Le classifiche sulle vendite musicali del 2020 di Deloitte per FIMI testimoniano la crescita dei supporti fisici e in generale di tutti i tipi di fruizione: salgono anche i ricavi degli abbonamenti ai servizi streaming
Le classifiche sulle vendite musicali elaborate da Deloitte per FIMI raccontano di un clamoroso controsorpasso: dopo trent'anni, per la prima volta dal 1991, in Italia il vinile è tornato a superare il CD. Nel primo trimestre, seppure di poco, il vinile, cresciuto del 121% rispetto allo stesso periodo del 2020, ha generato maggiori ricavi rispetto al CD, in calo del 6%.
Il mercato italiano è ovviamente come altrove dominato dallo streaming, che occupa circa l'80% del fatturato: al secondo punto arrivano appunto i dischi in vinile, che corrispondono all'11% delle vendite di musica nel Paese. Sono dati che confermano una tendenza già affermata nel resto del mondo, come riportano i dati del Global Music Report 2019 diffuso lo scorso dicembre, dove il supporto fisico aveva superato il 20% del mercato totale, con picchi soprattutto negli USA e in Spagna: non solo materia per vecchi nostalgici, ma una “scelta consapevole” anche dei fruitori più giovani, che mettono sullo stesso piano la fruizione smaterializzata e l'oggetto fisico – una tendenza, supponiamo, ulteriormente rafforzata dai lunghi mesi passati in casa nel 2020 e 2021. Il rapporto Deloitte si conclude con dati incoraggianti: nel primo trimestre del 2021, complessivamente, il mercato italiano e' cresciuto del 18,8%. Ancora forte l'affermazione dei ricavi da abbonamenti ai servizi streaming, saliti del 37%.