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V come Alessandro Mannarino, un album di poesia, luoghi e resistenza

Musica

Fabrizio Basso

A due anni dal successo del concerto al Museo D'Orsay di Parigi, l'artista romano torna con un disco (Polydor/Universal Music Italia) che sarà disponibile da venerdì 17 settembre 2021 in versione cd e doppio vinile oltre che su tutte le piattaforme digitali di streaming e download. Il nuovo lavoro è stato anticipato dai singoli Africa e Cantarè. L'INTERVISTA VIDEO

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Tra le tante V che accompagnano il nuovo album di Alessandro Mannarino ci aggiungo quella di viaggio. Perché questo è il nuovo lavoro dell'artista romano in uscita venerdì 17 settembre. Lo ho ascoltato, e anche consumato, in anteprima. Ed ecco le V che lui racchiude nelle 13 canzoni: Venere, Voce, Vita, Ventre, Valore, Volume, Veleno, Violenza, Villaggio, Vertebre, Vagina, Vulcano, Vagabonda, Vento, Vene e Vegetazione. Già solo leggere questo elenco è un viaggio che invita ad abbracciare la saggezza ancestrale degli esseri umani. E' un disco femmina, un disco politico e visionario che trasmette un forte senso di resistenza. In questi mesi più volte ci siamo chiesti che valore ha la parola resistenza. Ora, grazie a Mannarino, abbiamo la risposta: resistenza è non conoscere confini, è uscire dal patriarcato, è correre sugli oceani e penetrare le foreste. Resistenza è rispetto dell'essere umano e delle sue individualità.

La missione mannariniana è ben definita già nella cover del disco che raffigura una donna combattente e guerriera attraverso l’unione di due elementi, la donna, appunto, e la resistenza indigena. Quel passamontagna che non si capisce se è una copertura o una liberazione (o meglio ognuno che ascolta V potrà scegliere) è comunque un incitamento a essere attivi, ad agire. Il passamontagna lo indossiamo per andare in guerra o lo togliamo per mostrare e difendere la nostra identità? Un rito antico e tribale, quasi apotropaico. Ma di una contemporaneità sconvolgente. Aspettando il tour, che partirà a febbraio 2022, viaggiamo dall'Africa all'Amazzonica fino a Ballabylonia. In nome di un mondo che non conosce più monoteismi.