Cassandra, il rock rinasce con la loro Kate Moss

Musica

Fabrizio Basso

Credit Paolo Properzi

Il primo singolo della band racconta che, inattesa, giunge sempre la scintilla che rompe la quotidianità, che suona al campanello di casa scombussolando tutto. L'INTERVISTA

Debuttano "appropriandosi" di un mito e lo trasformano in un flusso di pensieri in libertà. I toscani Cassandra (i fratelli Matteo e Francesco Ravazzi, voce e chitarra, e Giovanni Sarti, batteria) hanno scritto Kate Moss in uno di quei momenti in cui niente si muove, niente ti sconvolge e si riduce tutto allo scorrere compulsivamente le storie di Instagram. Il singolo, griffato Mescal, fotografa i loro giorni con quel gusto smaliziato che scandisce questi tempi. Ma c'è sempre la scintilla che rompe la quotidianità, la Kate Moss, appunto, che suona al campanello di casa. Basta saperla cercare e sarà lì, tra la movida del centro, tra una serata di luna piena o mentre partecipi ai bootcamp di XFactor 2021. Il progetto Cassandra me lo racconta Matteo.

Partiamo dall’attitudine rock: che radici ha?

Alla fine nasce sui palchi, suoniamo insieme da tempo anche se come Cassandra siamo giovani, abbiamo fatto la gavetta vera. Conosciamo i palchi ruspanti dove devi sapere nuotare per portare a casa la serata.
Come mai avete scelto questo singolo come biglietto da visita?
Era un pezzo che quando lo abbiamo scritto abbiamo sentito davvero nostro e speriamo sia il primo di una lunga serie. Era cucito addosso a noi, è stato amore a prima vista.
Gli occhi di Kate Moss sconvolgono davvero oppure è una questione di metrica?
Per noi ha un valore simbolico, per la nostra generazione è colei che ha portato il glamour nel rock, prima era quasi da sfigati essere rock. Poi lei si è fidanzata con Pete Doherty e i rocker sono tornati tutti fighi.
Il finale del video è dolceamaro: lei si allontana con un altro ma gira la testa, lui abbozza un sorriso. Ci sarà una seconda puntata?
La stiamo progettando, arriverà un nuovo video. Anche per questioni di Covid questo lo abbiamo fatto quasi due anni fa e si basava su un amore non concluso, forse mai esistito, trasmette la tensione e le aspettive.
Vi sentite gli eredi della Firenze Rock degli anni 80?
Se ne parla ancora a Firenze di quella stagione, noi siamo fan di Litfiba e Diaframma. È stata una scena ingombrante negli anni successivi quindi bisogna staccarsene, un po' come il figlio che a un certo punto lascia la casa paterna. Certo che fu una scena quasi unica nel suo genere. Comunque noi non vogliamo fare i mammoni.
La Kate Moss che suona al campanello di casa, deve anche avere una bottiglia di gin come nel video?
Lei basta e avanza, se poi ha il gin meglio.
Cosa resta dei Kelevra?
Rimangono una attitudine e un approccio alla musica che anche se facciamo pop mantengono rock l'anima della band con quel suono sporco, l’errore, la stonatura...
Perché Cassandra?
Nasce da una scritta fuori dalla sala prove: recitava Cassandra Mi Manchi. Sono sempre stato appassionato delle storie sui muri perché denotano una urgenza espressiva forte. Ci ho fatto un pezzo e siccome siamo sempre pippe a trovare i nomi lo abbiamo adottato.
La avete cercata? Cassandra meglio di Kate?
Vogliamo che rimanga ignota ed è molto meglio di Kate.
Cosa vi resta di X Factor (GUARDA LO SPECIALE)? Quale sarebbe stato il vostro giudice perfetto?
Rimane un bellissimo ricordo. Siamo andati un po’ guardinghi, non ne conoscevamo le dinamiche. E abbiamo trovato una situazione figa, con band artisticamente molto valide, con dei contenuti, gente con qualcosa da dire. Fossimo andati avanti come giudice il cacio sui maccheroni sarebbe stato Mika però Emma poteva stimolare una parte diversa di noi.
Cosa accadrà nelle prossime settimane?
Usciranno altri singoli grazie alla famiglia Mescal. Sui live stiamo studiando, appena arrivano le occasioni siamo pronti. Siamo partiti ora e procediamo per piccoli passi.
Pensate anche al Festival?
Ribadisco che andiamo avanti piano piano ma su Sanremo chi dice che non vuole andarci è un bugiardo.
Siete social?
Abbiamo con loro un rapporto variegato, io non ha molto dimestichezza, Francesco e Giovanni sono più abili. Io faccio i contenuti che mi chiedono. È uno strumento fondamentale anche perché permette di stare vicino ai fan. Ma se l’immagine va oltre il contenuto, allora è un problema.

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