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Serata jazz a Milano con Woody Allen e la Eddie Davis New Orleans Jazz Band

Musica

Fabrizio Basso

Woody Allen per una sera sale sul palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano insieme alla Eddie Davis New Orleans Jazz Band e per quasi due ore porta i fan in un viaggio nel jazz. La recensione

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(@BassoFabrizio)

Quasi due ore come in una fotografia. Woody Allen porta la sua Eddie Davis New Orleans Jazz Band al Teatro degli Arcimboldi di Milano e declina una passione che lo accompagna dagli albori degli anni Settanta quando, credo fosse il 1971, per la prima volta si esibisce come jazz man in uno show televisivo ufficializzando un mormorio privato, ovvero rendendo pubblica questa passione jazz che spesso accompagna le immagini dei suoi film. Prezzi non proprio popolari ma per chi lo ama è una spesa necessaria. Sul palco sono in sette, tre fiati, batteria, pianoforte, contrabbasso e banjo. Lui è seduto al centro ed è di pochissime parole. Anzi lo sono tutti tranne le poche parti cantate. Mister Allen saluta all’inizio assicurando che lui e la band faranno tutto il possibile per rendere gradevole la serata ai presenti e poi alla fine per presentare i suoi compagni d’avventura.

Sono da poco passate le 21 quando il palco comincia a popolarsi. I ragazzi entrano uno alla volta, prendono i loro strumenti e fanno qualche suono di adattamento, poi arriva lui, ultimo, e la festa comincia. Si vede che si divertono e non ci sono elementi che emergono particolarmente tranne, in alcuni momenti, il Banjo e la batteria, incredibilmente discreta eppure molto presente. Ogni tanto Allen alza un pochino il tono e sembra di entrare in una filastrocca sonora con lui che fa da fiato narrante. Quando invece le partiture non lo prevedono sembra ascendere in un mondo suo, solo lievi, quasi impercettibili movimenti del capo fanno capire che la testa è nella musica. E’ un jazz allegro quello che offre la Eddie Davis New Orleans Jazz Band, con un ritmo che ritorna spesso e che sembra oscillare tra saloon e feste universitarie, tra arrivano i nostri e animal house, tra fiati quasi onomatopeici e boat on the river. Woody Allen è il più applaudito. Lui sa, ha più volte detto, di essere consapevole che molta gente va ai suoi concerti più per vedere lui che per ascoltare la sua musica. Ma pare non curarsene. E quando è il momento dei saluti esce di scena con la sua valigetta da migrante e l’andatura alla Alberto Sordi. Tra gli applausi.