Davide Van de Sfroos racconta la vita in Quanti Nocc

Musica

Fabrizio Basso

E' arrivato in versione digitale, doppio CD e triplo vinile Quanti Nocc (MyNina/Artist First), il nuovo disco live del cantautore e scrittore Davide Van De Sfroos (https://lnk.to/QuantiNocc). L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio)

Ed eccoci a una bella favola sonora. Quanti Nocc è una raccolta dei più bei brani di Davide Van De Sfroos rivisitati e riarrangiati presentati durante il tour teatrale Tour De Nocc e il tour estivo Van Tour, concerti che hanno riscontrato un incredibile successo di pubblico e di critica. Il disco live è lo specchio fedele del ritorno sul palco dell’artista, un intenso anno di concerti e viaggi ricchi di emozioni che ha reso ancora più forte il legame con il suo pubblico. Lo ho intervistato.

Il contrabbandiere, la ninna nanna: già nei titoli un recupero di umanità.
Sono concetti che davvero riconciliano con l’umanità. Persone che si allontanano e si tolgono dalla centrifuga per riprovare a respirare.
Come nasce questo progetto?
E' figlio di un momento strano che deriva da un periodo terribile e stupendo nel contempo. Mi ha fatto tornare a rivedere la luce, tornare alle cose che contano. Ho fatto un anno sabbatico tra miniere e foreste con due o tre elementi e in autunno chi mi ha seguito mi ha chiesto se volevo fare un tour e ho pensato a una dimensione fotografica.
E' andata più che bene.
Fin da subito mi è piaciuto per le atmosfere, anche notturne, che ho creato.
E che hai messo nel disco.
L'album arriva come testimone di un cerchio che si chiude. Sia sul palco che giù dal palco ho sentito che c’erano cose da raccontare ritrovando lo spirito infantile del gioco e la magia della musica.
Le tue parole fanno bene.
Non posso sottrarmi al curare, sono uomo di medicina.
In effetti la Ninna nanna del contrabbandiere cura l'anima.
Sono un cantore di fantasmi e di visioni che più delle altre mi appaiono. Vorrei lasciare perdere i miei pensieri sul sociale, mi sembrano vetri che si rompono e mi tagliano i piedi.
Di cosa parliamo?
Mi piace parlare di cose che si credono relegate in un tempo che non c'è più: significa mantenere la connessione con forze primordiali. C’è ancora chi canta le lullaby e le ninna nanna, non importa se non ci sono più i contrabbandieri romantici.
Viviamo un mondo strano, eh?
Siamo nell’epoca degli spaesati. Che sta anche per senza paese. Esistono persone che pure private del paese che non c’è più però resistono in alpeggio. Loro andremo a chiamare. Mi sento più antropologo. Mi rifugio nella visione.
Cosa ti infastidisce?
Tanto cose. Ti faccio un esempio.
Ok.
Già nelle piccole cose qualcosa non quadra: i parchimetri dove devi inserire la targa sono sbagliati, perché non posso regalare a un altro il mio tempo se pago un'ora e mi fermo dieci minuti?
Cosa servirebbe?
Sciamani veri che ti aiutano a vedere cosa hai che non va. Io mi abbandono a una visione e la trasformo in canzone: quando impari a essere questa cosa trovi una forza primordiale. Bisogna andare oltre le false credenze: non maledire il lupo e il corvo perché qualcuno ha detto che sono malefici.
C'è il ritorno delle balere.
Penso al Circolo Fratellanza vicino alla grande magnolia e al grande platano. Lì le prime orchestre e i passi sconclusionati. In tanti anni ho visto gente senza età, alcuni conla  maglietta di Slayer o Metallica. Sono luoghi di appartenenza a prescindere dal lavoro. La forza della balera.
Ora che fai?
Parto per gli instore e voglio parlare con le persone. E' giusto stare in mezzo alla gente che compra il tuo disco. Poi voglio dimostrare che questo live non è una scusa perché non so cosa pubblicare: ho un cassetto pieno di canzoni e da gennaio sceglierò cosa mettere nel nuovo disco di inediti.
Possiamo migliorare il mondo??
Ognuno di noi è connesso con tutto. Nessuno è inutile, nessuno inerte. Se poi con la sua arte, qualunque essa sia, continua a mandare messaggi e visioni, magari non cambia il mondo ma se tutte le canzoni vanno avanti qualcosa fanno. Se però togli le canzoni è problematico. La contraerea è nel silenzio che ha dentro la forza. I silenziosi sono i forti.
Ora però i giovani hanno riscoperto la piazza.
L’agorà degli antichi era importante da qualunque area la si guardi. Le piazze che si animano e un bel messaggio.

 

 

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