Istmo mostra la sua Fauna Umana: il video

Musica

Il brano nasce con l’idea di racchiudere quel groviglio di istinto e razionalità che è l'essere umano ovvero istintualità animalesca e razionalità umana. Il video è introdotto da un testo originale dell'artista

Un po’ come i romantici nell’Ottocento. A quel tempo rimanevano ammaliati e spaventati al tempo stesso alla vista del ‘sublime’. Allo stesso modo, le persone ritratte nel nuovo video musicale ‘Fauna Umana’ sembrano bloccate, con il naso all’insù, colte da una visione che li cattura con prepotenza. Una visione non comune a tutti, però. ‘Fauna umana’ è nata proprio con l’idea di racchiudere quel groviglio di istinto e razionalità che è l'essere umano: istintualità animalesca e razionalità umana. Penso che le due componenti dovrebbero essere bilanciate equamente ma a volte la prima prende il sopravvento sulla seconda. Le persone raffigurate nel video sono colpite da una visione che pare una comprensione alta. Sembra che abbiano una facoltà, non comune a tutti, di vedere dove il resto delle persone non riesce: una 'divine vision’ alla William Blake, verrebbe da dire. Nella prima strofa “non ho capito se va tutto bene alla gente che non vive, sopravvive” pongo un dubbio emblematico in questo senso. Nel ritornello un quesito di chi, forse, si fa delle domande proprio perché più che sopravvivere vuole vivere appieno: “E io l'ho detto di volere aspettare ad invecchiare, non ho ancora molta barba, ho pochi soldi ma, ma so sognare”. Perché è quando smetti di sognare e di ambire a qualcosa che inizi semplicemente a sopravvivere.
 

Nel video ho voluto inserire un tributo al cinema contemporaneo di Xavier Dolan, celebrato con la tecnica cinematografica dell’inquadratura iniziale che si espande. Visivamente, la sequenza video riflette il testo della canzone anche nei versi “l'ho capito un po' gli umani vogliono vivere a carponi quando gettano per terra quei mozziconi.” Ho un interesse ecologico che mi fa disprezzare il gesto del lancio della cicca di sigaretta. Lo interpreto come un cocktail micidiale di menefreghismo e ignoranza. Nel verso appena citato forse traspare anche una certa disillusione nei confronti dell’umanità stessa, una disillusione che è tema portante dell’EP omonimo, appena pubblicato. Nell’album, infatti, ho descritto il passaggio di decisioni e ripensamenti, degli anni di disillusione e di desideri, di scazzi e gioie che accomunano tutti noi, in particolare una volta superati i vent’anni. Ed infatti, raggiunti i 26 anni, credo di rispecchiare l’identikit del giovane adulto. Cerco di destreggiarmi in questa giungla umana al meglio. Ma può essere che io raccolga i tasselli negativi della vita proprio per potere scrivere. E oltre a scrivere, produrre. Perché è nella produzione che raggiungo il mio momento di gioia creativa: modellare una canzone, partendo da parole e testo è entusiasmante e gratificante come poche altre cose al mondo.

I brani inclusi nell’EP ‘Fauna Umana’ sono 4. Il primo è Definire≡Limitare: un brano in cui affronto il bisogno di etichettare, catalogare, quasi a dividere in categorie stagne le persone, offuscando le individualità. Il secondo brano è la title track Fauna Umana, il brano cardine dell'EP raccontato sopra. Si prosegue con Santa Margherita, il primo singolo pubblicato, per poi terminare con il quarto e ultimo brano Quella Volta, una storia sospesa tra la realtà e il surreale, appoggiata su un letto di sonorità elettroniche che ti trasportano in un mondo pigmentato dalla quale è difficile decidere volontariamente di uscire.

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