Colorata e senza filtri, la band milanese esprime in dieci tracce la sua grande versatilità, unita al desiderio di ricercare un sound innovativo e personale. Un semplice obiettivo: riportare in voga il sound immortale degli anni Settanta e Ottanta, fondendolo con influenze più moderne e trattando nei testi tematiche attuali, usando un linguaggio giovane e mai banale. Ecco la loro playlist anni Settanta
1. Do it again - Steely Dan (1972)
Prendete un macchinone e fatevi inseguire dalla polvere su uno sterrato che attraversa la California fino al golfo del Messico. Fermatevi in un bar a bere mezcal e ballate un po’ per sgranchire le gambe. Oppure restate a casa e ascoltatevi Steely Dan, questo è quello che possiamo consigliarvi.
2. Old man - Neil Young (1972)
Ascoltare questa canzone vi porta direttamente qui: vi siete svegliati alle tre del mattino e avete preso un aereo per l’oceano: è la stagione del surf. Un amico vi ha portati in spiaggia dall’aeroporto, e dopo un giorno in mare, ora siete veramente esausti. Vi accendete una sigaretta in terrazzo, il sole sta tramontando e vi godete il sound di Neil Young.
3. Take the Long Way Home - Supertramp (1979)
Questa canzone per noi è esattamente come una vacanza in barca, con tutti i suoi
momenti: è finalmente spuntato il sole dalle nuvole e a prua, in coperta, si può ballare con una birra in mano e i capelli al vento. Qualcuno si tuffa, qualcun altro legge un romanzo e forse in quell’istante ti sembra di iniziare a capire qualcosa sulla vita.
4. I wish - Stevie Wonder (1976)
Vorremmo dirvi perché “I wish sia una canzone consigliabile”, ma solo a pensarci non
riusciremmo proprio a smettere di ballare! Il basso che si prende gioco di te, il groove
assale il quartier generale dei tuoi movimenti, ed è tutto un gridare e perdere il controllo. La magia di Stevie è questa.
5. On the run - Pink Floyd (1973)
Perché è una canzone che veniva dal futuro. Scritta, prodotta e registrata nel 73’ suona come un pezzo dannatamente moderno. Potrebbe tranquillamente essere presa da un album di adesso. Questo anche è stato il genio dei Pink Floyd in quegli anni.
6. That’s the way of the world - Earth, Wind & Fire (1975)
Forse il pezzo che ci unisce più di tutti. Un vero capolavoro firmato anni 70’ con tutti quegli elementi degli Earth Wind & Fire che ci hanno fatto uscire di testa: la loro leggerezza e allo stesso tempo la complessità di quello che facevano. E poi, certi sguardi non si scordano mai.
7. Baba o’ Riley - The Who (1971)
Un pezzo che ci ricorda solo una cosa: prima di invecchiare, possiamo scappare un’ultima volta. Possiamo fare qualche follia per un’ultima volta. Baciarci, buttarci, vivere sempre per un'ultima volta. Inutile specificare cosa siano gli Who per chiunque abbia mai suonato in una band dalle influenze anche lontanamente rock.
8. Little Green Bag - George Baker (1970)
Un altro dei pezzi immortali che consigliamo per la sua energia. Tarantino non a caso ci ha aperto il suo primo film “Le Iene”. La linea di basso ti mette addosso un abito nero, degli occhiali da sole, e in mano una valigetta piena di soldi. Poi non ti tocca fare altro che iniziare a correre mentre George Baker nelle orecchie ti canta più allegro che mai “cerco un po’ di felicità, ma non c’è nient’altro che la solitudine ad aspettarmi”.
9. The Air That I Breathe - The Hollies (1974)
Perché ogni tanto serve un po’ di leggerezza e questa canzone è come brezza che soffia sulla pelle. Gli Hollies riteniamo che siano stati fin troppo sottovalutati mentre in quegli anni hanno scritto pezzi dal sound estremamente moderno, non a caso questa canzone sembra la madre mai riconosciuta di Creep dei Radiohead, arrivata vent’anni dopo.
10. D’yer Mak’er - Led Zeppelin (1973)
Passi tutta la tua adolescenza ad ascoltare musica reggae australiana e credi di star
ascoltando qualcosa di super attuale, poi capiti per sbaglio su questo capolavoro degli Zep di quasi cinquant’anni fa e ti rendi conto che avevano già scritto tutto loro. Uno dei pezzi che ci ha accompagnato di più in questi anni tra estati a cercare le onde e quella libertà che ti fa gemere come Robert Plant in gran parte della canzone.