Hollywood di LA Vision-Marco Sissa e Gigi D’Agostino conquista il mondo

Musica

Fabrizio Basso

Rovazzi, Benji & Fede, Il Pagante, Roshelle e Mr Rain: le loro produzioni discografiche  sono tutte diventate hit e in alcuni casi in fenomeni virali e di costume. Dietro a loro, e non solo, c'è Marco Sissa. L'INTERVISTA

La definizione matematica lo rappresenta in pieno. Perché Marco Sissa è un algoritmo uma, è l’hitmaker che, a vari livelli, ha lavorato ai brani di Rovazzi, Benji & Fede, Il Pagante, Roshelle e Mr. Rain. Il suo percorso è iniziato con la dance nel 2011 con Melodica Records, per proseguire con le migliori produzioni di Merk & Kremont e Marnik, ai quali, come a tanti altri produttori e dj, ha saputo fornire visione d’insieme e autentici cambi di prospettiva. Un know how che l’ha portato a diventare l’unico songwriter italiano alla corte di Andrew Bullimore, autore inglese tra i più in

auge al mondo (Galantis, Sigala, Aloe Blacc), con il quale scrive e collabora  quotidianamente. Vero e proprio autodidatta, Sissa ha i suoi punti di forza nella sua visione d’insieme e nella capacità di intervenire in qualsiasi punto della filiera produttiva: sa suonare, comporre, cantare e soprattutto produrre.

Quando dici che le hit non si creano, succedono: che intendi? Non è un po’ affidare il lavoro al caso?

E' una provocazione. Tu devi essere alla stazione quando passa il treno. Le persone non considerano il lavoro antecedente al successo. Quando succede non hai la sfera di cristallo per capire…ti succede e basta. La storia di grandi successi viene da grandi rifiuti. Io seguo il kharma e i segni.
Tra Debussy e l’elettronica in mezzo chi c’è?
Un frontale. In mezzo c’è la musica di Marco, i miei riferimenti da pianista. C'è una padronanza di linguaggio musicale. Un giorno mi portano un programma per creare musica e mi sono approcciato a quella musica perché è facilmente realizzabile, un genere che anche grazie alle mie esperienze di musicista e creativo ho sviluppato. L’elettronica mi ha inghiottito per alcuni anni e dai settoriali sono salito al cantautore che usa l’elettronica come vestito.
Un successo che ti è scoppiato tra le mani?
Andiamo a comandare di Rovazzi. Nel team produttivo con me c'erano Merk & Kremont. Quel giorno ci abbiamo lavorato poi lo abbiamo dimenticato ed è diventato una super hit.
Quando un produttore determina il successo di un pezzo?
Nella mia figura servono due percentuali. Il produttore classico può essere clamoroso. Di base serve una canzone e una canzone bella è senza tempo e il produttore la veste con un piano o con sound speciale. Il  range di intervento può svoltare anche il 70, 80 per cento. Dall’altra parte una canzone bella sarà bella con qualunque arrangiamento. Io produco quello che scrivo e viceversa, cerco di portare più fortuna al brano. Bisogna essere bravi e lungimiranti e l'autore deve essere valido.
Le tue esperienze a X Factor?
Di Roshelle ci è stato affidato, sempre insieme a Merk e Kremont, l’inedito. Fatto in fretta ma la canzone è andata molto bene: il disco d’oro in minor tempo nella storia di X Factor (torna il 17 settembre su Sky Uno). Mi piacciono i giovani talenti, io faccio la mia parte. La Somma di Mr Rain ha avuto il featuring di Martina Attili.
Ti senti più un anarchico della musica o il signore di un regno che segue le sue regole?
Mi rivedo in entrambe, ma sto meglio nel mio castello e seguo le mie regole. Non sono attirato dal successo in sé, sono attirato dalla musica all’altezza dei miei sogni.
Insieme a Gigi D'Agostino stai spopolando con Hollywood.
Cerco di vivere con la testa, penso al cantautore che con la canzone in inglese diventa un competitor internazionale. Ho fatto tanti esperimenti e ho lavorato con più artisti perché per me era un terreno di prova. Mi sono tolto soddisfazioni nella pop-dance ma non appagavo in fondo la mia visione personale. Il primo brano che mi ha fatto esprimere al top è Hollywood. E' uscito in collabborazione con Gigi D’Agostino, è il più venduto su i-tunes nel mondo. Un brano di sucesso e ne sono felice. Sono l'unico italiano con brano scritto e interpretato ad avere un exploit così forte.
Una serata con Giorgio Moroder o i Krafterwerk?
Sono più incuriosito dalla storia di Giorgio Moroder e dai suoi brani iconici.
Pensa che per il promo di X Factor la scelta è caduta su I feel love di Donna Summer. Ci ho lavorato con Davide Gubitoso.
Avessi la macchina del tempo dove andresti?
Mi piacerebbe cavalcare gli anni Settanta e fare lo stesso lavoro di oggi con la mentalità dei Queen. Uscire da quel periodo di rock che passa dal glam, contaminarlo con la classica, i ballettie l’elettronica. Ci aggiungo che i Queen erano tutti bravi.
Previsioni per la riapertura dei locali e come?
Viviamo un periodo così strano e particolare che non abbiamo strumenti per giudicarlo. Mi auguro solo che ci sia il buonsenso. Alla riapertura graduale delle situazioni sono favorevole. Sono contento di trovare una nuova dimensione di divertimento ma, ripeto, serve il buonsenso.
Si diceva che sarebbe stata una estate triste e senza tormentoni e invece…
Non mi rispecchio in questa discografia. Da quando il reggaeton domina ci sono undici mesi di silenzio e poi a luglio esplode la musica. In Italia passi per arrogante quando chiedi alla tua musica di ispirarsi a Stevie Wonder o agli Abba.
Va detto che abbiamo un archivio di musica come mai nella storia.
La rivoluzione streaming è stata bellissima. Hai ragione, abbiamo una banca dati infinita di musica.
Però?
La musica è figlia del suo tempo, e questo vive una deriva sociale e di valori. L’artista ha una urgenza espressiva, bisogna dare un piccolo segnale. Hollywood è una foto del 1999 ed è il racconto di una ragazza dell’Est che vuole Hollywood e finisce in uno strip club. E' il mondo riportato al 1999. Hai grandi artisti dunque basta una buona canzone. Se devo fare qualche nome bello recente dico Tiziano Ferro, Negramaro e Cesare Cremonini.
La tua estate, il tuo contributo a farci sorridere e scatenare?
Vi affido Hollywood. Faccio un po’ di pausa, scrivo un un ideale Ep, cerco visioni d'epoca. Ricordiamoci sempre che le grandi canzoni fanno i grandi cantanti.

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