Sanremo 2021, Folcast in gara tra le Nuove Proposte con Scopriti

Musica

Fabrizio Basso

Folcast Credi Chiara Mirelli

Il brano col quale il cantautore romano si presenta all'Ariston è il racconto di una condizione comune e a volte disarmante, il disagio di chi si è perso nell’immobilità delle stanze vuote interiori e si trova a fare i conti con una solitudine imposta e in parte voluta. L'INTERVISTA

C’è l’ansia di un appuntamento che potrebbe evaporare ma c’è anche la certezza di un percorso che ogni giorno si fa più definito e concreto. Folcast col brano Scopriti sarà in gara al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte: è carico e pronto per quel palco così importante e affascinante. Ma l’Ariston è solo un appuntamento di un cammino che porta più lontano. Daniele Folcarelli, questo il nome, ragiona, col suo gruppo di lavoro, su tempi dilatati. Ne abbiamo parlato al telefono.

Hai scelto da subito di puntare a Sanremo con Scopriti o avevi altre canzoni papabili?
Con Davide D’aquino, il mio manager, e Tommaso Colliva, il produttore, stavamo già lavorando a diversi brani e abbiamo pensato di provare ad andarci. Scopriti era lì pronto ed è un brano in linea col mio mondo musicale.
Quale è il confine tra solitudine imposta e solitudine voluta?
Nel mio caso era imposta perché scelta da me, il confine resta comunque labile. Il discorso è che se imposta dall’esterno puoi fare qualcosa ma non gestisci tu, se te la imponi è diverso. L’aspetto primario è capire da chi è imposta.
Come si sconfigge la confusione tra le parole?
Non ho una chiave universale. Cerco di mettere in chiaro la confusione di partenza. Ci sono diversi metodi di approccio, se parto con la musica e dopo arriva il testo c’è più confusione. Se ho già l’idea di testo c’è un po’ meno lavoro da fare.
Perché non hanno senso, nel video, le otto lettere inquadrate dello Scarabeo?
Ne abbiamo fatte così tante di prove con Giacomo Citro, il regista, che è anche colui che ha avuto l’idea dello Scarabeo, che ha mosso varie riflessioni e a un certo punto abbiamo lasciato perdere, serviva solo a lanciare il gioco finale.
Hai bolle d’aria nel cervello, intese come rammarico?
Niente di pericoloso ma di pensieri ne ho ma rammarichi in questo periodo no, sono molto soddisfatto. Sanremo mi ha caricato molto e voglio godermela anche se la tensione è alta. E comunque il rammarico si gestisce perché non resti tale.
Come stai vivendo la situazione sanremese e cosa pensi?
Per me l’importante è farlo. Non si può fare granché per incidere sul momento. Ci stanno le preoccupazioni dei ministri, ha ragione Dario Franceschini quando sottolinea che l’Ariston è un teatro ma capisco pure Amadeus e Fiorello quando dicono che davanti a poltrone vuote è difficile lavorare.
Hai scelto l’ex città del rugby di Spinaceto, oggi una città fantasma, per rappresentare meglio il vuoto dentro?
Lo avrei fatto comunque lì il video, non c’entra la pandemia, si fa rivivere uno spazio abbandonato; nella canzone si accetta e gestisce un difetto. Prima che nascesse questo mostro c’erano un prato e una pista di pattinaggio Ora è diventato riparo per gente che non sa dove stare e i muri ospitano opere d’arte di writer tutte a sfondo sociale.
Cosa significa oggi essere un cantautore?
Non è uno che deve fare tutto da solo ma significa avere un ruolo dirompente come era nei decenni precedenti. Non è cambiato molto sotto questo punto di vista: deve dire qualcosa e fare riflettere su cose cui tu spontaneamente non rifletteresti. Non è una cosa semplice elaborare una idea super originale che ti fa dire uauu anzi è molto difficile, servono dedizione e studio. E’ una responsabilità ma in un ambiente bello e positivo. E’ fatica.
A che punto è la lavorazione del nuovo album?
Stiamo capendo con Artist First e Tommaso Colliva quando e in che formato uscire. Alcune canzoni sono pronte, su altre lavoriamo e io continuo a scrivere anche se io sono preso dal Festival e canto sempre Scopriti.
Alla fine della canzone cosa hai scoperto di te?
Mi sono un po’ accettato, ho collocato un tassello in più per capire me stesso e crescere. La canzone la ho scritta principalmente per me, per crescere.

A prescindere da Sanremo che accadrà nei prossimi mesi della tua vita artistica?
Ho lavorato a diversi contenuti che usciranno prima del Festival, terremo alta la tensione e la concentrazione. Mi preme più di tutto riprendere a suonare con la band possibilmente e se non si può da solo. Ma ho voglia di tornare su un palco.

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