Il frontman dei Rolling Stones racconta al Zane Lowe su Apple Music 1 com’è tornato agli archivi di Tatto You per riscoprire la traccia (registrata in origine a Parigi nel 1972). Aggiunge di avere scritto molte canzoni nuove durante la pandemia e parla del perché la band stia continuando con il tour No Filter dopo la scomparsa di Charlie Watts, e del perché sarà difficile senza di lui
Mick Jagger come è stato rivisitato materiale mai pubblicato?
Qualcuno mi ha detto, “Sì, ma devono esserci altre canzoni che hai registrato e che non hai…” e io ho risposto “Sì, ci sono altre canzoni che abbiamo registrato, ma non sono ancora finite. Qualcuno dovrà finirle. Ma dipende. Voglio dire…non voglio pubblicare cose che non credo siano abbastanza buone. Capisci? Perché sono di interesse storico, capisci cosa intendo? Vorrei che fossero buone e interessanti o divertenti, o che ne so. E a volte ascolti e dici “È davvero…capisco perché non abbiamo…” A volte c’è una ragione per cui non l’hai proprio pubblicata.
Come è tornato negli archivi di “Tattoo You”?
Beh, ciò che fa la gente è intrufolarsi in chissà che archivio oppure lo comprano da qualcuno. Ciò che pubblicano è roba incompleta, o mixata in malo modo oppure in tempo reale con un board mix. Perciò non senti veramente com’è la registrazione. Capisci? Ne ascolti una versione vaga, ma non la senti realmente come una vera e propria registrazione, come per il resto dell’album. Ma per questa ri-pubblicazione, mi sono dato il tempo… una finestra di tempo davvero larga, perché ‘Tattoo You’ non era un album per cui ci siamo detti “Ok, ora passiamo un tot di mesi in studio e facciamo quest’album.” Si trattò di molte tracce registrate in un lungo periodo di tempo. Quindi ho un lungo periodo di tempo in cui ascoltare gli archivi ed essere fedele a quell’album.
Eccoci alla riscoperta di “Troubles A’ Comin” e dell’aggiunta di una strofa.
Cominciai con le Jamaica Sessions fino al 1979, ’80, dove registravamo a Parigi o qualcosa di simile. “Troubles A' Coming” era una versione cover. Perciò è qualcosa di incompleto, capisci? Perché la canzone esisteva già, che è grandioso. Mi dissi “Sì, mi piace quella. Funzionerà.” Perché è una canzone per cui devo scrivere i testi. Ma alla fine li dovetti scrivere i testi, e per me non era abbastanza quindi scrissi una strofa extra. Dovetti chiedere loro “Scusate, ho scritto una strofa in più. Vi sta bene?” Ma fu abbastanza semplice, in un certo senso. Poi Ronnie ci inserì un solo di chitarra. Non ce n’era uno. Ma alcuni degli altri che… 'Living in the Heart of Love', quella era quasi fatta. Non dovetti fare quasi nulla. Ronnie fece qualche solo extra e cose simili. Tutte le tracce vocali erano già fatte. C’era un esubero di testi.
Come ha replicato il processo di assemblaggio di ‘Tattoo You’?
Stavamo portando l’album ‘Tattoo You’ in tour. E credo che l’etichetta discografica disse “Dov’è il vostro album?” E noi rispondemmo “Beh, non ne abbiamo uno. Non l’abbiamo fatto.” E loro risposero “Beh, perché non guardate un po’ cosa avete degli ultimi otto anni. Avrete sicuramente qualche materiale.” Quindi tornammo in studio con Chris Kimsey, tecnico/produttore, e cominciammo a cercare tracce. E trovammo Start Me Up e cose del genere che non avevamo mai pensato di aver finito, ma lo avevamo fatto. Ed è lo stesso processo che ho dovuto ripetere in questo caso. Quindi ho dovuto inserire Start Me Up nell’originale ‘Tattoo You’. Quelli erano tutti i testi disponibili. E dunque, ho dovuto scrivere più testi e finire le tracce vocali, e abbiamo dovuto registrare le parti di chitarra e le relative sovraincisioni. Quindi c’erano molte tracce che non avevano linee, motivi, melodie. Io e Keith abbiamo lavorato su quelle tracce per farle funzionare. Abbiamo chiuso l’intero album in quel modo, e velocemente. Ma voglio dire, ho dovuto scrivere quintali di parole, perché erano tracce senza alcun testo. quindi abbiamo finito l’album, che quando fu pubblicato ebbe un gran successo. Ciò che ho fatto con quelle tracce extra è la stessa cosa che feci con l’originale ‘Tattoo You’.
