L'artista milanese porta l'eleganza e l'umanità sul palco dell'Arena di Verona nella seconda notte dei Seat Music Awards
L’eretica della canzone italiana conquista l’Arena di Verona con una tecnica quasi tribale, con una versione di Peccato Originale fatta solo con la Marimba. Ancora una vola Malika Ayane dimostra il bello di “malikafestare” la propria arte libera. Ospite dei Seat Music Awards l’artista milanese ha sparigliato le carte, domiciliando originalità lungo l’Adige.
Malika sei soddisfatta di questa estate? È andata come te la aspettavi?
Ti dico solo che qualche giorno fa al Festival della Mente di Sarzana la prima metà della strofa con cui ho aperto il mio set l’ ho fatta con la tachicardia e col groppo in gola. Ho perso la certezza in quella che era la mia certezza, mi sono sentita umana.
Che sensazione trasmette ritornare a Verona? Ripartiamo?
In questo momento della vita sono stata in Francia e credo si possa partire. In verità non sono riuscita a celebrare il mio decennale e abbiamo detto che lo faremo e ora ci risiamo, siamo a ridirci che rimandiamo. Spero non sia una falsa partenza, siamo sensibili. L’importante è che tutti capiscano che esiste una fetta di lavoratori che ha bisogno di lavorare, deve ripartire di questa carovana immensa di persone.
Il tuo malifesto made in Italy continua a essere un album amato e ascoltato: analizzare le emozioni è sempre un elemento seduttivo?
Conta l’immedesimazione. Sono emotiva ed empatica, io stesso quando ascolto musica cerco soddisfazione da un punto di vista del gusto sonoro ma poi è importante che il mio sentire sia riconducibile al sentire di un brano, cioè che sia rappresentato da una canzone. Una canzone è condivisone, è sentirsi simili.
Musicalmente in malifesto avete esplorato sonorità franco-belghe: il tuo futuro artistico resta in quelle aree?
Vorrei completare quello che abbiamo iniziato e stare in Francia e suonare là. Come anni fa feci a Berlino. Vorrei sviluppare la parte più melanconica, che non ha la freddezza del nord, qui è foschia. Anche il mondo Saint Tropez amo. Di certo voglio andare in profondità.
Dopo il basso Hofner che strumento sta diventando centrale nel tuo lavoro?
Quello il più “malikesco” ed è con me da tanti album. Ora studio il mondo delle tastiere, al di là di quelli degli anni Settanta c’è tutto un mondo con suoni strani e diversi. Poche sere fa ho assistito a un concerto con diverse tastiere: ogni musicista ne aveva una per oltre al suo strumento, compreso il batterista.
Il cinema è sempre stato per te fonte di ispirazione: c’è qualcosa di Venezia che ti ha catturato?
È stata molto bello quest’anno, mi sono segnata le date di uscita di alcuni. Non sono voyerista ma il film Lady Diana voglio vederlo e anche il nuovo Sorrentino. E anche Halloween Kills pur sapendo che poi non dormo.
Dopo il vinile di The Idiot tua figlia ti ha scippato altri dischi?
Ora se li compra lei e pure belli. E’ in fissa con The Cure, The Smiths e Arctic Monkeys.
Malifesto ha una cover in dissolvenza che declina le tue anime musicali: oggi faresti una cover più definita?
Toglierei ancora più contorni.
Tu che sei ottimista per natura, in questi mesi hai vacillato?
Un momento a metà luglio quando di passaggio a Milano ho visto manifestazione contro il green pass: mi sono cascate le braccia. Il lavoro dipende anche da quello.
Come è stato rimettere mano a Self Control?
Fantastico. Gli Alter Boy a loro volto sono fantastici, educati, intelligenti, hanno gusto e conoscenza musicale incredibili. Mi sono staccata da me per fare una cosa nuovo e ho imparato cose nuove.
Dopo il singolo Telefonami che cosa accadrà?
Non lo so. In questo momento se accendo la radio e sento quello che faccio è diverso da quello che tira. Poi non andando in tour non cambia tanto il brano che esce, la mia musica resta una anomalia ma è una cosa bella. Non sono mai stata alla moda: da una parte è doloroso non sentirsi percepiti ma dall’altra sento la libertà che molti non hanno. Come hai visto ai Seat Music Awards ho proposto Peccato Originale con solo la marimba.
Tutti i tuoi album hanno titoli di una parola tranne il primo, che porta il tuo nome: ti piace il colpo secco?
Sono stata fortunata a trovare parole che contenessero tutte le associazioni. Come nella settimana enigmistica. Ho già una idea per il prossimo titolo ma rima devo preparare l’album!
Hai un brano particolare che ti ricorderà l’estate 2021?
Non ho ascoltato la radio. Nello sconforto ascolto la musica classica, composizioni di 200, 300 anni fa. Ma contenta che sia andata bene Makumba di Noemi e Carl Brave, anche quello è un brano in controtendenza.