Tre per Una, Danilo Rea racconta la sua Mina in punta di tastiera

Musica

Fabrizio Basso

TRE per UNA è il disco di un trio di jazz che ha voluto celebrare e dedicare il nuovo album a Mina. Sono Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino. E' Danilo Rea a raccontraci il progetto

(@BassoFabrizio)

Un atto di coraggio sempre avvicinarsi a Mina. Anche per chi la conosce e ci ha lavorato insieme a lungo. TRE per UNA è il frutto del lavoro di un trio di jazz che ha voluto celebrare  Mina. Loro sono Danilo Rea, Massimo Moriconi Alfredo Golino. Ed è proprio Danilo Rea a raccontarmi questa affascinante storia.

Con che spirito ci si avvicina a un repertorio così importante?
Pur avendo suonato almeno trenta brani resta emozionante riscoprili in questa lettura. Si respirano Cole Porter e George Ghershwin. Lei è al di fuori di ogni schema: ricordo che lo stesso Ennio Morricone firma Se telefonando.
Un bel viaggio, insomma.
Un percorso importante quanto bello da scoprire. Molte armonie si avvicinano al jazz.
Chissà che emozione suonarle dal vivo.
Tutto è nato da un concerto a Cremona, c'è stato un incredibile impatto emotivo. Solo suonando Fabrizio De André dodici fa ho percepito il medesimo impatto emotivo. Suonarli è emozione.
La signora Mazzini è stata coinvolta?
Mina non è venuta in studio ma ha seguito tutto il progetto.
Le è piaciuto?
Massimiliano Pani ci ha raccontato che ha detto che è carino. Lei segue tutto ma non ama incensare le persone. Però c’è sempre.
Ora come prosegue il progetto?
Guarda i jazzisti sono sciolti e non fanno che collaborare tra di loro. Io vado a suonare in piano solo e mi piace il trio, dal Doctor 3 a quello attuale. La musica è alchimia tra tre persone.
Le matrici sono differenti.
Doctor 3 ha suonato tanto anche in America, questo è ancora tutto da a scoprire.
Senti nei tuoi viaggi musicali un ruolo didattico?
Lo sento con onestà. C'è sempre la spinta a improvvisare sulle melodie e devi andare a prenderle dappertutto. Questa cosa mette d’accordo tutti, i grandi jazzisti del passato prendevano le musiche del loro tempo e le interpretavano. Poi hanno iniziato a comporre ed ecco la composizione estemporanea. Quando ha iniziato a essere compositore il jazz si è allontanato dalla spontaneità. Mahler per creare ascoltava le melodie popolari.
Il tuo futuro prossimo?
Sto pensando a un disco di brani originali. Sarebbe il mio terzo e vorrei coinvolgere mia figlia Oona. Quando si pensa a una voce si scrive anche pensando al timbro vocale.
Tempi?
Voglio approfittare del mese di novembre per lavorarci. Una cosa è improvvisare sul palco, altro è essere a casa sul piano.

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