Achille Lauro ha annichilito la platea dell'Ariston con un originale nude-look. Che poi è una citazione dotta di un San Francesco attribuito a Giotto. Vi raccontiamo un po' di cose su di lui
Achille Lauro, l'iconoclasta di Sanremo 2020, nasce a Verona nel 1990, ma cresce a Roma nel quartiere periferico di Vigne Nuove e infatti in molte sue canzoni ha cantato la borgata e il suo ambiente di provenienza. Achille Lauro – pseudonimo di Lauro De Marinis – è cresciuto insieme a suo fratello, all’epoca produttore del collettivo rap “Quarto Blocco”. Artista eclettico e in grado di affrontare generi diversi, non ama definirsi con un solo stile (anche se viene in genere associato alla trap). E in effetti, se si ascoltano i lavori di Achille Lauro, è impossibile appiccicargli addosso un’etichetta.
Barabba e Harvard, i primi mixtape
Achille Lauro è cresciuto ascoltando diversi tipi di musica, soprattutto rap. Ha iniziato a produrre i suoi primi lavori grazie al fratello e ai suoi incoraggiamenti: già nel 2012, ha pubblicato quindi il suo primo mixtape, “Barabba”. Pubblicato con il collettivo Quarto Blocco, al disco hanno partecipato diversi artisti tra cui Frigo, Caputo, Sedato Blend, Read, Muggio, Emos e Gogna. Pochi mesi più tardi è la volta di “Harvard”, secondo mixtape di Achille Lauro. L’artista ha prodotto l’album sempre con il collettivo: sia questo sia “Barabba” sono liberamente scaricabili dal sito del Quarto Blocco.
“Achille Idol Immortal” e Roccia Music
La passione per la musica di Achille Lauro è continuata a crescere, così come la sua bravura e la sua professionalità. I mixtape, infatti, sono stati ascoltati da artisti professionisti come Noyz Narcos e Dj 3D, e Lauro ha iniziato a farsi un nome all’interno della scena musicale. Il suo primo album, infatti, è stato un successo discografico e vanta le collaborazioni di pilastri del rap italiano. Prodotto con Roccia Music, “Achille Idol Immortale” è uscito il 28 febbraio 2014: anticipato dai singoli “No Twitter” e “Real Royal Street Rap”, vanta il featuring con il rapper Marracash. È l’inizio della collaborazione tra Achille Lauro e l’etichetta fondata da Marracash e Shablo, e di cui fanno parte anche Luchè, Sfera Ebbasta, Charlie Charles, Del, Coco e Rkomi. Achille Idol Immortale è un lavoro minuzioso a cui hanno partecipato artisti fondamentali per la scena rap italiana. Gemitaiz, Noyz Narcos, Sonia Margot, Simon P del Quarto Blocco, Read, Marracash, Coez, Rasty Kilo e Nigga Dium. Da allora Achille Lauro ha iniziato a sfornare un disco dopo l’altro: nel 2015 è uscito “Dio c’è”, mentre nel 2016 è la volta di “Ragazzi Madre”. Quest’ultimo album non è stato realizzato con Roccia Music ma con l’etichetta No Face, fondata da Achille Lauro stesso insieme a DJ Pitch8.
Il 2018 e l’uscita di “Pour L’Amour”
Ma è nel 2018 che Achille Lauro pubblica un lavoro innovativo e con sonorità impossibili da catalogare all’interno di un solo genere. Si tratta dell’album – definito a più riprese un prodotto a metà tra “samba trap” ed esperimenti vari – “Pour L’Amour”. Un inno non solo all’amore per le persone, ma alla conquista di ciò che si vuole. Il disco è stato realizzato insieme al suo amico e produttore Edoardo Manozzi (conosciuto nell’ambiente come Boss Doms) ed entrambi hanno dichiarato diverse volte che si tratta di un prodotto che propone uno stile nuovo e innovativo. Accompagnato a una ricercatezza e a una cura dei testi che segna la maturità professionale di Achille Lauro.
Il nuovo album è 1990 e c'è il libro Io sono Amleto
Ha stupito tutti a Sanremo 2019 con Rolls Royce, brano che fa parte del suo disco 1969. Questa la tracklist del disco, prodotto da Fabrizio Ferraguzzo e Boss Doms: “Rolls Royce” (con cui è stato in gara al Festival di Sanremo 2019); “C’est la vie”; “Cadillac”; “Je t’aime” (feat. Coez); “Zucchero”; “1969”; “Roma” (feat. Simon P); “Sexy Ugly”; “Delinquente”; “Scusa”. Lui lo ha presentato con una lettera diretta ai fan:
Ciao carissimi,
ho chiesto di scrivere questo comunicato personalmente per eliminare la distanza tra me e voi. Dopo tutto quello che è successo in questo mese, ci tenevo particolarmente a ringraziarvi. Sanremo è stata una esperienza incredibile; e il vostro appoggio è stato determinante. Era tempo che lavoravo a questo nuovo genere, che prende dal passato e cerca di guardare al futuro. Il vostro apprezzamento e l’interessamento da parte di un pubblico più vasto, mi ha permesso di provare a dare poco peso a quello che dicevano su di me e a sognare di fare musica senza tempo. Da quando è finito Sanremo mi sono chiuso in studio, 20 ore al giorno ad immergermi in questo nuovo progetto che il 12 aprile sarà fuori ovunque, vi presento 1969.
Ha scelto come titolo del libro Io sono Amleto perché "la tragedia diventa opera. Il libro è suddiviso in tre parti: la prima racconta la vita dell'artista; poi arrivano i racconti, gli aneddoti e le riflessioni dei suoi amici e di suo fratello; infine ci sono 23 opere di artisti contemporanei che completano la storia.
Un salto avanti nel tempo col singolo 1990
Per Achille Lauro lo scorrere del tempo è solo un’illusione: così, con un salto indietro di vent’anni nel passato e un salto avanti rispetto a 1969… arriva 1990, il nuovo singolo in uscita in radio e sulle piattaforme digitali venerdì 25 ottobre. I fan hanno già potuto assaporare il sound di 1990 durante il tour di successo Rolls Royce Tour che ha infiammato i club d’Italia nelle scorse settimane. 1990 (Sony Music), scritto da Achille Lauro, prodotto dallo stesso con Boss Doms e Gow Tribe, parla di un amore ossessivo e possessivo. Il sound è ispirato a La Bouche, mentre la cover rimanda a una foto iconica di Britney Spears, segnando il primo capitolo di una nuova serie di brani che reinterpretano il decennio degli anni ’90. Così lo commenta: "Sono nato nel ’90. Ricordo che da bambino, e poi da adolescente, la musica che ascoltavo creava emozioni talmente forti da diventare oggi un ricordo a tratti malinconico. Erano gli anni delle boy band, la musica dance anni ‘90 dominava i dancefloor di tutto il mondo, con quel suo sound inconfondibile e quel suo spirito libero ed euforico, emblema di una giovinezza spensierata. Erano gli anni in cui sono comparsi i Daft Punk, Corona, gli Eiffel 65 e Gigi D’Agostino solo per citarne alcuni. Alla fine del 2017, dopo aver scritto “Rolls Royce” e quasi l’intero album “1969”, i ricordi d’infanzia e della mia adolescenza mi hanno portato alla mente le sonorità anni ‘90 e la musica dance".