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Gionnyscandal si fa Pop-Punk e lancia l'album Anti

Musica

Fabrizio Basso

Dopo l’uscita dei singoli “Salvami” e “Coca & Whisky”, arriva il disco che è un messaggio di libertà in ogni sua forma, sdoganando ogni tabù e ipocrisia. L'INTERVISTA

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Anti è una antologia di 14 brani impreziosita dalla collaborazione con Pierre Bouvier, il cantante dei Simple Plan, una delle band pop punk più famose e importanti del mondo. Gionnyscandal, all'anagrafe Gionata Ruggieri, duetta con lui in Nicotina realizzando uno dei più grandi sogni della sua vita. Anti è un disco di grande impatto e carico di energia che rivela un GionnyScandal che non ha paura a mostrarsi nella sua essenza più profonda di artista versatile e autentico, dotato di una sensibilità rara, un talento unico nella scena musicale contemporanea italiana in grado di muoversi in diversi  range, spaziando tra differenti generi e stili musicali.


Gionata, partiamo dall'origine del progetto Anti.

Nasce un anno fa quando ero in studio con il mio produttore e abbiamo affittato una casa a Milano. Il disco doveva essere una parte due del precedente Black Mood però non ero soddisfatto, discutevo con il mio produttore, stavamo lavorando a un pezzo e ho pensato che figata se la facessimo pop-punk. All'origine del cambiamento c'è che non sempre ero soddisfatto della musica che stavo facendo. Dunque ho iniziato a lavorare con tutto un altro mood.
Non è una novità però per te.
Prima di iniziare questo percorso nel 2009 avevo una band pop punk. Spero che questo messaggio arrivi perché ho voglia di riportare sul mercato questo genere per uscire un po’ dalla trap e dal pop.

Il titolo?

Anti perché è un disco anti commerciale. Il Pop Punk non è più sul mercato dal 2000 e io rivendico la volontà di sdoganare questo messaggio di libertà. La libertà di fare il genere che ho voluto come la libertà di amare qualsiasi sesso che secondo me è un argomento da affrontare in questo momento storico.
La collaborazione con Pierre Bouvier del Simple Plan?

E' l'unico featuring del progetto. È inutile dirvi che ho il suo poster da quando sono piccolino, avere un pezzo con lui è un sogno. Mi son detto: per dare credibilità a questo progetto deve esserci uno che è ai vertici di questo genere. Gli ho scritto direttamente su Instagram ma avevo zero speranze.
Cosa gli hai scritto?
Ciao Pierre sono Gionny, un artista italiano, ti va di fare un pezzo con me?

Dopo 20 giorni mi ha risposto “sì, facciamolo”. Credevo di essermi sbagliato, di aver scritto a una fan page. Ho chiamato tutti come se avessi vinto al superenalotto. Gli ho risposto quasi incredulo, gli ho mandato Nicotina senza i ritornelli e dopo un po' di giorni mi ha dato il suo numero e mi ha detto ti videochiamo tra cinque minuti e facciamo il pezzo.
E tu?
In tutta questa storia io ero sempre più incredulo. E' stata un’esperienza fuori dalla realtà per me. Dopo due ore mi ha mandato le voci. È veramente una persona incredibilmente umile. Mi ha scritto su Whatsapp ringraziandomi per averlo voluto nel mio disco. Penso che quello screenshot me lo stamperò.

 

Le altre canzoni?
Non c’è un filo conduttore, non c’è una traccia iniziale e una finale, però il disco ha una sua logica. Il primo pezzo non è il solito brano introspettivo, ho voluto aprire con un pezzo spartiacque. Black mood è stato il mio disco più emo trap e ho conservato solo un 5 per cento di quel genere giusto per collegarmi al disco precedente. Ho sempre desiderato portare questo genere nel mainstream, in quarantena mi sono reso conto che per me fare musica è fare ciò che mi fa stare bene, fare musica solo per vendere non mi rende felice, voglio essere felice facendo ciò che mi piace fare.

Questo disco l’ho fatto per me, vorrei che le persone smettessero di prendere in giro le persone che si baciano in strada ma che prendano una chitarra e inizino a suonare uno strumento e fare musica vera. E' un messaggio di libertà.

La cover che idea ha dietro?

