Pat Metheny pubblica From This Place: "Un album che sognavo da sempre"

Musica
Pat Metheny

Sin intitola From This Place il nuovo album di Pat Metheny: comprende dieci composizioni originali. Il chitarrista si è unito a Gwilym Simcock, Linda May Han Oh, Antonio Sanchez e la Hollywood Studio Symphony condotta da Joel McNeely. Tra gli special guest Meshell Ndegeocello, Gregoire Maret e Luis Conte. L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio)

Uno sperimentatore da oltre quarant'anni. Pat Meheny pubblica il nuovo album di inediti From This Place ed è venuto a presentarlo in Italia. Ci siamo incontrati per parlare del disco, di lui e della sua storia. Pubblicato da Nonesuch Records contiene dieci composizioni di Metheny, accompagnato dal suo batterista di fiducia Antonio Sanchez, la bassista malese/australiana Linda May Han Oh e il pianista inglese Gwilym Simcock, oltre alla Hollywood Studio Symphony condotta da Joel McNeely. Meshell Ndegeocello (voce), Gregoire Maret (armonica) e Luis Conte (percussioni) sono special guest in From This Place, il primo album con materiale nuovo di Metheny dal 2014.

Parlando del disco ha detto che "è uno degli album che ho aspettato di realizzare per tutta la vita. È una sorta di culmine musicale, che racchiude una vasta gamma di espressioni che da sempre mi interessano, presentato in un modo diverso in grado di comunicare tanto, e questo solo grazie alla collaborazione di musicisti che hanno trascorso centinaia di notti insieme con me sul palco

Poi si unisce a noi il fantasma di Miles Davis secondo il quale la musica deve mautare dal vivo prima di essere innestata nei brani un studio: "Miles aveva proprio questa filosofia, secondo lui tutto deve maturare dal vivo poiché un certo modo di maturare porta nuove gemme sui brani nuovi. A casa ho scritto 16 brani nuovi per presentarli in studio ai musicisti. Non mi aspettavo che iniziato a registrare non uscisse quello che mi immaginavo: mancava un lato orchestrale. Bisogna lasciare tanto spazio all'improvvisazione. Era come trovarsi in un film Marvel: tutti lavorano con uno schermo verde e devono immaginare quello che avviene. Sono uscito dallo studio con tracce incomplete ma sapevo di volerle orchestrare. Ho iniziato io a scrivere gli arrangiamenti. Mancava però l'opportunità di coinvolgere delle voci...mi hanno detto che potevo fare di meglio. E sapevo che dovevo farlo a Los Angeles perché il suono che immaginavo arriva da film. Solitamente è difficile registrare a Loa Angeles ma Joel McNeely ha trovato un modo per lavorarci". 

Per lui non è difficile oggi essere americano: "Sono un americano per antonomasia. Arrivo dal centro America. Mai ho cercato di evitare la mia americanità. La mia identità la ho sempre manifestata anche se in modo diverso. Il mio lavoro riflette e rimanda indietro la cultura attuale.

Pat Metheny dice di sé: "Sono migliorato nel tempo, i primi dischi suonavo da 5 anni ora da 50. Vorrei suonare come oggi ma con l'età di allora. Oggi i problemi sono le parole. Per me le parole sono un oggetto pesante, io faccio cose fluide e malleabili".

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