Questo brano fa da ponte tra le produzioni trap precedenti (da solista e con la Bilogang) e il nuovo sound dove l’artista, originario di Genova ma trapiantato a Torino, ha trovato il giusto equilibrio per la propria narrazione personale, libero dai dogmi di un unico genere
Sono nato a Genova e ho iniziato a scrivere musica rap da ragazzino insieme vari colleghi liguri, mi sono trasferito a Torino dopo il liceo per fare l’università ma dopo il primo contratto discografico ho lasciato gli studi e ho creato Bilogang, un collettivo musicale di tre amici nato all’interno di un bilocale sotto la Mole Antonelliana.
Nonostante la nostra collaborazione come trio sia stata molto formativa, facendoci conoscere per le nostre sonorità happy alternative ai canoni che vigevano nel rap ai tempi, ho comunque portato avanti una carriera solista. Ho sempre ascoltato generi diversi da quello che facevo, soprattutto tanta musica italiana ‘70/‘80, questo ha fatto si che dal rap alternativo del bilocale si passasse ad un genere sempre più
contaminato, fino a che con gli ultimi progetti sono stato assorbito dalle stesse contaminazioni eliminando il genere da cui ero partito. Questo cambiamento è stato dettato non solo dall’evoluzione del suono, ma sicuramente anche da un’esigenza di espressione, forse avevo bisogno di parlare di cose semplici in maniera più introspettiva e personale.
Un altro passo importante di questo percorso è stata la consolidazione della mia collaborazione con il Krokodil House, studio di produzione composto da vari musicisti provenienti principalmente dal Metal, adesso attivi dalla produzione musicale, alla produzione video e fotografica. Lavorando principalmente con Blue Jeans, con cui faccio musica ormai da anni, la nostra musica ha preso una svolta sempre più definita. Il nuovo singolo, ‘Dove sei’, è la prima tappa del viaggio musicale che sto intraprendendo. Il sound è caratterizzato sicuramente da influenze funk e disco music, con però tanti piccoli dettagli che lo rendono un lavoro personale e in qualche modo senza tempo.
Il videoclip è una raccolta di immagini quotidiane, piccoli quadri che prendono vita all’interno del mio contesto semplice e autoironico movimentato dalla dinamicità del suono. Un elemento sul quale abbiamo lavorato molto nella scrittura del videoclip è stato quello di trasformare in immagini la mia alienazione durante situazioni quotidiane, come la colazione, dove mi trovo in mezzo a tante persone ma spesso è come se fossi da solo. Ho passato l’ultimo anno sui divani letto dei miei amici e questo mi ha fatto apprezzare le piccole cose più di grandi piani e aspettative che rendono difficile e a volte triste le vite di tutti, mi basta poco per distrarmi e cambiare le mie giornate, non sempre in positivo però. Il mio nuovo disco parlerà proprio di questo, la rivincita della semplicità.