Il brano racconta di un mondo votato all'omologazione, che sforna pezzi in serie come una catena di montaggio: la vera sfida è quella di scommettere sull'unicità, cercando in mezzo alle mille sagome che ci circondano di individuare i pochi nostri simili che hanno deciso di fare lo stesso azzardo. Il video è accompagnato da un testo originale della band
C'era da riempire un vuoto e con qualche difficoltà iniziale abbiamo trovato la nostra quadra per far maturare nuove idee. Venivamo dal nostro quarto lavoro in studio, Il mondo non è posto silenzioso, uscito a febbraio del 2019, album che ci aveva riempito di soddisfazioni ed energia positiva. Poi il rallentamento in quest'ultimo anno, diciamo così, complicato e ci siamo trovati ad essere costretti a togliere il piede dall'acceleratore da tutte le nostre abitudini e dal nostro quotidiano, che per una band come noi consiste nel fare prove e suonare live, e non è stato facile. Inoltre il 2021 colorato di giallo-arancione-rosso per noi è equivalso a festeggiare il ventennale della nostra storia insieme senza poter essere in giro a raccontarla dal vivo ed è stato davvero dura dover accettare questa realtà.
La sola cosa da fare è stata quindi quella di seguire l'esempio di tante altre band molto più famose di noi e cioè sfruttare questo tempo sospeso per buttare giù un po' di canzoni. Sarà stato per via del momento strano che ha obbligato la mente a lavorare in modo diverso, oppure l'inazione forzata, chi lo sa, ma scrivere in questo caso è stato quasi più semplice del solito.
A oggi, contando anche i brani che avevamo deciso di parcheggiare fuori dall'ultimo album in attesa di un posto migliore, ci sono già una dozzina di pezzi. Non è stato semplice, ma alla fine la scelta del primo singolo è caduta su “Mille figure di Plastica”. Tranne alcune piccole limature del testo, che si sono protratte fin ad un attimo prima delle take finale della voce in studio di registrazione, è stata scritta velocemente e d'accordo con la nostra label/management Sorry Mom! abbiamo deciso di puntare tutto su questa canzone. Rispetto alle prime demo e a tutto il lavoro di pre produzione che ci siamo scambiati durante il lockdown non è cambiata molto: avevamo le idee chiare sin dall'inizio, doveva suonare proprio così, non a caso le registrazioni sono state molto rapide. Ci sono voluti solo un paio di giorni al Phonograph Studio di Torino, il resto l'ha fatto come al solito il nostro produttore Pietro Cuniberti, che ha confezionato questo piccolo gioiello.
Abbiamo raccontato nel pezzo di come in un mondo votato all'omologazione, che sforna pezzi in serie come una catena di montaggio, la vera sfida è quella di scommettere sulla nostra unicità, cercando in mezzo alle mille sagome che ci circondano di individuare i pochi nostri simili che hanno deciso di fare lo stesso azzardo. Massimiliano Brunoro, a cui ci siamo affidati per la regia del videoclip che accompagna il pezzo, ha avuto l'idea migliore, semplice e diretta: in un brano che parla di maschere e finzione dovevamo essere noi a metterci la faccia, anzi le facce. Così come siamo, senza filtri, in contrapposizione a quelle mille figure di plastica di cui parla il testo. Mostrare le nostre rughe e i segni delle nostre battaglie, è stato un modo per dire al pubblico che nonostante tutto, e dopo tutti questi anni, siamo ancora in ballo e abbiamo ancora voglia di distillare musica. Speriamo buona.