Guya Canino ovvero l'Italia che canta la nostra storia nel mondo

Musica

Fabrizio Basso

Guya Canino fotografata da Marco Chiti
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Col progetto Hit Italy sono gli ambasciatori della musica italiana nel mondo. Pilota di questo giro del mondo canoro è Guya Canino che ci racconta dei suoi viaggi, della sua arte, del rapporto col papà Alessandro e di quella poco nota passione per la musica Black e Soul. L'intervista

(@BassoFabrizio)

C'è un mondo che "ascolta" l'Italia con una passione totale. In particolare quello che rientra in quella che una volta era chiamata Grande Madre Russia e che oggi raccoglie i paesi dell'Est. A nutrire in quei luoghi l'amore per la canzone italiana è Guya Canino che da anni vola in quelle terre con la sua band e con un progetto che si chiama Hit Italy e del quale fa parte anche sua padre Alessandro, esploso musicalmente nel 1992 al Festival di Sanremo col brano Brutta. Bloccata a Firenze dal coronavirus e ligia al #iorestoacasa, Guya, che è anche insegnante di danza del corso Musical della scuola Off Musical di Lorenzo Salvadori nel capoluogo toscano. Da casa fa video per spiegare ai suoi allievi parti di coreografia. Ecco la nostra telefonata.

Guya come va?
La situazione è abbastanza critica ma penso lo sia per tutti. Noi che andiamo all’estero siamo doppiamente penalizzati perché pensavamo che la situazione fosse contenuta non ci siamo accorti subito della gravità. Noi siamo partiti per la Russia con Riccardo Fogli e siamo tornati appena in tempo. E con mille perplessità.
Sfrutterai lo stare a casa per pensare a nuovi progetti.
Siamo in fase di progettazione. Le menti lavorano.
Raccontaci la musica italiana all'estero.
Sono mondi completamente diversi dai nostri che però sono uniti dal fatto che la musica italiana viene apprezzata tanto, senza limiti di età. E' vero che sono affezionati in particolare alla musica anni Ottanta anche se ultimamente stanno allargando gli orizzonti. Hanno una grande passione e ti trovi bene per forza. Ti accolgono con grande entusiasmo.
Mi spieghi il progetto Hit Italy?
E' studiato ad hoc, diamo una nuova vita alle nostre canzoni. Andiamo ovunque, dalla Russia all'Asia Minore poi Uzbekistan, Tagikistan, Macedonia, abbiamo un bel rapporto con la Romania: ci siamo stati nel 2019 in occasione dell'Eurovision Contest come ospiti in semifinale. Ma stiamo bene anche in Bulgaria, Ucraina, Bielorussia, i paesi baltici...veniamo accolti bene ovunque. Capiscono che siamo unici nel mondo, ci fa onore e cerchiamo di portare al meglio.
Come lavorate al sound?
E' scelto dai musicisti. Non rivoluzioniamo completamente il brano ma cerchiamo di inserire elementi che possono toccare dance, rock e altri generi anche con piccole sfumature. L'elemento caratterizzante è il Pop. Negli anni abbiamo apportato aggiustamenti e ora siamo arrivati a quello che crediamo sia un bel sound. Ma resta sempre un margine di evoluzione.
So che ogni paese riceve un omaggio da voi.
Prendiamo una canzone del paese dove siamo ospiti, una tradizionale che tutti sanno, la riarrangiamo, le facciamo il testo in italiano e tranne una piccola parte che resta in originale e canto io. E’ il nostro omaggio al paese che ci ospita.
Invece il vostro rapporto con l'Italia?
Ultimamente, con l'arrivo mio padre, ci siamo affacciati all’Italia ma ora che dovevamo iniziare è arrivato il coronavirus. E’ comunque un rapporto aperto che riprenderemo.
Il Sud America?
C’era in programma marzo in Perù. Abbiamo già fatto un po’ di America nelle comunità italiane, a New York e a Toronto sono enormi. Il Sud America ci manca ma ci andremo.
Come va con tuo padre Alessandro come compagno di palco?
Lui mi voleva lontano dal palco, fuori dal mondo della musica ma la natura è natura. A un certo punto ho deciso di coinvolgerlo e ha accettato volentieri. E’ come stare in famiglia. Poi lo conosco bene come lui conosce bene me. Siamo in armonia come mai.
La Guya privata cosa canta?
La mia passione è per la musica Black e Soul, vengo da quel mondo lì anche se mi piace il cantautorato italiano. La mia passione è Pino Daniele. Come anche Lucio Dalla che ho conosciuto, Zucchero…tutti mondi con un po’ di soul. Purtroppo in questi giorni a casa non ho i mezzi tecnici per registrare ma col pianoforte da autodidatta mi diverto a giocare in quei mondi.
A proposito di mondi...ma avete una scaletta per ogni paese?
Sì. Ormai sappiamo quale pezzo scegliere. Non è solo l’artista che cercano. Ci sono canzoni di artisti italiani che noi non consideriamo e laggiù spopolano. Una doppia cultura che ci fa scoprire quello che a loro piace e noi non conosciamo.

 

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