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Piovani dal vivo: il mio Ulisse sembra Pasolini

Musica

Bruno Ployer

Fondazione Musica per Roma: Musacchio/Ianniello/Pasqualini

Nicola Piovani racconta in musica l'eroe dell'Odissea e il suo desiderio di conoscenza. Concerto per strumenti e voci al Parco della Musica

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Tornare ad esibirsi dal vivo dopo aver superato il Covid è un’esperienza significativa per Nicola Piovani.

“Dalla riapertura ho fatto pochi spettacoli finora – ci dice il compositore alla vigilia del suo ritorno al Parco della Musica con ‘Viaggi di Ulisse’- Ho potuto percepire un aumentato entusiasmo in chi è venuto superando paura e diffidenza. Il pubblico si sentiva di più. Poi c’è la gioia della rinascita. Cerchiamo di non comprometterla, questa rinascita: se c’è un rischio, viene da quelli che hanno la religione del massimo profitto, che può distruggere il pianeta, gli uomini e può farci perdere le guerre contro il virus. Un po’ di profitto in meno e un po’ di umanità in più!”

 

Nicola Piovani non è una pop star, ma è una colonna della musica italiana, amato dal grande pubblico per le sue composizioni più celebri, come la colonna sonora da Oscar di ‘La vita è bella’ e dagli appassionati per le tante sfaccettature della sua originalità e la ricchezza dei suoi riferimenti culturali. Canzone d’autore, teatro musicale, colonne sonore sono nel suo vasto repertorio di autore ed esecutore e il suo ritorno all’Auditorium di Roma di domenica 18 luglio propone al pubblico un racconto in musica per strumenti che si concertano con voci registrate. Tutto sull’eroe dell’Odissea. Così ce lo presenta Piovani:

 

“Ulisse è un personaggio di una potenza tale che da sempre gli artisti, i pittori, i musicisti, gli scrittori ne hanno tratto ispirazione. Ulisse ha tante facce e ognuno sceglie la sua. Abbiamo messo in scena questo spettacolo con Milo Manara, che mi ha dato alcuni disegni. Abbiamo concordato che l’aspetto di Ulisse che ci interessava è la curiosità, nel senso più alto: il desiderio di conoscenza, di allargare l’orizzonte. Milo Manara infatti ha dato al personaggio il volto di un grande intellettuale del ‘900: Pierpaolo Pasolini, un Ulisse che guardava oltre il perimetro, oltre l’apparenza, rischiando anche il naufragio.”

 

Con ‘Viaggi di Ulisse’ si ufficializza la sua residenza artistica all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Quali progetti avete?

 

“C’è un progetto triennale che riguarda quei campi del teatro musicale che stanno tra il Pop e la musica classica, che all’Auditorium è gestita dall’Accademia di Santa Cecilia. II progetto riguarda tutti quei linguaggi che vanno dal Jazz al polifonico, dal Rock al Musical: tutto ciò cha abbiamo chiamato teatro musicale. Contiamo anche di presentare spettacoli di sconosciuti, giovani e non giovani: persone meno conosciute di quanto meritino. Progettiamo anche di produrre noi qualche spettacolo.”

 

Ci dà un’anticipazione sul lavoro che sta preparando per il Parco della Musica?

 

“Le posso dire che si intitolerà “Favole”, per il resto non voglio dire cose di cui mi possa pentire…”

 

La sua esperienza diretta del Covid ha pesato nella composizione o nell’idea che ha di questo spettacolo?

 

“Il Covid, sia individualmente che socialmente, ha pesato su tutti noi in maniere diverse. Per me ha reso più preziosa la vita che devo vivere e quindi ha reso più fastidiose le perdite di tempo con le cose fastidiose e con quelle leggere. C’è una maggiore densità nel rapporto con la scrittura e con le musiche da presentare in pubblico. In qualcuno purtroppo ha avuto una reazione opposta: per reazione alle chiusure si esagera sugli assembramenti, sugli happy hour, sulla movida. Secondo me si tratta di una reazione quasi inconscia a quella paura, ma è una reazione scellerata. Possiamo dirlo?”

 

C’ è un dibattito in questi giorni sulla eventuale introduzione dell’obbligo di presentazione del certificato vaccinale per accedere ai luoghi di assembramento, quali ad esempio i teatri. Lei che ne pensa?

 

“Io sono naturalmente contrario all’obbligo di vaccinazione. Dopodiché vanno preservati la libertà e il diritto di tutti gli altri di non essere infettati da chi non si è vaccinato. Quindi noi che facciamo teatro dobbiamo essere certi che quella platea che ci viene a trovare è protetta. Chi non è vaccinato dovrebbe non poter entrare. Stiamo parlando in linea di principio, le realizzazioni sono sempre più complesse e questo è un lavoro del Governo: un lavoro che non gli invidio.”