La cantante canadese è uscita con i nuovi singoli Sweet Dream e Shapeshifter, in attesa del terzo disco in studio, e nel frattempo si diletta con la cover di Enter Sandman e la colonna sonora del film tratto dal popolare cartone animato
Qual è il fil rouge che collega i cagnolini della Paw Patrol ai Metallica? Per quanto la risposta possa sembrare strana, si tratta della musica di Alessia Cara, la cantautrice canadese che con i primi due album ha dimostrato il suo talento e che a 25 anni con il terzo disco in uscita (anticipato dai singoli Sweet Dream, in cui parla delle sue difficoltà a dormire, e Shapeshifter) punta alla conferma.
Se ancora vi sentiste confusi dall’accostamento, non preoccupatevi: Alessia Cara chiarisce tutto quanto nel corso della sua intervista esclusiva con Sky.it.
Quindi è così difficile per te fare degli sweet dreams… dei bei sogni?
Già. Più che altro è difficile fare dei sogni in generale, perché soffro di insonnia sin da piccola… e di certo la pandemia non ha aiutato.
A proposito della pandemia, la situazione corrente ha avuto un grande effetto sul tuo lavoro?
Sì, decisamente. Ho avuto tantissimo tempo per riflettere su molte cose. Poi non ero abituata a stare così tanto a casa, ho avuto l’opportunità di usare la mia creatività e di lavorare con tutta calma sul mio nuovo progetto.
Autostima, body positivity, salute mentale sono tutti argomenti che sembri avere molto a cuore: senti di avere una sorta di responsabilità, nei confronti di chi ti ascolta?
Sì, penso proprio di sì. Io stessa sono ancora solo una ragazza, per cui non è facile fare tutto nel modo giusto e porsi come modello di comportamento. Ma allo stesso tempo so bene quante giovani ragazze e ragazzi mi ascoltano e mi prendono a esempio, per cui cerco di aiutarli come posso con le mie parole e la mia musica.
Quanto pensi che la celebrità, raggiunta oltretutto a una così giovane età, abbia influito sul tuo equilibrio personale?
Ha avuto un peso notevole, soprattutto nei primissimi anni della mia carriera. Non ero abituata a questo stile di vita e prendermi cura di me era davvero difficile, perché si muoveva tutto così in fretta e il mercato discografico non ti concede l’opportunità di trovare un vero equilibrio. Questo mi ha influenzato molto crescendo, ma ora che ho 25 anni ho imparato a dire no quando ne ho bisogno e a prendermi cura di me in un modo differente.
Prendersi cura di sé: è questo il messaggio che vorresti dare ai tuoi fan?
Un messaggio che sicuramente vorrei trasmettere è che non siamo mai soli. Soprattutto in questo ultimo anno, così difficile, in cui tutti quanti stiamo attraversando la stessa situazione, è importante contare gli uni sugli altri. Con la mia musica penso che i ragazzi si rendano conto che affronto molte delle cose che si trovano ad affrontare loro, e questo può essere di incoraggiamento.
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Per ora del tuo nuovo disco abbiamo sentito Sweet Dream e Shapeshifter: a quale di questi due “poli” si avvicina di più l’album nel suo complesso?
C’è un po’ di entrambe le cose, qualche brano più pop e uptempo come Sweet Dream e qualcosa di più “tranquillo” come Shapeshifter. È un mix delle due cose.
Il disco suonerà dal vivo come in studio?
Potrebbe venire fuori un po’ differente, dal vivo, perché sto provando molte versioni diverse… acustiche, più lente, più essenziali e così via. Probabilmente suonerò diverse versioni di ogni canzone, ma vorrei comunque mantenere il feeling del disco, per cui avrò una grande band al seguito.
Com’è stato realizzare una cover di Enter Sandman per il cofanetto deluxe del Black Album dei Metallica, una band piuttosto distante dal tuo stile musicale?
Decisamente distante. Infatti non pensavo certo che me lo avrebbero chiesto, ma è stato divertente. È stata una bella sfida, perché non era certo qualcosa a cui ero abituata, ma ho potuto lavorare con questa fantastica band messicana, The Warning, e i Metallica hanno approvato la nostra versione, per cui sono soddisfatta.
Sei una fan dei Metallica?
Da piccola avevo paura di loro, a dirla tutta, perché il video di Enter Sandman faceva davvero paura, per cui mi dicevo: “Uhm, mi sa che il rock non fa per me”. Ma poi crescendo molti miei amici e famigliari li ascoltavano, per cui ho cominciato ad apprezzarli. Ora sì, sono una fan.
La cover farà parte dei tuoi live?
Non lo so… magari sì. Se piacerà alla gente potrei anche inserirla in scaletta, anche se suona molto diversa dal resto.
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Pensi che eventi come il Global Citizen Live a cui prenderai parte a settembre possano avere un impatto concreto sul mondo?
Penso che avrà un grande impatto, soprattutto dopo questo anno di pandemia. Stanno succedendo così tante cose, tra il Covid, l’ambiente, il cambiamento climatico… e così via. È importante parlare di queste cose e cercare di creare consapevolezza su questi argomenti.
La tua canzone The Use in Trying farà parte della colonna sonora di Paw Patrol: Il film. Come hai approcciato la scrittura, sapendo che è il brano è destinato a un pubblico molto giovane?
È stata un’esperienza molto divertente e, anche in questo caso, era qualcosa a cui non ero abituata. Mi hanno chiesto un pezzo per una sequenza molto specifica del film, per cui ho dovuto scrivere una canzone che si adattasse a quel momento della storia. Ma ho tenuto a mente che il film è destinato a bambini anche molto piccoli e ho cercato di trasmettere un messaggio che mi sembrava adeguato, ovvero che alle volte nella vita fallisci, ed è difficile, ma anche solo averci provato è quello che conta.