Vuoto: si presenta con una elettrica Amarsi un po’ di Lucio Battisti e una voce ricca, sapida, tonante e poi ci porta nel suo mondo con Camaleonte, Luccica, Edera (“Stringete fortissimo chi amate perché a un certo punto bisogna salutarsi”) e Amor/25 novembre (“Data contro la violenza sulle donne ma anche alla violenza in generale: non siamo un po’ stanchi di farci male?”). Torna Claudio Bisio dicendo che “il Club Tenco è contaminazione” e introduce l’ultimo artista, Stefano Bollani col quale inventano uno spettacolo è la vera sorpresa della serata. Chiusa questa impareggiabile parentesi Stefano Bollani, Premio Tenco 2021 consegnatogli da Giovanna Botteri, incanta l’Ariston con un omaggio a Lucio Battisti: sceglie Nessun Dolore; poi continua con Quella cosa in Lombardia (testo del poeta Franco Fortini e musca di Fiorenzo Carpi, quest'ultimo coinvolto anche in Sopra i Vetri), La Strada verso Casa, Microchip e Averti tra le Braccia; a sorpresa regala la versione in italiano di With or without you degli U2 fatta da Edipo e i suo Complesso. La musica finisce qui e si chiude il sipario sul Premio Tenco 2021. Ci ritroveremo l’anno prossimo con entusiasmo ancora maggiore e con la speranza di set più brevi e (ancora) più spazio ai giovani.