Tenco 2021: premiato Stefano Bollani, mattatore della serata con Claudio Bisio

Musica

Fabrizio Basso

Il compositore milanese e l'artista di Novi Ligure hanno infiammato la serata finale all'Ariston. Appuntamento al 2022 sperando in un set degli artisti più brevi e un'ulteriore apertura verso i giovani

Parte in rosa, nell’ultima serata del Premio Tenco, l’omaggio a Mogol e Lucio Battisti. Le protagoniste sono Simona Colonna e Ambra Pintore che annichiliscono con una versione ultra minimalista di Mary oh Mary, brano di certo non famosissimo ma che narra di un amore struggente e visionario. Con Pensieri e Parole è un ritrovarsi psichedelico poi il ritmo si fa lento, sincopato con rari, ma intensi, echi battistiani e un pre-finale talking. Per entrambe dieci con lode, una dissacrazione artistica degna del My Way di Syd Vicious. L’eco non si è ancora spento che appare, per ritirare il Premio Tenco, Mogol che lo dedica a sua moglie Daniela e ricorda di avere scritto con Luigi Tenco l’immensa Se Stasera sono Qui: “Mi sono battuto perché non andasse a Sanremo con Ciao Amore e gli dissi che per Sanremo poteva andare ma era troppo commerciale. E che era grande nel suo modo. Quell’anno avevo tre canzoni e non ci andai per cercare di convincerlo… è andata come è andata, lo abbiamo tutti nel cuore e siamo dispiaciuti perché non abbiamo capito cosa era successo. Un artista così è molto raro, era gentile e carino, era molto solo. Mio papà, che era il suo editore, e io con Gino Paoli e Bruno Lauzi e altri gli abbiamo fatto tanta compagnia”.

Tre giovani artisti del Grup Yorum si sono lasciati morire di fame per rispondere al regime autoritario di Erdogan e il loro sacrificio, con la collaborazione di Amnesty International, è stato istituito il Premio Yorum, che in questo 2021 va all’artista ungherese Aron Molnàr, attivista che risponde, attraverso l’arte, “all’imbarazzo che quotidianamente Orban crea all’Europa”. Rappa su tre brani: il primo rivendica la libertà di insegnamento, il secondo affronta i problemi climatici e il terzo sensibilizza sulle nuove generazione, “perché loro sono il futuro”, e lo fa con una ninna nanna.

Claudio Bisio accende l’Ariston con la sua ironia tra i Nomadi, Caterina Caselli e Nietsche; poi viene consegnato il secondo Premio Tenco della serata: il destinatario è Vittorio De Scalzi, premiato in rappresentanza dei giornalisti da Andrea Spinelli, sulle note di Quelle Navi. Ho scritto che questo è un Tenco catalizzatore di più idiomi: dopo l’ungherese di Molnàr arriva l’abruzzese Setak che ci accompagna nella saggezza della musica popolare in compagnia, per un tratto, di Mimmo Locasciulli. Arriva un altro Premio Tenco e va a Pere Camps come operatore culturale per “le canzoni che non si inginocchiano”.

Mogol- Carroccia

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Quella gioventù del futuro incoraggiata dal grintoso Aron Molnàr ha, in questa ultima serata del Tenco 2021 il volto di Senza_Cri il cui disco in uscita è Salto nel Vuoto: si presenta con una elettrica Amarsi un po’ di Lucio Battisti e una voce ricca, sapida, tonante e poi ci porta nel suo mondo con  Camaleonte, Luccica, Edera (“Stringete fortissimo chi amate perché a un certo punto bisogna salutarsi”) e Amor/25 novembre (“Data contro la violenza sulle donne ma anche alla violenza in generale: non siamo un po’ stanchi di farci male?”). Torna Claudio Bisio dicendo che “il Club Tenco è contaminazione” e introduce l’ultimo artista, Stefano Bollani col quale inventano uno spettacolo è la vera sorpresa della serata. Chiusa questa impareggiabile parentesi Stefano Bollani, Premio Tenco 2021 consegnatogli da Giovanna Botteri, incanta l’Ariston con un omaggio a Lucio Battisti: sceglie Nessun Dolore; poi continua con Quella cosa in Lombardia (testo del poeta Franco Fortini e musca di Fiorenzo Carpi, quest'ultimo coinvolto anche in Sopra i Vetri), La Strada verso Casa, Microchip e Averti tra le Braccia; a sorpresa regala la versione in italiano di With or without you degli U2 fatta da Edipo e i suo Complesso. La musica finisce qui e si chiude il sipario sul Premio Tenco 2021. Ci ritroveremo l’anno prossimo con entusiasmo ancora maggiore e con la speranza di set più brevi e (ancora) più spazio ai giovani.

Marisa Monte

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