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Foja rialzano A mano ’e D10S per quel calcio poetico che non c'è più

Musica

Fabrizio Basso

La canzone si avvale dell’impagabile featuring dello stesso Romero che canta, insieme a Dario Sansone, una strofa del brano, ed è impreziosita dal contributo artistico dei musicisti argentini Ernesto Nicolás Enrich al bandoneón e Juan José Martinez alle percussioni. L'INTERVISTA

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Trentacinque anni esatti dal famoso gol di Maradona alla nazionale inglese durante i Mondiali del Messico, i FOJA pubblicano ’A mano ’e D10S, versione in napoletano di “(INRI) La mano de Dios” canzone scritta da Alejandro Romero, portata al successo mondiale da Rodrigo e inserita in Maradona di Kusturica, il documentario dedicato dal regista serbo a Diego Armando Maradona nel 2008. Mi racconta il progetto l'anima della band napoletana Dario Sansone.

Quando hai pensato di rileggere il brano?
L'idea nasce spontanea come atto di fede a dicembre 2020. Da un po’ riascoltavo il brano, un mistero da esplorare. Ho fatto un giro nel testo, ho assorbito e poi ho mollato, non pensavo a un adattamento. Lo abbiamo ripreso a metà dicembre in occasione di una ospitata in tv. Mancava l’altra città di Diego, Buenos Aires. La abbiamo attualizzata parlando anche della dipartita mentre nella prima versione era tutto sul futuro. Fermiamo il mito nel tempo.
Con Alejandro Romero come è stato il contatto?
Ha ascoltato la nostra versione e gli è piaciuta. Maradona era un ultimo venuto fuori dalle diffcoltà. Per questo abbiamo deciso di utilizzare gli utili per sostenere progetti all'interno del carcere minorile di Nisida.
Il calcio di oggi è figlio o vittima di quel gesto rivoluzionario?
Non c’entra più niente con quel calcio, oggi mancano i gesti con valenza sociale reale. Avverto quella assenza, è diventato molto show. Prima erano vicino agli esseri umani, erano atleti con l'aspetto da uomo comune ma che facevano cose eccezionali. Diego non era alto due metri, biondo e con gli occhi azzurri.
Chi sono le persone presenti nel video?
Gente che ci ha dato una mano; è girato tutto dalle nostre parti e i volti che vedi hanno prestato il loro tempo gratuitamente per l’iniziativa.
Bandoneon e mandolino sono tristezza o allegria?
Noi la chiamiamo appucundria ed è la nostra saudade. Racconta il senso di sospeso di chi è costantemente minacciato da un vulcano e deve restare in una vita sospesa. Sono l'incontro tra due culture che danno il giusto sentimento alla canzone.
Come sta andando la raccolta a favore del carcere minorile di Nisida?
Va bene ma si può fare di più. Spingiamo il cuore grande e si va avanti fino a settembre. Porteremo a quei ragazzi strutture musicali, attrezzi sportivi e vorremmo tenere dei workshop.
In questo 2021 si celebrano i primi 15 anni di Foja e 10 da Na Storia Nova: avete già pubblicato 10, ora ci sarà una festa?
Siamo stati a lungo proiettati sul presente ma ora guardiamo il futuro; sono già usciti due singoli. Adesso i live sono timidi e noi aspettiamo di avere tanta gente per festeggiare.
L’amore passionale di Tu lo abbiamo recuperato?
C'è stata una accelarata con la distanza fisica. Ma qui la voglia di toccarsi e abbracciarsi è venuta fuori ed è tangibile, siamo fatti di carne. Pensa alla solitudine degli adolescenti alle prese con i primi batticuore. Speriamo si recuperi.
Quando sarà pronto il nuovo album?
L'idea era di uscire entro l’anno, ma muovendosi altre cose aspetteremo il 2022. Già dopo estate è però prevista l'uscita del singolo. Accompagna il film di animazione Yaya e Lennie che verrà presentato a Locarno.
Che estate vi attende?
A ora un paio di concerti. E ce ne è già fissato uno per il 23 dicembre a Napoli.