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Costanza Francavilla, la musica come viaggio ed esperienza

Musica

Musicista e produttrice italiana, Costanza Francavilla, nata a Roma, vive dal 2016 ad Ibiza, dove ha fondato l'Ibiza Bloom Studio, studio di registrazione e residenza per artisti. E' venuta a trovarci in redazione

 

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(@BassoFabrizio)

Nota per le sue abilità ai synth analogici e modulari e per la sua capacità di plasmare l’elettronica con la musica classica, dotata di un approccio minimalista ed evocativo, negli anni Costanza Francavilla si è imposta per originalità, tecnica, fantasia oltreché per le collaborazioni con numerosi artisti in tutto il mondo. Tra essi, Tricky, con il quale ha collaborato per parecchi anni sia come cantante che come co-produttore e che Tricky stesso definisce the female version of me. E' venuta a trovarmi in redazione.

Costanza perché il synth?
Mi ha sempre affascinato il suono. Non importa che note suoni ma come le suoni. Mi ha proprio formato: ore trascorse a suonare gli arpeggi di Bach e mentre suonavo appoggiavo l'orecchio per ascoltare la vibrazione.
Ti mancava qualcosa? Eri tediata?
Non mi annoiavo ti assicuro ma dalla musica classica sono passata al rock e al punk. Nel mio gruppo c'era il batterista appassionato di batterie elettroniche che mi prestò un Roland 626 e una piccola tastiera Casio. Poi a Londra iniziai a usare una drum machine, avevo 18 anni e mi appassionai del mondo del fai da te.
La capitale inglese la svolta?
A Londra ho iniziato a comporre brani da sola e mi si aprì un mondo. A fine anni Novanta c’era tutto un mondo elettronico in fermento che mi influenzò molto. Iniziai a scrivere brani con questi due strumenti e un Tascam 4 piste. Poi ho scoperto il mondo del pro tools.
Erano gli albori.
Sì, all’epoca eravamo all’inizio con poche tracce oggi si usa pure per montare i film. Un altro mondo con l'hard disc recording. Usavo questo questo e l'audio editing come strumento artistico: è un altro strumento, molto creativo. La mia passione per elettronica e sintetizzatori fu un crescendo, agevolata dagli studi in Architettura.
Tesi?
In fisica acustica, la scienza che studia la fisica del suono. Sulla risposta all’impulso: ho disegnato un auditorium a forma di violino e spiegato in base a dove eri seduto e al rivestimento dello spazio come si modificava il suono.
Fascinazioni costanti.
Ero affascinata dal mondo analogico, dal mondo dell’elettronica e il suo control voltage. L'Italia in passato è stata il cuore di un certo tipo di musica elettronica underground ma restiamo il paese del cantautorato e della musica pop. Non è la Germania dei Krafterwerk.
Hai una tua etichetta.
Si chiama ZerOKilled Music e la ho fondata nel 2006 a New York poiché ho sempre voluto essere indipendente. Forse perché sono cresciuta con la mentalità punk del do it yourself. Mi ha molto influenzata il movimento di Washington degli anni Novanta. Pure con Tricky ho combattuto per restare padrona dei miei diritti d’autore e mi serviva un involucro dove fare confluire tutte le mie edizioni.
Poi hai accolto altri artisti.
Ho iniziato a ospitare artisti con cui collaboravo tipo Marco Messina dei 99 Posse che scrive canzoni da una vita. Ho costruito un ponte tra underground sperimentale, elettronica e i film. Ora è attiva come publisgìhing perché rappresenta un collettivo.
Che donna sei?
Di giorno sono solare ma confesso di essere affascinata dal crepuscolo. Per me la musica è trascendentale verso la luce più che verso il buio. Vivo nella natura, quando è notte apro questo canale creativo.
Vivi a Ibiza.
Da quando risiedo lì sono a contatto con tutta una scena collegata alla sound therapy e meditation perché nella parte nord c’è una comunità di artisti e scrittori con percorsi creativi disparati. Da una parte è eco-friendly ma c’è anche una spiritualità sul well being. Mi sono avvicinata a tecniche di terapie sonore con suoni vibro-acustici. Abbiamo avviato un percorso di studio e di ricerca su un certo tipo di tecniche sonore e come possano influenzare lo stato d’animo dell’individuo.
Un viaggio molto indietro nel tempo.
Ab origine la musica ha avuto un carattere terapeutico. In Cina la parola medicina ha la simbologia della musica. E’ una connessione con l’infinito e nell’universo. Un fisico metereologo ha scoperto che se ascoltiamo una frequenza in un orecchio e nell’altro un’altra il cervello percepisce una terza frequenza. Il cervello si può sincronizzare in questa frequenza, si registrano oscillazioni neuronali. E ci sono variazioni in base la nostro stato d’animo.
Un tuo concerto come è strutturato?
Performance che creo con i miei sintetizzatori modulari, un viaggio sonoro verso la sound meditation.
Dove vivi artisticamente?
Ci sono la mia ricerca artistica e il mondo delle colonne sonore. Ho curato un progetto al Mudec di Barcellona. Ho portato avanti studi con un altro artista sull’effetto della musica sulle onde cerebrali. Come colonne sonore ho un paio di progetti per il 2020.
Come ti definisci?
Una compositrice di musiche da film, una musicista.