L'ultima soddisfazione di Luna Palumbo è essere stata scelta, insieme a soli altri tre cantanti italiani, per rappresentare l’Italia alla XXII edizione del Festival della Canzone Italiana di New York che si terrà il prossimo 13 ottobre al Master Theatre di Brooklyn. L'INTERVISTA
(@BassoFabrizio)
Si torna alla scoperta della Luna. Solo che questa volta di siderale ha soprattutto la voce. Lei si chiama Luna Palumbo e rappresenterà, con altri tre artisti, l’Italia alla XXII edizione del Festival della Canzone Italiana di New York che si terrà il prossimo 13 ottobre al Master Theatre di Brooklyn. Porta in dote un disco, quattro tour e oltre venti milioni di visualizzazioni.
Luna sei pronta per la traversata oceanica?
Eccome. E' stata una sorpresa. Pensa che non ero a conoscenza di questa manifestazione e sono all'edizione numero XXIII.
Come lo hai scoperto?
Me ne ha parlato un insegnante al Conservatorio, mi sono documentata e ci ho provato.
I requisiti li hai.
Si può dire che scrivo da quando sono nata. Anche da bambina vivevo la scrittura come massima forma espressiva.
Ci speravi di essere tra i quattro finalisti?
E' stata davvero una sorpresa. Dopo i provini non ho più saputo nulla. Poi mi hanno avvisata che ero tra i trenta semifinalisti. Siamo rimasti in 15 e poi...i quattro che andranno a New York.
Il 13 ottobre è un giorno importante.
Verrà ufficialmente presentato questo nuovo brano che sarà anche l'inizio di un altro mio capitolo artistico. Io ho fatto testo e melodia, la musica è di Mario Tortoriello.
C'è un vuoto nel tuo viaggio nella musica.
Lo so. Dopo Sopravvalutata mi sono un po' bloccata. Ma è la mia natura: vado dall'inondazione alla siccità creativa in un attimo.
Ora riempi il silenzio.
Con questo singolo torno, riempio il silenzio.
Sei felice?
Mi ritengo fortunata. Sono cresciuta su un palco e lavoro nelle piazze a contatto con la gente. Sono spesso all'estero: questo tour è partito da Miami e avrà un nuovo inizio a New York.
Le tue canzoni sono molto personali.
Vivo la scrittura come auto-psicanalisi. Ma sul palco mi sfilo la patina introspettiva e divento energica.
Dura parlare di sentimenti ai tempi dei social, vero?
In un'epoca con poco pudore, dove tutto è social a volte mette quasi in imbarazzo il confronto guardandosi negli occhi. Ma io sono sempre per le farfalle nella pancia.
Un'oasi.
La parola giusta.
Duetti dei sogni?
Vasco è il sogno della vita. Poi Fabrizio Moro e Alex Britti, col quale condividiamo l'amore per il Blues.