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Vittorio Cuculo porta l'Ensemble sotto le stelle del sax

Musica

Fabrizio Basso

Il sassofonista col suo Quartet incontra i Sassofoni della Filarmonica Sabina “Foronovana” e ci conduce in un viaggio dove la musica si fa mistero e rivelazione nello stesso istante

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Quando si pensa a un jazz che non conosce latitudini non si può prescindere da Vittorio Cuculo. Nel suo ultimo lavoro, Ensemble, l'artista riesce a rendere una musica spesso ostica in maniera leggera. Dove per leggera non si intende semplice bensì affascinante nel suo incedere misterioso. E', questo, un album animistico, nel senso più selvaggio del termine, un pendolo che oscilla tra suoni remoti e una modernità ipnotica. Charlie Parker, del quale rilegge Donna Lee, può risultarci famigliare perché libri e film ce lo hanno portato a domicilio, ma il più ostico Errol Garner, del quale reinventa Misty, dopo la sua esecuzione ci sembrerà il nostro nuovo migliore amico.

E' in questo fraseggio domestico e preciso ma che non rinuncia al senso di improvvisazione la magia di Ensemble. E' un album a strati, ogni ascolto ne libera nuovi suoni per le orecchie. E per il cuore. Prendiamo i due inediti Io non ridevo e Fuga di Notizie: hanno quella forza straordiaria che si chiama senso di aggregazione, un respiro profondo che trasmette senso di appartenenza. Al jazz e alla vita. L'album diffonde sonorità che vanno oltre il concetto di generazione, sonorità che sposano passato e futuro. E' una sfida (vinta) che in questa estate strana ci lascia col senso bello di un abbraccio.