Francesca Monte e il suo Alièn che viene (e si nutre) dall'anima

Musica

Fabrizio Basso

Francesca Monte in un frame del cortometraggio Alien
francesca_monte

Torna Francesca Monte e lo fa sconvolgendo ogni canone della musica contemporanea. Il suo Alièn è prima che un concept e un cortometraggio un manifesto, una denuncia di un disagio sociale che si rispecchia nell’anima di chi sa cogliere l'appello di una umanità perduta. L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio)

Oggi è facile fare un viaggio nell'anima. Basta chiudere gli occhi, guardare il proprio specchio interiore e chiacchierare con se stessi. Altro è quello che fa Francesca Monte nel suo nuovo, innovativo e identitario progetto Alièn. L'artista campana, grande protagonista a X Factor nel 2015, è stata saggia nel prendersi i suoi tempi e nel cimentarsi in tutti i campi dell'arte, che, e lo ripeto, è un atto di coraggio. Di questo concept è l'autrice e ciò significa che in lei c'è un altro elemento oggi non proprio comune, l'assunzione di responsabilità. Alièn è un progetto fatto di umanità anche se le immagini che lo accompagnano sembrano trascinarci nella nostra metà oscura. Averlo pubblicato in questo periodo è un invito alla riflessione sociale e personale. Ci siamo fatti una lunga telefonata.

Francesca da dove parte il tuo cambiamento?
E' una scoperta interiore, di suoni e di ricerca mi rappresenta, è una partenza da zero: ho solo fatto riemergere le cicatrici del passato e le ho portate all’oggi, esprimendole ora.
Un lavoro lungo, sia personale che artistico.
E' un'idea vecchia almeno un anno e messa al mondo oggi, in un momento difficile. Un messaggio forte.
Cosa è Alièn?
E’ un disco che rispecchia il mio percorso umano, un disco che è stato concepito come una unica traccia con la particolarità che è un concept che si può ascoltare anche per singoli.
Il cortometraggio che lo accompagna scivola dalla coscienza al mare aperto dell'umanità.
Non ha dighe e giunge al mare. Alla foce vedo una persona consapevole di affrontare un futuro in maniera diversa, con più attenzione ai dettagli. Non solo umanamente perché anche il futuro artistico è su Alièn.
Come è la tua anima?
Totalmente black con sfumature colorate.
Chi sono gli Alièn?
Tutte quelle persone che si sentono alienate del mondo esterno. Da bambina ho subito bullismo, maltrattamenti e oggi vedo nella società molte brutture a partire dal gettare il mozzicone di sigaretta a terra. E' una violenza alla società. Quello che ho visto in me mi ha portato a essere Alien.
Cosa vedi?
Ho gli occhi spalancati sul futuro e spero in una umanità migliore. Spero che la pandemia ci cambi e che ci trasformi in persone che comprendono il vero valore della vita.
Tu che fai?
Nel mio piccolo ho messo a fuoco le mie idee col cortometraggio. E' il momento di darsi una svegliata.
Il tuo cambiamento mi ricorda la novella di Luigi Pirandello Il Treno ha Fischiato.
Bella l'idea del fischio del treno come segnale di cambiamento. Il mio fischio è stato osservare che il pubblico che mi seguiva non mi rispecchiava più lo trovavo più attento all’apparenza e meno a quello che ho dentro.
Dove hai girato il cortometraggio?
In Campania, alle Grotte di Castelcivita e al Castello di Sicignano in provincia di Salerno, poi a Londra sul Tower Bridge e a Brick Lane. La regia è di Paolo Hanzo.
Come tradurrai in live il tuo Alièn.
Il live sarà mostrare tutto il progetto, sarà un live mostra, dall'esposizione dei bozzetti per poi arrivare alla foto, a un suono che riporti alla foto e a un profumo che rievoca la foto stessa e poi al live. Il disco è elettronico, il live sarà più delicato, ci saranno solo batteria e chitarra acustica. Ognuno avrà un outfit ben definito. Mi sono affidata a un team di designer emergenti con la collaborazione dell'Istituto Marangoni di Londra.
Hai scelto la lingua inglese che in Italia è ostica se frequentata da una artista italiana.
Per me è più facile in questo momento scrivere in inglese le cui parole si attaccano anche bene alla musica. Ma non escludo collaborazioni in italiano. In quarantena (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - I NUMERI ITALIANI: GRAFICHE) ne ho scritto dieci in inglese. Ho fatto anche la influencer per guadagnare e investire in musica. Ora cerco un pubblico che mi rispecchi.
Senza live è dura.
E' triste che non ci siano i concerti. Vorrei presentare Alièn in occasioni di Mostre, da Venezia al Pan di Napoli fino alla Fondazione Prada di Milano e qui si può gestire l’afflusso, credo.
Situazione complicata per tutti.
Ora siamo tutti nella stessa barca e chi avrà il messaggio più forte vincerà e parlo da artista indipendente che ci mette il triplo di impegno per avere una finestra.
La tua carta vincente?
Molti mi descrivono come una femme fatale ma io sono una Alièn sensibile, emotiva ed empatica.


Gli outfit di scena di Francesca Monte sono creazioni uniche di giovanissimi e talentuosi designer italiani e londinesi (Istituto Marangoni London). La direzione dell’immagine di Francesca è stata curata dallo stylist Ermes De Cristofaro con cura dei dettagli, selezionando moda sostenibile e focalizzandosi su capi gender- fluid. Prezioso è il contributo di Tremila, visual designer ed ideatore della cover art del disco e del lettering, di Martino Prendini illustrator & 2d animation e di Fabrizio Todisco, location manager del progetto.

Credits foto maschera dell'ossigeno (Falling Breath)
Director of photography: Hanzo @paolohanzo
Photographer: Renzo Raviello @renzoraviello
Fashion director: Ermes De Cristofaro @ermesdc
Mua: Hilary Ruggiero @hilaryruggieromua
Dress coat: Rosanna Fanizza @rosannafanizza_

Credits foto testa- scultura (Sacred)
Director of photography: Hanzo @paolohanzo
Photographer: Renzo Raviello @renzoraviello
Photo Edit: Lidia Santangelo @ldisnt92
Fashion director: Ermes De Cristofaro @ermesdc
Mua: Hilary Ruggiero @hilaryruggieromua
Head-sculpture: Giuseppe Fata @fatagiuseppe
Dress: Designed by Francesca Monte

 

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