Come ha scritto molte canzoni durante la pandemia?
Specialmente durante la pandemia, ho scritto molte canzoni. Sono molto interessato a fare cose nuove tanto quanto sono interessato a rifarle. Voglio dire, sono consapevole del fatto che queste canzoni, questi album hanno un significato e un’importanza per le persone, e ovviamente ce l’hanno anche per me. Mi piaceva molto fare tutte queste cose su ‘Tattoo You’. Ma mentre le stavo facendo, scrivevo anche cose nuove. Di alcune cose che ho scritto, penso: "Ah, sarebbero perfette per gli Stones.” ma a volte penso anche “Nah, non credo sarebbe adatto agli Stones. È un gran pezzo, ma non è per gli Stones.”
Parliamo della tristezza di andare avanti senza Charlie Watts e riflette sul tempo trascorso in studio con lui recentemente.
Senza Charlie sarà molto difficile. E abbiamo dei brani in cui ovviamente c'è ancora Charlie. Già. Ma se facciamo cose nuove... Ma se facciamo cose nuove, non ci sarà. Quindi sì, ed è stato molto triste. E ho lavorato con Charlie. In realtà ho fatto alcune cose con lui in studio molto recentemente, mentre stavamo facendo questa cosa di 'Tattoo You', e Ronnie era in studio. Charlie è venuto in studio. Abbiamo fatto un po' di lavoro su Tattoo You. Lui ha lavorato un po' su alcuni riempimenti e cose del genere. E poi quando abbiamo iniziato a pasticciare con altre cose, ho lavorato con lui. Sembra ieri che ero in studio con Charlie a scherzare. È così strano, e molto triste. E voglio dire, è così tanto tempo che lavori con qualcuno in quel modo, e arrivi a conoscerlo così bene e le sue stranezze e le sue idiosincrasie, e lui e gli altri conoscono le tue. C'è un linguaggio nella comunicazione tra musicisti, ovviamente, o quello che è. Così ne parli. È difficile parlare di musica. Ma così, dopo tutto questo tempo, hai questa facilità di comunicazione, per così dire, con un altro musicista. Questo è molto raro. Mi manca così tanto.
Come è stato aver intrapreso il tour 'No Filter' del gruppo senza Charlie Watts?
Alcune persone hanno detto, "Oh, beh, Charlie, è morto. Non avrebbe dovuto fare il tour, avrebbe dovuto fermarsi". E altre persone avrebbero pensato: "Beh..." Ma la cosa dei Rolling Stones, credo, in tutta la loro carriera è stata la loro resilienza di fronte alle avversità. E abbiamo avuto alti e bassi, soprattutto alti, ad essere onesti. Abbiamo avuto avversità, e questa è stata probabilmente una delle più difficili. E così abbiamo preparato il tour. Avremmo dovuto suonare l'anno scorso. Non abbiamo potuto farlo per ovvi motivi, a causa della pandemia. E ho pensato, e penso tutt'ora, che tutti nella band abbiano pensato che avremmo dovuto continuare. Dopo aver fatto i primi due spettacoli, penso di sentirmi davvero bene al riguardo. Ma sono contento che lo stiamo facendo. So che Charlie voleva che lo facessimo. Penso che il pubblico voglia farlo. Sembra che lo voglia. E naturalmente è diverso, e naturalmente, in qualche modo è triste, lo so. Ma voglio dire, vai là fuori e suoni un po’ di rock e ti senti meglio, ed è molto catartico. Quindi penso che sia davvero bello.
Sono anche nate delle set list.
Quello che facciamo è andare alle prove. Stiamo nel luogo delle prove per un po'. E qualcuno tira fuori qualche idea per qualche canzone. E poi si sfoglia il catalogo e gli album. Ovviamente, sapevamo che Tattoo You sarebbe spuntato fuori. Così guardo la lista delle tracce e dico: "Cosa potremmo fare?" Da quell'album, qualcosa che normalmente non facciamo... L'abbiamo già suonato prima, ma cosa potremmo portare? Non lo facciamo da un po'. E così metto una spunta, faccio una lista, e faccio tonnellate di liste di queste tracce che abbiamo già suonato live prima, ma non spesso. E così stilo una lista di forse 50, 60, 70 di questi brani, oltre a quelli ovvi che portiamo normalmente sul palco. Li esaminiamo insieme e io li propongo, e poi gli mi dicono: "No, quello no. Non farlo".