Si sposa bene con il concetto di libertà ed è iconica. All'inizio non avevo chiaro cosa fare poi ho avuto l’idea di mettermi a nudo con soltanto la mia chitarra. E' la massima espressione di libertà mettersi a nudo e in più la chitarra trasmette libertà nel senso musicale. Gli armadietti che vanno a fuoco non sono una polemica contro le scuole ma un richiamo a dove è nato il pop punk, in California.

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Quando è uscito il singolo Salvami avevi detto che volevi fare cose fuori moda: missione compiuta direi.

Per il mercato musicale attuale è completamente fuori moda, pezzi di questo genere non se ne vedono in classifica da anni. Possono essere di moda per chi li ha sempre ascoltati. Se riuscissi a far tornare di moda questo genere sarei felicissimo.
Quanto paga staccarsi dal branco?

Non penso che questa domanda oggi abbia una risposta, lo scopriremo tra qualche mese. Mi auguro che appaghi questa mia scelta di coraggio e spero di riuscire a portare a termine gli obiettivi che mi sono posto.

Quando scrivi ti chiedi quanto è importante il messaggio che trasmetti?

Io ho sempre pensato una cosa, penso che l’educazione a un ragazzo non la debba dare un artista ma la sua famiglia, per questo disco specifico non ho pensato troppo perché ho voluto essere me stesso al 100 per cento. Voglio scrivere quello che mi pare senza pensare al ragazzino, ai genitori. Se penso a chi mi ascolta e alle conseguenze alla fine non sarei io. In Anti non mi sono messo paletti.
Immagini un live con Pierre Bouvier?

Certo e vorrei invitarlo a Milano all’Alcatraz il 10 febbraio 2022 (il giorno dopo il live sarà a Torino, ndr) perché loro li ho visti lì e suonare Nicotina nello stesso posto in cui li ho visti sul palco sarebbe l’apice della felicità.
Ritornerà questo genere di musica?

Penso sia l’anno buono, non ho mai visto così tanti strumenti suonati veramente come quest’anno. Anche i Maneskin che hanno vinto Sanremo è un segnale di cambiamento. I miei fan stanno imparando a suonare con la chitarra questo genere, sarebbe bello che iniziasse un cambio generazionale musicale. Sarebbe bello che i ragazzini riprendessero ad ascoltare la musica rock e punk.

Dal punto di vista della scrittura hai riscontrato una maturità diversa?

La scrittura è sempre rimasta la stessa ma ora ho tolto quel filtro e vado più diretto.

Hai notizie di altri artisti che si stanno avvicinando al Pop Punk?
Ci sono tanti ragazzini che ci stanno provando tra cui uno di cui non ricordo il nome che mi ha mandato la demo del suo pezzo ed era fatta molto bene. E' un ragazzo veramente giovane, gli ho risposto che appena avrei finito il disco lo avrei invitato a Milano. Mi piacerebbe prendere persone che fanno questa musica e creare una piccola scena. Un po’ come ha fatto Sfera Ebbasta con la trap.
Progetti live, oltre alle due date già annunciate?

Questo è il genere più figo da portare live, io ho sempre portato una band sul palco. Non abbiamo ancora pensato alla scenografia perché non sappiamo cosa succede dall’oggi al domani.

Pensi di avventurarti in qualche altra forma artistica?

Quando ero piccolo disegnavo tantissimo, mi piacerebbe mescolare l’arte e la pittura, mio zio fa il pittore. Potrebbe essere una via di fuga momentanea. Il Punk è riuscito a sovvertire il Progressive.
Perché secondo te è scomparso il genere punk dal punto di vista socio musicale?

Penso sia più una cosa di casa nostra, le generazioni nuove sono molto ribelli ma non sanno che il punk è il primo genere di ribellione: ignorando questo genere pensano che la trap sia la ribellione. Sono punti di vista differenti sul concetto di ribellione.

Come possiamo attualizzare il Pop Punk?

Non ho una formula, io ci ho messo l’anima il corpo, ho controllato e curato ogni dettaglio, ogni virgola. E l'ho fatto per arrivare a orecchie che non avrebbero mai ascoltato questo genere. Spero di arrivare a più gente possibile e di non deludere chi già mi ascolta.

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