Nuda, il nuovo album di Annalisa: raccontarsi attraverso il rispetto

Musica

Fabrizio Basso

Tredici tracce divise in un lato A e un lato B che caratterizzano i due stili e i due mondi della cantautrice. Si racconta senza risparmiarsi, senza orpelli, senza filtri: dentro ci sono la forza e la fragilità, la profondità e la leggerezza

Un'attesa lunga ma dolce. Accompagnata dalla consapevolezza che avrei ascoltato un album maturo, identitario a tratti aggressivo. Bene, stavolta Annalisa è andata oltre le aspettative. Il suo album Nuda è una lastra dell'anima fatta attraverso tredici canzoni. Abbiamo condiviso alcuni pensieri.

Annalisa quanto il lockdown ha cambiato il disco? Ha cambiato più Nuda o N.U.D.A. (Nascere Umani Diventare Animali)?
Ci stavo lavorando già da tanto, la prima canzone è Bonsai e nasce a novembre 2018. E' un percorso lungo fatto passo per passo. A marzo l'album era già praticamente chiuso. Poi è arrivato il lockdown ed è stato utile per ripensare a tutto. Per raccontare non solo la versione migliore di noi ma anche il resto e mi è venuta la voglia di aprire delle cose, modificarne altre, tutto è curato in ogni dettaglio. Sono tornata di più su Nuda per dire altre cose e profonde.
Il titolo è chiaro ma ci sono parti della tua vita che stai ancora elaborando e non riesci a mettere in musica?
Mi sono scavata a fondo è ho tirato fuori tutto. Alcune canzoni sono particolarmente sentite, tipo Cena di Natale, che è un bilancio. Racconto le occasioni che non ho colto. C’è la gioia di Piove col sole…il bello di vivere i proprio spazi. Più andrò avanti e più sarà così.
Cena di Natale e Bonsai sembrano i brani più sofferti.
Esatto, insieme a Tsunami. Sono quelli in cui ho messo in piazza fragilità e insicurezza. Trovo che sia importante. I social sono sempre più potenti ma quando ci serve ricordiamoci che la vita non passa da lì, ci sono fragilità e giornate no che spesso non condividiamo.
Mettersi a nudo è mostrare l’unicità: in cosa ti senti unica?
Come individuo, non ce n’è uno come un altro. Bisogna vivere ogni esperienza e vocazione in modo personale.
"Siamo soldatini in guerra", dici in Piove col Sole: contro chi combatti?
A volte contro i mulini a vento ed è giusto dirlo. Racconto le battaglie quotidiane di ogni giorno, vorrei provare a far cadere gli stereotipi. Le mie armi sono le canzoni.
Uno degli elementi più ricorrenti di Nuda è la casa, il senso di intimità: cosa c’è nei tuoi 70 metri quadri? E nel tuo monolocale?
Vivo i miei spazi. La casa a Savona è il cuore, la casa a Milano è altro, dove torno dai miei genitori altro ancora: cerco la protezione. Nel disco butto giù le mura e mi muovo nella vita di tutti i giorni, nello spazio che mi sono ritagliata.
Cosa c’è dei tuoi studi di fisica in questo album?
C’è rigore perché oltre a fare cadere le sovrastrutture c’è l’impegno di raccontarmi. Il lato A è istintivo, il marchio di fabbrica senza pensarci. Nel Lato B ho accelerato su certe tematiche per dare loro più impatto. E poi c'è molta sperimentazione sonora.
I filtri della quotidianità sono crescita o involuzione?
Ne parlo in N.U.D.A., nell’acronimo che mi sono divertita a cercare. Mi piacerebbe vivere un po’ più di istinto, un po’ più di pancia che con troppe sovrastrutture. Lo dico nel disco ma lascio la porta aperta: diventare animali è non avere rispetto del pianeta, degli altri.
A te piace aprire i cassetti... temi che qualcuno apra i tuoi?
Li ho aperti io per prima e senza alcuna paura
Cosa ti fa paura?
Il non rispetto dell’altro, la non condivisione.
Ci pensi che oggi non c’è più il compagno di banco?
Ci penso. Mia madre gestisce una scuola media. Affrontare questa assurda situazione è dura ma i bambini sono più coriacei. I miei più cari amici sono tutti legati alla fanciullezza.
L'agenda per i prossimi mesi?
Fare promozione in tutte le sue sfaccettature. Non vedo l’ora di inventare cose nuove e già ci stiamo pensando. Poi c'è l’appuntamento col Party della Luna il prossimo 5 maggio. Sarà un concerto festa come mi ero immaginata prima del lockdown.

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