Un brano rock sinfonico caratterizzato da una melodia coinvolgente esaltata da una maestosa orchestra. Il testo, di stile narrativo, si ispira a un omonimo breve racconto “noir” della cantautrice che potete leggere qui
“Una pioggia torrenziale si abbatteva contro le ampie vetrate del salone dell’
elegante appartamento. Nair, in vista del prossimo tour di concerti, cantava
accompagnandosi al pianoforte a coda con il suo consueto trasporto emotivo.
Era totalmente immersa nelle sue musiche quando irruppe inopportuno lo
squillo del telefono. Contrariata si alzò dal piano per rispondere. Una voce dal
timbro indefinibile, priva di inflessioni ma straordinariamente suadente, la
invitava ad un incontro a mezzanotte in una zona poco frequentata della città.
Nair, abbandonate la sorpresa e la sana diffidenza iniziali, si lasciò
coinvolgere dalla strana proposta. Riflettè rapidamente sull’assurdità della
situazione. Insensato recarsi ad un appuntamento con uno sconosciuto, ma
un’inspiegabile curiosità prevalse sul suo buon senso. Indossati un trench
nero e un cappello Borsalino, uscì. Guidò sotto un diluvio fino al luogo
indicato, un viale deserto in periferia, dove le spettrali luci dei lampioni lo
dipingevano ancor più desolato ed inquietante. Sotto una pioggia battente,
Nair scese dall’auto e scorse una figura con cappello ed impermeabile
scuri...
Quell’ombra avanzò verso lei per poi fermarsi ad una distanza tale da non
poter essere riconosciuta. Con la stessa voce indefinibile ma suadente della
telefonata disse:” Ero certo che saresti venuta. Ti conosco...” Nair, con
sguardo interrogativo, tentò di ribattere, ma l’individuo la interruppe: “Seguimi!
Scoprirai un mondo sommerso di cui non sospetti l’esistenza.” E lei, come
ipnotizzata, lo seguì a distanza. C’era qualcosa di terribilmente affascinante
ed irresistibile in quell' ombra, al quale non poteva sottrarsi. Arrivati davanti
ad un palazzo nobiliare della città, si aprì un portone ed un maggiordomo con
aria compassata, rivolgendo all’individuo un cenno di complicità, accolse
Nair: "Buonasera Signora, l’aspettavamo!” Nair, stupita ma ancor più intrigata,
entrando nell’androne, fu travolta da un’onda di musica, ritmi, voci. L'ombra le
fece strada. Salirono per uno scalone, attraversarono un corridoio rivestito di
tappezzeria ed impreziosito da quadri d’autore, giungendo ad un sontuoso
salone, dove si stava svolgendo una festa in maschera. Coppie e gruppi di
persone vestite con ricchi costumi bevevano, ridevano, danzavano,
flirtavano... L’individuo misterioso si fece da parte, lasciando il passo a Nair
che, quando apparve agli ospiti, fu accolta da un silenzio irreale quanto
inquietante, che le sembrò lunghissimo...
Tutti i presenti, sempre scrutandola, cominciarono a parlottare
sommessamente fra loro, e dietro le maschere trapelavano espressioni tra il
divertito ed il beffardo. Nair avvertì una sensazione sgradevole, un intimo
disagio. Non sapeva dove fosse capitata e soprattutto chi fosse
l’accompagnatore. Quella gente sembrava aspettarla per schernirla, per
giudicarla o forse per coinvolgerla in situazioni poco rassicuranti. Eppure lei
non riconosceva alcuno dietro quelle maschere... Le salì un nodo alla gola,
un senso di angoscia, quando gli ospiti, come per un muto accordo,
continuando a fissarla, iniziarono a muoversi danzando in cerchio attorno a
lei. Le parve di essere al centro di un vortice, mentre quelle facce mascherate
ridevano con sarcasmo, in modo grottesco. Il movimento danzante si fece
sempre più veloce, frenetico e Nair, colta da uno incontrollabile stordimento,
cadde a terra svenuta... Dopo un tempo indefinito, riprese i sensi in un letto a
baldacchino e priva di abiti. Qualcuno le aveva tolto anche la lingerie di seta
nera... Nell' elegante camera da letto non giungeva alcun rumore dall’esterno.
Ancora frastornata, si alzò per poi sedersi ad un mobile da toeletta Luigi XVI,
si guardò allo specchio ed avvertì un rumore alle spalle... Riflesso, vide
sopraggiungere l’individuo che l’aveva coinvolta in questa assurda
avventura... Chi era quell’ombra?
Il personaggio, ancora irriconoscibile, la scrutava attentamente, seguendo le
sue espressioni e i suoi gesti. Improvvisamente cominciò a ridere in modo
sguaiato, poi ad urlare senza motivo, lasciando Nair sbigottita. Infine a
piangere e a singhiozzare... C’era qualcosa di straordinariamente familiare in
lui... Mio Dio!... Nair si riconobbe... Sì, era proprio lei... Il proprio alter ego! La
parte più nascosta, sepolta di se stessa.... Compì l’ultimo tentativo per
rimuovere l’altra sé, rompendo lo specchio e fuggendo come già in passato,
ma realizzò che non poteva più continuare a rinnegare la propria anima
segreta ma autentica, troppo a lungo soffocata...
Nair così decise di vivere le più disparate esperienze, avventure ed emozioni,
scoprendo una parte preziosa di sé sempre celata agli altri e negata pure a
se stessa.
Quella parte che non conosce limite, pudore, paura, obbedienza e
soggezione, quella parte che porta alla vera conoscenza di se stessi,
all’essenza del nostro essere.
Quell’ ombra sul cammino era il suo lato oscuro, che ormai Nair aveva
riconosciuto come proprio, accettandolo serenamente. Col tempo aveva
imparato a conviverci e ad amarlo.
L’ombra sul cammino è un sogno o un incubo... Una persona o
semplicemente il proprio destino..."