Il Tenco Ascolta arriva stasera, venerdì 4 settembre, a Piombino. A esibirsi sul palco saranno i cantautor: Bocephus King, Flo, Murubutu, Alfina Scorza e Carlo Pestelli. Ospite speciale Brunori Sas appena insignito della Targa Tenco 2020 per il miglior album in assoluto con Cip! Del fascino della manifestazione, e di se stessa, ci racconta l'artista campana
A chi sostiene che la musica di qualità non esiste dico di essere indagatore. Le pepite d’oro brillano al sole, i cercatori stavano ore piegati con un setaccio a perlustrare terra, terra e ancora terra. Quindi è uno scrigno che si apre ogni appuntamento della rassegna Il Tenco Ascolta, patriotticamente riassunto dall’acronimo ITA, fortemente voluta dal Club Tenco. Questa sera fa tappa a Piombino, in toscana. Ospite d’onore Brunori Sas. Tra gli artisti che si esibiranno vi invito ad ascoltare con particolare attenzione Alfina Scorza, una cilentana che ha contaminato le sue radici con generi di altri mondi. Vi racconto un po’ di lei.
Alfina partiamo dalle origini.
Ho iniziato a cantare da adolescente, le prime canzoni le ho scritte intorno ai 19, 20 anni. Poi mi sono poi iscritta al Conservatorio, ho proseguito fino al quinto anno di pianoforte e quindi ho conseguito una laurea in canto jazz ad Avellino.
E oggi chi sei?
Mi ritengo contaminata. Mi contamino col tango, col flamengo, con la bossanova e tutto è collegato con le mie radici.
Il brano che ti ha aperto al mondo è Di Rosso e Sensualità.
Prima di partecipare al Premio Lauzi avevo pezzi che non riuscivo a completare, tutto è iniziato con la collaborazione con Pasquale Curcio. Da lì è nato un percorso e si è creato un pubblico di nicchia.
Prima cosa ti bloccava?
Non avevo l’opportunità di esprimermi con le mie cose, ora lo faccio. E dal 2011.
Poi è arrivato il Giappone.
Una esperienza fantastica. Ho suonato in alcuni club e a una festa dedicata a Napoli. L’anno prima c’è stato Ligabue.
Un buon auspicio.
Stranamente all’estero mi sono accadute cose paradossali. In Bulgaria l’anno prima di me c’era Ron e quello successivo Patrizia Laquidara.
Ritieni la tua musica difficile?
Il mio genere non è complicato, si rifà un po’ più alla tradizione, c’è la melodia. I pezzi non sono così complicati. Ma oggi i ragazzi sono abituati a un altro tipo di musica. Bisognerebbe insegnare loro che c’è anche un'altra musica. Enzo Avitabile, per citare un nome, fa musica contaminata.
All’estero hai registrato più sensibilità?
Fuori c’è più attenzione. Qui mancano le opportunità che dovrebbero creare le case discografiche. Ci vorrebbero più opportunità per farsi conoscere.
Se ti dico Luigi Tenco?
E’ una istituzione. Sono anche insegnante di canto: ho fatto ascoltare suoi brani ai ragazzi. Anche alcuni miei. Si innamorano del genere se glielo si fa conoscere. C’è un mondo parallelo al mainstream.
Novità in arrivo?
Il mio primo lavoro è del 2015, a brevissimo uscirà il nuovo intitolato Le lettere di Jo. Tratto tematiche delle donne. Ho inserito anche Storia d’Amore di Adriano Celenatno rivisitata in chiave femminile e Rosamarina di Andrea Parodi. I brani sono nove. Pubblicherò un singolo e stiamo progettando con la Bit & Sound Music di Tino Coppola una serie di presentazioni soprattutto nel Cilento e su Roma.
Come hai vissuto il lockdown?
Qualche giorno prima stavo terminando il lavoro. I brani erano pronti, non ne ho scritti nuovi, mi sono rilassata. Per come sono fatta io ho bisogno di stimoli, di viaggiare, di stare vicino al mare per creare. Per fortuna era già tutto pronto. Ho ristabilito contatti umani.
Ora che succederà? Torneranno i live fisici o vinceranno le distanze?
Sarebbe bello tornare ai tempi di una volta. Io, al di là della situazione, ho fatto un concerto all’Arena del Mare di Salerno. Le opportunità sono di meno ma c’è il vantaggio per i piccoli combo, ci sono più possibilità di lavorare con un pubblico di nicchia.
La tua formazione?
Di solito mi muovo in trio con Pasquale Curcio alla chitarra e Ivan Cantarella alle percussioni e se si può mi accompagna anche il violino di Pietro Giordano. A volte mi avvalgo pure di Francesco Maiorino al contrabbasso e Rosapia Genovese al Sax.
A Piombino che farai?
I brani sono tre, uno è un singolo che si chiama Così Sia. Proporrò l’anteprima di Ma quando scende la sera. Chiudo con omaggiando Andrea Parodi con Rosamarina. Mi spiace che su quest’ultimo brano non ci sia il bandoneon di Flaviano Braga