Fiorella Mannoia in tv con La Musica che gira intorno: l'intervista

Musica

Fabrizio Basso

Roberto Panucci

L'artista romana fa il suo ritorno in televisione con un nuovo programma che celebra la musica e il suo valore nella vita di tutti noi. L'INTERVISTA

E’ un impegno non solo artistico ma valoriale, un lavoro di squadra e condivisione oltre che di musica. Ma quel che conta è che la musica torna in televisione e lo fa da protagonista con La Musica che Gira Intorno di Fiorella Mannoia. La musica è la sola forma d’arte che accompagna per mano le nostre esistenze e la conferma è con due prime serate su Raiuno, il 15 e il 22 gennaio con tantissimi ospiti e si comincia, nel primo appuntamento, con Claudio Baglioni, Alessandro Siani, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Giorgio Panariello, Marco Mengoni, Marco Giallini, Giorgia, Edoardo Leo, Andrea Bocelli, Sabrina Impacciatore, Achille Lauro, Gigi D'Alessio, Ambra Angiolini, Samuele Bersani, Flavio Insinna e Luciano Ligabue.

Fiorella hai dei riferimenti televisivi?
Il mio primo pensiero va a Mina. Mi sento vicina a lei anche se vocalmente siamo distanti, il mio modello sono stati i suoi sabato sera sul piccolo schermo.
Quando ti rivedi all'esordio in tivù, circa 40 anni fa, cosa ti dici?
Sorrido perché quando torni tanto indietro nel tempo e come quando trovi vecchie foto in un cassetto. Avevo il ciuffo, i pantaloni di pelle e la camicia dorata: ora ci sorrido, mi suscita ironia e tenerezza. Ancora non sapevo quale strada avrei preso, ora posso dirti che era un genere diverso da quello che ha caratterizzato la mia storia artistica quel Caffè Nero Bollente.
La musica che gira intorno è una canzone di Ivano Fossati che non hai cantato tantissimo, ricordo una volta con Zucchero e Fossati in una serata tributo a Fossati stesso.
La porto in tour! E' stata l’ispirazione per questo programma perché la musica gira intorno a noi e non ci lascia mai, nessuna forma d’arte ha la stessa capacità di rievocare il passato. Ci sono alcune canzoni che ricordano sapori, odori, luoghi, amori finiti e nati. La eseguirò nella seconda puntata con Zucchero.
Hai sentito Ivano Fossati? Non viene a trovarti?
E’ stato felice del titolo, ho provato a chiedergli di partecipare ma ha replicato che sta tanto bene a casa sua. Non ci vediamo spesso ma ci sentiamo, tra noi c’è una bella amicizia.
C’è un duetto che inaspettatamente ti ha messo in difficoltà e uno a tuo agio?
In difficoltà no perché ognuno ha la sua vocalità, chiaro che se duetti con Giorgia a un certo punto la devo lasciare volare dove io non arriverei mai ma non è una difficoltà. Ci sono altri con cui sono più in sintonia anche vocalmente, con altri meno. Uno dei più divertenti è stato quello con Marco Giallini.
Come interagisci con Sabrina Impacciatore e Ambra? Che alchimia si è creata?
Non posso spoilerare. Con Ambra giochiamo e poi ci sono i suoi monologhi. Ci si commuove, si ride, si riflette, si canta…c’è una lunga onda emotiva.
Hai in previsione di rifare cinema?
Ringrazio sempre Michele Placido che mi ha fatto partecipare al suo 7 Minuti. Mi piacerebbe ma non mi chiamano. Se ci fosse un ruolo adatto a me ripeterei l’esperienza.
Come vedi e stai vivendo la situazione italiana?
Sulla prima ondata quando tutti eravamo chiusi è emerso il sentimento di un popolo unito, quello che scaturisce di fronte alle disgrazie. C’era un senso di appartenenza, riflettevamo sulle fragilità delle nostre vite e del nostro paese, si cantava sui balconi, si pensava a un nuovo umanesimo. Poi ci sono stae alcune settimane di pazza gioia perché pensavamo fosse tutti finito; la seconda ondata ha tirato fuori problemi non filosofici ma la preoccupazione per il lavoro e il futuro. Ora il problema più grosso è la possibilità di sopravvivere. Attendo di sapere che succede di questo paese, non  capisco queste modalità di fare politica.
Ci sarà Amadeus ospite?
Forse. Non posso spoilerare.
Nel caso ricambierai andando al Festival?
Se andrò ospite a Sanremo non lo so, c’è tempo, ora sono concentrata sulle due serate.
Ti senti una donna con le palle, come dice il direttore di RaiUno Stefano Coletta?
Capisco il senso delle sue parole. So con quale stima e carineria è stata detta.

Come si lavora senza pubblico?
Avevamo davanti una platea vuota, per noi è innaturale ma siamo stati aiutati da applausi finti. Certo sapere che hai davanti chi ride e applaude è u'altra cosa, questo è tutto innaturale ma purtroppo con questo dobbiamo fare i conti, la sicurezza viene prima di tutto.
I monologhi saranno riferiti all’attualità più stretta?
Sono tanti e alcuni sono su quanto sta accadendo, non si può prescindere
Un commento ai fatti americani?
Basita come tutti da quello che è successo. Nei film abbiamo visto la difesa dei palazzi istituzionali dagli alieni mentre quei tizi ci sono entrati tranquillamente.
Si parla anche di censura. anche da parte dei social.
Sono contro ogni forma di censura ma se ti devi adeguare le regole vanno rispettate. Chi diffonde fake news che mettono in pericolo la stabilità di un paese o parole di odio e violenza va bloccato.
Con che criterio sono stati scelti i duetti e gli ospiti?
Li abbiamo pensati nel momento in cui gli ospiti hanno aderito. Quindi abbiamo ragionato su quali ci si sente a proprio agio: ad esempile o con gli uomini cambiano le tonalità e bisogna variare le modulazioni. Ho cercato le persone che sento più vicine, con le quali ho già collaborato.
Il tempo ti ha insegnato a lasciarti andare?
Di carattere non sono irraggiungibile, ma il ruolo e la responsabilità di interpretare brani di autori importati mi metteva in una posizione di serietà. Dovevo dimostrare di essere all'altezza di parole e artisti immensi mentre io di mio sono esuberante, giocosa, allegra, ironica.
Cosa ti ha cambiata?
Sono deflagrata e ho detto basta: mi mostro per come sono, sui miei palchi ballo, gioco, scherzo, rido, viene fuori il mio essere. La gente mi vedeva per strada e mi faceva sempre seria e io ci soffrivo, questo ruolo mi stava troppo stretto. Ho fatto il mio percorso e ora non devo dimostrare più nulla: voglio giocare!

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