Nuovo appuntamento con la rubrica che intervista i grandi personaggi del mondo dello spettacolo: il frontman dei Negramaro si racconta al vicedirettore Omar Schillaci e presenta il suo secondo libro, "Il tempo di un lento"
Cantautore e polistrumentista, frontman dei Negramaro e anche scrittore. Il poliedrico Giuliano Sangiorgi si racconta al vicedirettore di Sky TG24 Omar Schillaci in “Giuliano Sangiorgi - Il tempo del contatto”, il nuovo appuntamento di Stories, il ciclo di interviste dedicate al mondo dello spettacolo di Sky TG24, anche su Sky Arte sabato venerdì 28 maggio alle 19:15 e disponibile On Demand.
Giuliano Sangiorgi ha da poco presentato il suo secondo libro, “Il tempo di un lento”, pubblicato da Einaudi, un romanzo di formazione dallo stile personalissimo, che, attraverso le avventure di due tredicenni, racconta una storia di desideri e di colpe, di mancanze e di sogni. La storia del legame indissolubile tra padri e figli. Ho iniziato a scrivere questo romanzo un po’ di tempo fa – ha raccontato Sangiorgi - , avevo una pelle diversa, ma stava per arrivare un doppio cambiamento nella mia vita. Dopo “Lo spacciatore di carne” mi sono ritrovato senza mio padre, ho fatto tanta musica e tanti concerti con i Negramaro, però a un certo punto mi sono fermato perché è arrivata una canzone, “Amore che torni”, e nello stesso giorno in cui è arrivata la canzone ho iniziato a scrivere “Il tempo di un lento”, questo romanzo. Non ero ancora padre, avrei dovuto di nuovo cambiare pelle e non lo sapevo, stavo per diventare padre ed è successo durante la scrittura. Ho cominciato che ero un nostalgico figlio e ho finito il romanzo che ero padre.
Con la regia di Francesco Venuto, l’intervista è un botta e risposta fatto di associazioni di idee. Non domande, ma singole parole, a cui il cantautore associa riflessioni, convinzioni, aneddoti e ricordi. Tra le parole c’è “contatto”, che è anche il titolo dell’ultimo album della band salentina. Non c’è parte dell’universo – ha detto Sangiorgi - che non stia sognando la possibilità di tornare in contatto fisico con le persone. Non avere paura di incontrare le persone, non doverlo fare protetti. Contatto però è una parola che mi ha coinvolto prima che arrivasse questo momento disarmante per l’umanità: volevo recuperare quel dato di fisicità che la parola aveva perso negli ultimi anni dell’era ‘socialitica’. In questa estrema tecnologia contatto è diventato una mail, un numero, qualcosa di distante da quello per cui quella parola è nata. Contatto è fisicità. Con i Negramaro volevamo ridare questo valore alla parola e ci abbiamo scritto un disco.
Tra i termini anche “ictus”, come quello che nel 2018 ha colpito il chitarrista dei Negramaro, Lele Spedicato, e da cui fortunatamente si è perfettamente ripreso. Ictus è una parola che credo taglierò dal vocabolario – ha detto -, non voglio legarla a mio fratello Lele, perché, dopo questa cosa che hai detto tu, così iniziamo a toglierla almeno dal mio vocabolario, Lele è tornato più forte di prima e ha fatto un vero e proprio miracolo. L’unica cosa che mi viene da dire pensando a questa parola è il ‘grazie’ che poi ho detto a Lele, da parte mia, da parte di tutti noi. Gli ho detto una semplice cosa quando è tornato da questo viaggio incredibile, gli ho detto ‘grazie Lele per non avermi cambiato la vita’, perché mi ero ripromesso che non avrei più fatto musica se non fosse tornato come doveva tornare Lele, ed è tornato più grande di prima.
E ancora parole come “politica”, termine a cui Sangiorgi attribuisce un senso ampio e sociale: Non credo si debbano fare monologhi politici, ma la parola politica è essere in contatto con gli altri, essere una civiltà. Si fa politica parlando, esprimendo delle idee, non vuol dire essere di un partito piuttosto che di un altro, ma essere insieme e condividere i pensieri con tutti. Una canzone è fare politica, un romanzo è fare politica, questa intervista è fare politica. Non mi piace esporre pensieri più prettamente politici attraverso qualcosa che non saprei gestire. Con i Negramaro abbiamo fatto l’album “Contatto” proprio raccontando nostri punti di vista estremi e facendolo nell’unico ‘post’ possibile per noi, che è la canzone. Un cantante è un uomo e fa politica semplicemente scrivendo canzoni, belle o brutte che siano. Fare politica per me è essere a disposizione degli altri con le emozioni, di ascoltare gli altri. E nel momento in cui decidi di pubblicare qualcosa, qualsiasi cosa rendi pubblico, lì stai già facendo politica.
Infine la parola “lavoro”, che, come ha spiegato Sangiorgi, in questo momento non può farlo pensare che ai collaboratori del mondo dello spettacolo. Per noi -ha aggiunto - quello che abbiamo fatto quest’anno non era semplicemente pubblicare un disco, abbiamo creato delle occasioni che ci hanno reso felici. A novembre, nel momento più rosso di Milano, abbiamo dato l’occasione a decine di nostri tecnici di tornare al lavoro per due mesi, intorno a quella che era la costruzione della presentazione in live streaming dell’album Contatto. Lo stesso abbiamo fatto quando abbiamo presentato il tour. Quando sono arrivato lì ho visto tutti lavorare, da settimane, non potevo crederci che avevamo fatto qualcosa del genere. La parola lavoro mi fa pensare che senza queste persone il mio lavoro non sarebbe possibile. Spero che lo spettacolo torni ad essere un lavoro a tutti gli effetti, soprattutto nelle istituzioni italiane che hanno un po’ dimenticato e considerano i lavoratori dello spettacolo come qualcosa che sia intrattenimento, di cui si può fare anche a meno a volte. Non è così.
Durante la messa in onda dell’intervista comparirà un QR Code che permetterà, inquadrandolo con la telecamera del proprio smartphone, di accedere a una serie di contenuti speciali dedicati al cantante, disponibili sul sito Skytg24.it. Tutte le interviste di “Stories” sono anche proposte tra i podcast di Sky TG24, sul sito skytg24.it e sulle principali piattaforme di podcasting.
STORIES - “GIULIANO SANGIORGI - IL TEMPO DEL CONTATTO”, IN ONDA VENERDÌ 28 MAGGIO ALLE 19.55 SU SKY ARTE (CANALE 120 DI SKY) E DISPONIBILE ON DEMAND