La mia città è dove batte l'anima di Francesco Bertoli

Musica

Fabrizio Basso

La mia città è il nuovo singolo di Francesco Beertoli, il secondo estratto dall’album di debutto Carpe Diem. E' la storia di due persone alla fine di un percorso insieme. IL RITRATTO

(@BassoFabrizio)

In una canzone può esserci una vita, in un album un mondo. Francesco Bertoli ha fotografato la quotidianità nel suo album d'esordio, che suona già, per tematiche, musica e stile già maturo. Dietro di lui c'è, in produzione, di Carlo Avarello dell'Isola degli Artisti, un professionista dal grande cuore. Il titolo scelto è Carpe Diem che, come mi ha spiegato nella nostra chiacchierata su Skype Francesco, "indica la ricerca di una mediazione tra i miei tempi lenti e riflessivi e l'urgenza di comunicare. Il carpe diem è una esortazione a godermi di più il presente". Dietro l'album c'è un lavoro di quasi due anni, una attenta ricerca degli autori. Lui firma, anzi co-firma con Manuel Finotti, una sola canzone, quella dal titolo più strampalato, Ballo come Celentano: "E' un omaggio a un artista immenso che è stato soprannominato il Molleggiato. Così soddisfo la parte di me più rock'n'roll. Per quanto riguarda l'aspetto autoriale ti confesso che sono iper critico nei miei confronti, non ero soddisfatto del mio lavoro. Dovrete aspettare ancora un po' per un album di mie canzoni. Sto imparando, sto crescendo e mi piacerebbe tra una decina d'anni potermi definire un artista completo". Tra coloro che hanno apposto la firma vicino ai testi ci sono Virginio Simonelli e Giordana Angi: "Il primo lo ho conosciuto a Livorno, la canzone che ha proposto mi è piaciuta ed è entrata nel disco. Con Giordana siamo amici da tempo".

Il disco lo ho ascoltato un paio di volte prima di parlarne con Francesco. Il primo elemento che salta alle...orecchie è la capacità dell'artista di giocare con la sua voce. Ha scelto un percorso tortuoso ma il rischio si è tradotto in valore aggiunto. E poi c'è la sensazione che si voglia togliere qualche sassolino dalla scarpa, professionale e affettivo: "Ho parecchie rivincite da prendermi, soprattutto sul lavoro. L'album è una soddisfazione personale enorme. Sono cinque anni che lott per vivere di musica, che ho smesso di cantare nei locali. Io, contrariamente a tanti altri, chiedo prima di prendere. E poi all'inizio sei solo a credere in quello che proponi e dunque per crearti uno spazio devi sgomitare". Elemento di sensibilità è la scelta delle parole, anche in testi non suoi: la missione è "essere comprensibile che non significa essere banale". Carpe Diem contiene due sue personali rivisitazioni di brani altrui: "Una è Roxanne di Sting che rispecchia il mio amore per il Rock e per l'inglese; con Io che Amo solo te di Sergio Endrigo mostro la mia parte più intima. E' un brano complicato da rendere perché è tutta interpretazione ma non ho paura, il coraggio che mi ha sempre contraddistinto mi spinge sempre a mettermi in gioco". E ora, con un umore variabile più del tempo, aspetta di poter uscire dalla quarantena e incontrare i fan negli instore. Nel frattempo scrive e riflette sull'amore, come già avviene nei brani editi, perché nell'era dei social "è difficile parlare di sentimenti".

 

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